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San Raffaele: l'accordo è ufficiale, stop ai licenziamenti

Dopo il via libera dei lavoratori, l'accordo tra le parti è stato ufficialmente ratificato questa mattina in Regione Lombardia. Gli effetti sono immediati e quindi, oltre alla sospensione dei licenziamenti, sono state ritirate anche  le procedure di mobilità già avviate per una quarantina di dipendenti. VIDEO

E' fatta. E' ufficiale. Questa mattina, dopo il via libera delle assemblee dei lavoratori, è stato ratificato in Regione Lombardia l'accordo sul San Raffaele che prevede, tra l'altro, il ritoro del 244 liceziamenti prevista partire dalla quarantina di lettere di mobilità che l'azienda aveva già recapitato agli interessati. Gli effetti dell'accordo sono immediati e quindi anche le porcedure già avviate sono state ritirate .

Scongiurati i licenziamenti al San Raffaele di Milano. Dopo una trattativa di circa 16 ore presso la sede dell'Agenzia regionale per l'istruzione, la formazione e il lavoro (Arifl), e dopo settimane di tensione (culminate anche con dei parapiglia tra lavoratori e forze dell’ordine durante alcune manifestazioni organizzate dai sindacati autonomi), è stata finalmente siglata un’ipotesi di accordo finalizzata a risanare i conti dell’ospedale, evitando il taglio di 244 posti di lavoro. La nuova proprietà (il Gruppo Rotelli), subentrata alla gestione don Verzè, si è impegnata a ritirare le procedure di licenziamento collettivo e a reintegrare i 64 lavoratori già a casa. Il tutto in cambio di una riduzione media dello stipendio del 9%, spalmata su tutti i dipendenti (circa 3mila), che comporterà un risparmio annuale di oltre 9 milioni di euro. Il documento dovrà essere ratificato entro il 16 maggio, dopo un passaggio assembleare con il personale (che in gennaio aveva bocciato un precedente accordo con un referendum).

SODDISFAZIONE SULLA TRATTATIVA

“Siamo soddisfatti per l’esito della lunga trattativa – ha osservato il segretario della Fp Cisl milanese, Mauro Ongaro -, siamo riusciti a risolvere il problema dei licenziamenti, salvando tutti i posti di lavoro,  e a ristabilire un clima di rapporti sindacali più disteso. L’ipotesi di accordo è migliorativa rispetto all’intesa respinta dal referendum perché, a differenza di allora, non c’è un taglio esclusivamente lineare degli stipendi, ma è stato introdotto un criterio di equità: in sostanza chi guadagna di più è chiamato ad un ‘impegno’ maggiore. Ai lavoratori viene chiesto un grosso sacrificio, adesso ci aspettiamo che, raggiunti gli obiettivi di risanamento economico, la proprietà si adoperi per ridare slancio a questa importante struttura ospedaliera, che ha costruito la sua eccellenza grazie alla professionalità e alle competenze del proprio capitale umano”.
Quanto firmato venerdì resterà valido fino al dicembre 2014 (nessun licenziamento fino ad allora). Nel 2015 la situazione verrà rivista, con la speranza che nel frattempo il risanamento sia andato  avanti. Oltre alla riduzione dello stipendio è previsto un piano di smaltimento ferie e un monitoraggio continuo dei conti. Positive anche le reazioni dal mondo politico. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, si è affidato a Twitter: “Missione compiuta. Premiato il grande lavoro di mediazione della Regione con l'assessore Valentina Aprea”, mentre il Pd, per bocca del capogruppo in consiglio regionale Carlo Borghetti, ha sottolineato che la salvaguardia dei posti di lavoro è importante anche  a “garanzia della qualità del servizio fornito dall’ospedale, nell’interesse dei pazienti e del servizio sanitario regionale”.

16/05/2013
Mauro Cereda - info@jobedi.it