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Mansolillo, Fim Cisl: “Serve più attenzione al tema della salute dei lavoratori. Si intervenga per migliorare le condizioni nei luoghi di lavoro”.
Il grande caldo di queste settimane sta creando molti problemi alla salute fisica e psichica dei lavoratori, anche nel settore metalmeccanico. Ogni giorno si registrano malori più o meno seri.
Il Testo Unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/'08) indica tra gli obblighi del datore di lavoro quello di valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” e, specificamente, gli addetti esposti ad agenti fisici, tra i quali il microclima. Quindi anche al rischio di danni da calore, tipico delle attività svolte in ambiente aperto nei periodi di grande caldo estivo.
"Non è accettabile che i lavoratori debbano ricorrere allo sciopero solo per richiedere un ambiente di lavoro adeguato - dichiara Giuseppe Mansolillo, segretario generale della Fim Cisl di Milano -; ciò provoca ripercussioni sulla loro salute e incide sulla produttività delle aziende. Si parla molto di tecnologia e innovazione per stimolare la produttività e la crescita economica: grandi discorsi che sentiamo ogni giorno dagli imprenditori e dai politici, i quali però poi non si curano delle condizioni a cui i lavoratori sono sottoposti ogni giorno”.
La Fim Cisl milanese chiede a tutte le parti sociali, ad Assolombarda e a Confindustria, di affrontare al più presto il tema della salute e sicurezza nelle aziende, non solo in relazione al microclima, ma a tutte le situazioni di lavoro non adeguate.
“Sono i lavoratori la chiave della ripresa economica dell’Italia – aggiunge Mansolillo -, ma in un Paese civile non è accettabile che la loro salute passi in secondo piano rispetto alla politica di arricchimento degli imprenditori. Analizzando i dati degli infortuni sul lavoro non possiamo restare tranquilli, evidentemente non è sufficiente quello che è stato fatto finora. Dobbiamo agire per tutelare i lavoratori e obbligare le aziende a rispettare il decreto legge. Occorre maggiore vigilanza non solo del sindacato ma anche di tutti gli organi preposti”.