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L'ESPERTO RISPONDE
LA LEGGE DI STABILITA'

Tagli ai Patronati: scelta scellerata e antieconomica

La proposta del Governo rischia di mettere in ginocchio un sistema di welfare consolidato, pagato dai lavoratori ,che interessa 50milioni di cittadini. A rischio anche il 70% del personale degli Istituti.  Acli,Inas,Inca e Ital non ci stanno e si mobilitano per modificare il provvedimento in Parlamento.

“I tagli alle risorse dei Patronati, messi nero su bianco nella legge di Stabilità, sono un attacco diretto contro i cittadini. Se venissero confermati, questi istituti, che difendono e promuovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali, non potrebbero più garantire i servizi finora offerti. Inoltre il numero di coloro che rischiano di perdere il lavoro si attesta attorno al 70% degli organici complessivi dei vari patronati, ovvero migliaia e migliaia di persone”. Inizia così il comunicato stampa  del Ce.Pa. (l’organismo che riunisce i patronati ACLI, Inas Cisl, Inca Cgil e Ital Uil) che annuncia, è partita il 29 ottobre, una petizione  a sostegno del ruolo sociale, dei Patronati stessi:

“Una scelta scellerata –prosegue la nota- che metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei Patronati che rimangono l'unico welfare gratuito a favore dei disoccupati, dei pensionati, dei lavoratori, dei cittadini stranieri e degli italiani all’estero. Tutti loro si troveranno a pagare per un servizio oggi gratuito, con il rischio di dover rinunciare alle tutele previdenziali e assistenziali cui hanno diritto.

L’uguaglianza di accesso ai diritti sarà cancellata. Il taglio di 150 milioni di euro al fondo patronati e la riduzione del 35% dell'aliquota previdenziale destinata ad alimentarlo non costituiscono un risparmio per nessuno. Lo 0,226% dei contributi sociali versati da circa 21 milioni di lavoratori oggi assicura a oltre 50 milioni di persone la possibilità di usufruire dei servizi gratuiti dei patronati. Per svolgere lo stesso lavoro, la Pubblica Amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa 6.000 nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici di oltre 5.000 persone . Il costo complessivo per la Pubblica Amministrazione (INPS, INAIL e Ministero dell’ Interno) sarebbe di 657 milioni di euro.

“ Per contrastare questa misura che minerebbe seriamente la tenuta del sistema di welfare del nostro Paese, i patronati d’Italia - Acli, Inas, Inca e Ital - avvieranno una mobilitazione sia a livello nazionale che locale, per sensibilizzare l'opinione pubblica e far comprendere al Governo e al Parlamento l’importanza di modificare immediatamente la proposta contenuta nella legge di stabilità” Il 29 ottobre è partita la petizione "No ai tagli ai patronati" per raccogliere le firme dei cittadini e delle cittadine in tutte le sedi dei Patronati, per chiedere al governo modifiche sostanziali della norma. Nel mese di novembre, Acli, Inas, Inca e Ital promuoveranno la giornata nazionale della tutela, con manifestazioni territoriali per sensibilizzare l'opinione pubblica sui rischi conseguenti alla consistente riduzione delle risorse destinate alla tutela dei lavoratori, delle lavoratrici, dei pensionati, dei disoccupati, dei cittadini stranieri, degli italiani all’estero e delle famiglie. Inoltre, saranno organizzati presidi territoriali davanti alle sedi dell'Inps, dell'Inail e delle Prefetture che accompagneranno la discussione parlamentare sulla legge di Stabilità.

COSA SUCCEDE SE PASSA LA PROPOSTA DEL GOVERNO

In sintesi ecco cosa prevede la legge di Stabilità

  • Riduzione del Fondo Patronato del 34,51%: da € 430.000.000,00 ad € 281.592.920,00 (differenza: €  148.407.080,00);
  • Per il solo anno 2015: riduzione di ulteriori € 150.000.000,00 (ossia: per l’anno 2015 si avrebbero soltanto € 131.592.920 invece degli attuali 430.000.000, con una riduzione del 69,40% rispetto alla dotazione attuale);
  • A partire dall’esercizio finanziario 2016: abbattimento della percentuale dell’acconto dall’ 80% al 45% (ossia una diminuzione del 63,16%), per un acconto minore pari a – 217.283.186 euro. Appare utile sottolineare che, a regime, l’effetto della sola riduzione dell’aliquota di computo dallo 0,226% allo 0,148% produrrà una riduzione molto consistente delle somme a disposizione per l’anticipazione, pari a Euro – 118.725.664.
31/10/2014