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LAVORO

Bonanni: bisogna mobilitarsi contro la vera precarietà

False partite iva, cocopro, collaboratori della pubblica amministrazione, associati in partecipazione. Nuovo hashtag su twitter #bastaomertasuveriprecari.

In Italia ci sono 650 mila cocopro, almeno 500 mila finti lavoratori con la partita iva, 54 mila collaboratori nella pubblica amministrazione e 52 mila associati in partecipazione. Qui si annida la precarietà. E’ un esercito che aumenta ogni giorno nel silenzio assoluto di tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Formalmente sono liberi professionisti che operano in regime di mono committenza, cioè per una sola azienda, con tutti i vincoli di subordinazione che ne derivano.


Questo è il vero scandalo italiano, su cui regna un’omertà assoluta. Spesso mi capita di essere intervistato da giovani giornalisti che non hanno purtroppo alcun contratto. Lavorano praticamente a tempo pieno per lo stesso editore con la partita iva oppure come collaboratori a progetto, senza ricevere lo stesso compenso di tutti gli altri colleghi: non hanno previdenza, assistenza in caso di maternità, ferie, malattie pagate, diritti sindacali. Sono lavoratori invisibili, i veri lavoratori precari. Il Jobs Act di Renzi dovrebbe affrontare questo tema. Ed è sbagliato fare le crociate ideologiche contro i contratti a termine che sono regolati per legge ed impongono gli stessi orari, gli stessi contributi, la stessa paga, insomma, le stesse garanzie e gli stessi diritti dei lavoratori a tempo indeterminato. Ecco perché abbiamo deciso di lanciare una campagna in tutti i posti di lavoro e tra i cittadini: dobbiamo costringere le aziende a regolarizzare tutte quelle forme di lavoro autonomo che in realtà mascherano dei veri e propri rapporti di lavoro dipendente.


La Cisl propone due interventi al Governo Renzi: obbligare con un decreto legge tutti i committenti a pagare gli stessi contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti a chi opera con la partita Iva. In secondo luogo, costringere per legge, i datori di lavoro ad erogare alle partite iva e ai cocopro,  a parità di prestazioni, lo stesso salario minimo di un lavoratore assunto regolarmente. Questo è il contratto “unico” che servirebbe ai precari, l’unica strada per far emergere i “paria” del lavoro. La flessibilità deve essere un valore aggiunto per le aziende e non un modo per ridurre i diritti. Solo pagando maggiori contributi si possono costruire sistemi di ammortizzatori sociali anche per questi lavoratori. Per questo diciamo alla Cgil ed alla Uil : mobilitiamoci insieme contro la vera precarietà. Abbiamo lanciato in questi giorni un nuovo hashtag su twitter: #bastaomertasuveriprecari e sulla nostra pagina Facebook di Cisl Labor Tv. Vi invito a diffonderlo e a rilanciarlo. E’ una battaglia che dobbiamo fare per il futuro dei nostri figli e del nostro paese.


Raffaele Bonanni
Segretario Generale Cisl

21/03/2014