EVENTI
IL 25 E 26 MAGGIO

Via Padova si mette in mostra

Per la quarta edizione della festa della strada multietnica sono previsti 140 eventi. Il Comune, a corto di finanziamenti, ci ha messo le spese dei volantini. Tutti volontari i coinvolti. Guna (farmacautica) ha donato 1000 euro.

Partiamo dal nome: Via Padova è meglio di Milano . Non deve trarre in inganno l’apparente moto di supponenza. Ci spiega Fabrizio Panebianco, il coordinatore dell’iniziativa che mette in mostra via Padova a Milano per la quarta volta in 4 anni: «Tempo fa quando un bambino fu portato a conoscere i cortili nascosti della strada esclamò proprio quella frase. Che ci è rimasta nel cuore».

La manifestazione torna ad animare il quartiere più multietnico e multicolore della città il 25 e 26 maggio. Gli organizzatori, che da quest’anno sono riuniti in un’associazione che conta 80 iscritti, non hanno voluto spostare l’evento in vista di una probabile domenica a piedi. «A noi serviva che le scuole fossero aperte, perché l’integrazione più grande parte da lì. E poi non volevamo chiudere al traffico la strada, la si deve vivere per com’è ogni giorno».

Panebianco è un vero cultore della strada, oltre che essere il dedito promotore e il coordinatore della complessa macchina organizzativa: «Non abbiamo eventi di richiamo di massa ma ci siamo messi a lavorare per presentare le particolarità della strada: l’artigianato, con i negozianti che prepareranno esposizioni per fare vedere cosa vendono. I cortili saranno aperti per mostrare cosa si fa dentro i palazzi. Le cose brutte restano, i problemi ci sono sempre e non sono stati risolti, ma questa è un’occasione per far capire a tutti come si può vivere il proprio quartiere in maniera diversa». Ha incassato anche il patrocinio dell’Ordine degli architetti, perché ci crediate o no, anche in questa strada ci sono delle bellezze che vanno valorizzate.

Impressionante notare come con un budget esiguo (3mila euro) sia stata messa in piedi una due giorni fittissima di eventi (vedi allegati). Il Comune ha snellito la macchina dei permessi per l’organizzazione ma non ha potuto versare un euro. In compenso la stampa dei materiali informativi è stata fatta gratis. L’unico finanziamento esterno, alquanto sorprendente, sono i mille euro donati da Guna, l’azienda farmaceutica che ha sede nella vicina via Palmanova. Pare che anche le attività produttive ora siano interessate ad avvicinare i cittadini aiutandoli in iniziative simili. Che stanno risvegliando interesse anche all’estero. Sentite cosa dice Fabrizio Panebianco del contatto avuto dal Comune di Parigi: «Sono venuti qui a vedere come si vive e cosa si può fare in una strada dove ci sono molte attività commerciali, credi religiosi ed etnie diverse. Erano interessati soprattutto all’organizzazione di eventi sportivi. Infatti quest’anno durante la festa, un parcheggio vicino alla piscina in disuso in via Cambini verrà trasformato in palestra all’aperto per attività per tutti i ragazzi».

PROGRAMMA FITTO – In programma ci sono 40 mostre aperte, 38 eventi di teatro, 16 di animazione, 9 dibattiti, 13 appuntamenti gastronomici e 4 incontri che racconteranno la storia della strada. «Abbiamo deciso di non promuoverla come festa inter-etnica perché tutti gli abitanti devono essere messi sullo stesso piano nei confronti dell’evento e del quartiere che abitano. Non ci sono differenze tra etnie e ceti sociali», dice Panebianco. L’esperimento, che è riuscito bene negli anni scorsi, arriva in un momento in cui la strada è lontana dalle cronache di nera che l’hanno fatta disgraziatamente conoscere per la guerriglia del 2010. Ma cade anche in un mese in cui la città è totalmente sconvolta dalla rabbia e follia omicida che si è scatenata nel quartiere Niguarda. La sensazione è che la festa andrà bene, se vissuta con il giusto spirito: «La nostra è già una risposta al razzismo – dice Panebianco – perché per organizzare il tutto c’è cooperazione e lavoro in comune. È anche un modo per far vedere, alle porte di Expo 2015, come si può immaginare un futuro possibile di riscoperta del quartiere e collaborazione tra cittadini indipendenti e su base volontariaÈ anche un modo per far vedere, alle porte di Expo 2015, come si può immaginare un futuro possibile di riscoperta del quartiere e collaborazione tra cittadini indipendenti e su base volontaria».

