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Anticipare e contrastare gli abusi è un obbligo del sindacato. Gli strumenti per combattere il fenomeno.
Si è aperto con un omaggio a Valeria Solesin, la giovane ricercatrice uccisa a Parigi dai terroristi Isis nell'attentato al Bataclan, il convegno "Insieme per combattere la violenza sulle donne", organizzato da Cgil, Cisl e Uil Lombardia in apertura della settimana in cui si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne. Un'occasione per riflettere e fare il punto sulle molestie nei luoghi di lavoro, un fenomeno purtroppo ancora tristemente attuale, sulla violenza domestica, dramma quotidiano per troppe donne, e sugli strumenti normativi a sostegno delle azioni di contrasto così come sul piano quadriennale contro la violenza alle donne predisposto da Regione Lombardia alla cui stesura il sindacato ha portato il suo contributo. “Il nostro contributo ha permesso di includere alcuni interventi che riguardano le violenze nei luoghi di lavoro. E' importante che nel piano quadriennale si parta dal concetto di parità per delineare le linee programmatiche da esplicitare in azioni concrete in tempi brevi - ha sottolineato Fiorella Morelli, responsabile Coordinamento femminile Cisl Lombardia aprendo i lavori -. Purtroppo, come ci ricorda la triste fotografia scattata dall'Istat relativa all'ultimo quinquennio, sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subito qualche forma di violenza nella loro vita: sessuale nel 21% dei casi, fisica nel 20,2% e forme di stalking nel 16,1%: questo significa che il lavoro di sensibilizzazione, formazione, contrasto, sta portando i suoi risultati ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia”.
Occorre evitare il rischio dell'indifferenza e della distrazione. E' forte l'omertà nei posti di lavoro, dettata dalla paura di essere coinvolti, a volte minacciati dal datore di lavoro. “Anticipare e contrastare la violenza è un obbligo ineludibile per un sindacato oltre che un impegno costante per ridurre ed estirpare tutte le forme di abuso, sopraffazione, violenza ai danni delle donne attraverso la presenza sui luoghi di lavoro - ha aggiunto Morelli -. La contrattazione collettiva nazionale e di secondo livello è uno strumento per implementare misure, codici di condotta, buone prassi di prevenzione, accordi locali che intervengono su tutte le forme di discriminazione”.
Nel corso della mattinata si sono confrontati Marina Calloni, docente di Filosofia Politica alla Bicocca, Alessandra Kusterman, responsabile Soccorso violenza sessuale e domestica del Policlinico, Luca Lo Presti, presidente Fondazione Pangea, Fabio Roia, presidente di Sezione Tribunale di Milano.
Grazie al lavoro di sensibilizzazione portato avanti da sindacati, associazioni e operatori, qualcosa sta cambiando e lo confermano anche gli ultimi dati Istat: nel 2004 solo il 4,6% delle donne presentava denuncia, nel 2014 l'11%. Molta strada resta ancora da percorrere, però. Solo il 5% in Lombardia, infatti, completa il percorso e arriva in Tribunale.
Concludendo il convegno, Melissa Oliviero, della segreteria della Cgil Lombardia, ha ricordato che la Lombardia vanta il primato dei femminicidi: 23 (nel 2014). “L'iniziativa di oggi testimonia che un fenomeno complesso come quello della violenza di genere si combatte solo attraverso l'azione combinata di tutti i soggetti a vario titolo interessati ciascuno per la propria parte: il mondo del sapere, la sanità, la giustizia, l'associazionismo e il sindacato – ha detto -. Noi possiamo intervenire sull'organizzazione del lavoro stipulando, come e' stato ricordato in molti interventi, protocolli e codici di condotta tra le parti per indicare percorsi e rimuovere discriminazioni”. “Per questa ragione – ha proseguito - abbiamo chiesto e ottenuto che all'interno del Piano regionale fosse inserita la formazione delle competenze dei soggetti che a vario titolo intercettano le donne vittime di violenza, e presenteremo all'assessorato competente uno specifico piano formativo dedicato al mondo del lavoro”.
E siccome il tema del contrasto alla violenza contro le donne è da sempre un campo fortemente presidiato dall'azione sindacale, Cgil Cisl e Uil chiedono di fare parte dell'organismo valutativo che dovrà attuare annualmente le azioni per declinare le linee contenute nel piano regionale. “Il tema che ci sta particolarmente a cuore è ovviamente, il lavoro, e come inserire o reinserire nel mondo del lavoro una donna che ha subito violenza, perché possa recuperare la propria autonomia soprattutto verso il partner violento - ha concluso -.
E' importante che questo sia un terreno di politiche interassessorili, cioè di politiche coordinate tra chi istituzionalmente si occupa di lavoro, di casa, di welfare, solo per citare i più importanti sapendo che il fenomeno della violenza contro le donne richiede la convergenza di una serie di interventi da parte di molteplici attori il più possibile coordinati”.