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L'impegno a sviluppare sistemi alimentari sostenibili è stato sottoscritto il 15 scorso a Palazzo Marino e poi consegnato al segretario generale dell'Onu. E' una delle più significative eredità di Expo. Allegato: le città aderenti
Sviluppare sistemi alimentari sostenibili, lottare contro lo spreco e garantire cibo sano accessibile a tutti preservando la biodiversità. Questi gli impegni presi nella giornata del 15 ottobre 2015 dai sindaci di varie città del mondo riuniti a Milano dal Sindaco Pisapia.
E’ il MILAN URBAN FOOD POLICY ACT che è stato consegnato al segretario generale delle Nazioni Uniti nella giornata mondiale dell’alimentazione celebrata ad Expo il 16 ottobre. Un impegno politico di metropoli dei vari continenti, da Dakar a Toronto, da Shangai a Città del Messico, da Mosca a Londra, da Parigi a Belo Horizonte, da Barcellona a Seoul, rappresentanti di ben 400 milioni di uomini e donne del pianeta.
Oltre il 50% della popolazione mondiale oggi vive nelle città. Nel 2050 arriverà a più di 6 miliardi e le metropoli avranno sempre più un ruolo strategico sul piano politico ed economico per riuscire ad assicurare a tutti il diritto ad una alimentazione sana, sicura, senza mettere a rischio il futuro del pianeta. Già oggi si stimano 1,3 miliardi di sprechi alimentari nel mondo ogni anno e la lotta contro gli eccessi ed il sostegno ad un’equa distribuzione delle risorse diventano sempre più necessari , assieme all’indispensabile coinvolgimento di sistemi geopolitici ed economici su scala planetaria e non solo locale.
Il patto di Milano vuole proprio rispondere a queste istanze impegnando i sindaci delle città firmatarie a scambiare buone pratiche e nuove soluzioni a vari livelli. Dalla governance dei processi di produzione e distribuzione alimentare, al sostegno alla agricoltura urbana, agli orti sociali e condivisi, all’agricoltura di prossimità e a Km 0, alla lotta contro lo spreco alimentare e la pianificazione di sistemi logistici a basso impatto ambientale.
Il patto rappresenta una delle più significative eredità di Expo, l’avvio di una rete di città del mondo permanentemente impegnate a realizzare politiche alimentari eque e sostenibili. I sindaci si ritroveranno ogni due anni e verrà istituito un apposito premio da assegnare alle buone pratiche.
L’incontro è stato proprio l’occasione per conoscere alcune di queste buone pratiche come l’esperienza dei micro giardini di Dakar dove i cittadini stessi producono ciò che mangiano condividendo con associazioni, scuole e istituzioni locali gli strumenti, i mezzi ei terreni per la produzione degli alimenti. Oppure Barcellona che sostiene i mercati alimentari comunali e l’agricoltura di prossimità incentivando economicamente anche le colture biologiche. In Brasile, a Belo Horizonte, dove da tempo il rafforzamento della governance dei sistemi di approvvigionamento alimentare integrando i vari livelli nazionale, federale e locale ha permesso di denunciare e contrastare le speculazioni finanziarie e garantire accesso al cibo a un maggior numero di popolazione. New York ha adottato norme per aumentare le porzioni di frutta e verdura nelle mense scolastiche per contrastare l’obesità, Parigi ha programmato di sviluppare 33 ettari di tetti e muri coltivati entro il 2020.
Proprio la costruzione di sistemi alimentari resilienti ed uno sviluppo urbano sostenibile sono li chiavi per realizzare sistemi alimentari sani, sicuri ed equi come sostiene nel suo intervento Jose GRAZIANO DA SILVA direttore Fao che metterà a disposizione i propri tecnici alla rete delle città firmatarie dell’Urban Food Policy Act, assieme agli indicatori ed i programmi elaborati per le food policy delle città.
Verranno coinvolti anche tutti i comuni italiani, il presidente dell’ANCI Fassino ha annunciato che chiederà a tutti i comuni di sottoscrivere il patto.
Il Milan Urban Food Policy Pact viene approvato in un momento cruciale del dibattito internazionale sullo sviluppo sostenibile ed il contrasto al cambiamento climatico. il cibo sufficiente, nutriente, sicuro e sostenibile è al centro sia degli obiettivi declinati a settembre dall’assemblea generale dell’ONU, sia della conferenza internazionale sul clima che si terrà a Parigi COP 21.
Un accordo internazionale di grande impatto che impegna politici, associazioni di vari paesi e continenti. Eppure qualche voce critica si è già levata. Arriva proprio dal mondo cattolico a cui non si possono riconoscere competenze e attenzione alla lotta contro la fame. Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis denuncia la mancanza di precisi impegni contro la povertà. Nel documento sottoscritto “non si sente la voce dei poveri del mondo, né di quelli del nord e neppure di quelli che vivono nel sud del pianeta” afferma e ritiene che l’accordo sia “un testo.. senza mordente.. che offre un approccio limitato per la risoluzione della fame nel mondo”. Gli fa eco il direttore di Caritas Ambrosiana, Gualzetti, sostenendo che si è tenuto poco conto dei suggerimenti delle associazioni e delle realtà cattoliche milanesi quotidianamente impegnate nella lotta contro la fame.
Per il Sindaco Pisapia il Milano Urban Food Policy Pact siglato dalle 111 città non è un punto di arrivo, ma solo l’inizio di un processo e non possiamo che auspicare che vi sia spazio per la condivisione delle buone pratiche ed i contributi di tutti gli attori sociali, politici ed istituzionali impegnati nel nutrire il pianeta con cibi sani, sicuri, sostenibili.