Partiamo

Partiamo dal nome: Via Padova è meglio di Milano. Non deve trarre in inganno l’apparente moto di supponenza. Ci spiega Fabrizio Panebianco, il coordinatore dell’iniziativa che mette in mostra via Padova a Milano per la quarta volta in 4 anni: «Tempo fa quando un bambino fu portato a conoscere i cortili nascosti della strada esclamò proprio quella frase. Che ci è rimasta nel cuore».

La manifestazione torna ad animare il quartiere più multietnico e multicolore della città il 25 e 26 maggio. Gli organizzatori, che da quest’anno sono riuniti in un’associazione che conta 80 iscritti, non hanno voluto spostare l’evento in vista di una probabile domenica a piedi. «A noi serviva che le scuole fossero aperte, perché l’integrazione più grande parte da lì. E poi non volevamo chiudere al traffico la strada, la si deve vivere per com’è ogni giorno».

Panebianco è un vero cultore della strada, oltre che essere il dedito promotore e il coordinatore della complessa macchina organizzativa: «Non abbiamo eventi di richiamo di massa ma ci siamo messi a lavorare per presentare le particolarità della strada: l’artigianato, con i negozianti che prepareranno esposizioni per fare vedere cosa vendono. I cortili saranno aperti per mostrare cosa si fa dentro i palazzi. Le cose brutte restano, i problemi ci sono sempre e non sono stati risolti, ma questa è un’occasione per far capire a tutti come si può vivere il proprio quartiere in maniera diversa». Ha incassato anche il patrocinio dell’Ordine degli architetti, perché ci crediate o no, anche in questa strada ci sono delle bellezze che vanno valorizzate.

Impressionante notare come con un budget esiguo (3mila euro) sia stata messa in piedi una due giorni fittissima di eventi (vedi allegati). Il Comune ha snellito la macchina dei permessi per l’organizzazione ma non ha potuto versare un euro. In compenso la stampa dei materiali informativi è stata fatta gratis. L’unico finanziamento esterno, alquanto sorprendente, sono i mille euro donati da Guna, l’azienda farmaceutica che ha sede nella vicina via Palmanova. Pare che anche le attività produttive ora siano interessate ad avvicinare i cittadini aiutandoli in iniziative simili. Che stanno risvegliando interesse anche all’estero. Sentite cosa dice Fabrizio Panebianco del contatto avuto dal Comune di Parigi: «Sono venuti qui a vedere come si vive e cosa si può fare in una strada dove ci sono molte attività commerciali, credi religiosi ed etnie diverse. Erano interessati soprattutto all’organizzazione di eventi sportivi. Infatti quest’anno durante la festa, un parcheggio vicino alla piscina in disuso in via Cambini verrà trasformato in palestra all’aperto per attività per tutti i ragazzi».

PROGRAMMA FITTO – In programma ci sono 40 mostre aperte, 38 eventi di teatro, 16 di animazione, 9 dibattiti, 13 appuntamenti gastronomici e 4 incontri che racconteranno la storia della strada. «Abbiamo deciso di non promuoverla come festa inter-etnica perché tutti gli abitanti devono essere messi sullo stesso piano nei confronti dell’evento e del quartiere che abitano. Non ci sono differenze tra etnie e ceti sociali», dice Panebianco. L’esperimento, che è riuscito bene negli anni scorsi, arriva in un momento in cui la strada è lontana dalle cronache di nera che l’hanno fatta disgraziatamente conoscere per la guerriglia del 2010. Ma cade anche in un mese in cui la città è totalmente sconvolta dalla rabbia e follia omicida che si è scatenata nel quartiere Niguarda. La sensazione è che la festa andrà bene, se vissuta con il giusto spirito: «La nostra è già una risposta al razzismo – dice Panebianco – perché per organizzare il tutto c’è cooperazione e lavoro in comune. È anche un modo per far vedere, alle porte di Expo 2015, come si può immaginare un futuro possibile di riscoperta del quartiere e collaborazione tra cittadini indipendenti e su base volontariaÈ anche un modo per far vedere, alle porte di Expo 2015, come si può immaginare un futuro possibile di riscoperta del quartiere e collaborazione tra cittadini indipendenti e su base volontaria».

16/05/2013
Christian D Antonio - c.dantonio@jobedi.it