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Lavoro a Milano, meno male che c'è l'export

Il settimo rapporto sull'economia del milanese evidenzia alcune tendenza: l'occupazione è stabile ma aumenta anche il numero di chi cerca lavoro, donne e giovani sono i punti critici. Funziona il sistema il sistema di realzioni aziende, sindacati, istituzioni. SFOGLIA la sintesi del rapporto

La disoccupazione nel 2012 ha ripreso a salire nell’area milanese, questo anche perché chi aveva rinunciato  ha ripreso a cercare un posto di lavoro. E’ quanto emerge da “Il lavoro a Milano”, il rapporto annuale curato da Assolombarda Cgil, Cisl e Uil arrivato ormai alla settima edizione. La ricerca è curata dai Centri Studi di Assolombarda e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e presenta i principali indicatori del mercato del lavoro e dello stato della sicurezza sul lavoro. Uno specifico approfondimento quest’anno è dedicato alle competenze richieste dalle aziende ai neo-diplomati degli istituti tecnici, funzionale a orientare il sistema educativo perché venga progressivamente superato il gap fra scuola e mondo del lavoro.

Se da un lato la conferma positiva è che l’occupazione sembra sostanzialmente tenere, dall’altro vi sono due criticità: la disoccupazione femminile e quella giovanile, anche se la situazione è migliore rispetto al resto del Paese. Il dato più significativo per descrivere la disoccupazione giovanile è quello riferito alla classe 25 - 34 anni, quella d’ingresso nel mondo del lavoro dei neolaureati, cioè delle risorse più skilled: in questa fascia di età nel nostro Paese coloro che cercano attivamente lavoro - e non lo trovano - sono circa il 12% del totale. A Milano e in Lombardia la percentuale si colloca rispettivamente al 7,3% e al 6,7%. Il dato sulla disoccupazione giovanile della fascia 15-24 anni è sicuramente più allarmante, ma va considerato che la maggior parte dei giovani in quella fascia di età in gran parte sono ancora impegnati negli studi; per tale motivo non ricercano attivamente un lavoro e quindi non possono essere considerati disoccupati.

Il deteriorarsi del ciclo economico conferma l’elevato ricorso a tutte le forme di cassa integrazione guadagni e alla mobilità. In ogni caso, il sistema economico milanese ha saputo resistere meglio di altri alla caduta dei consumi interni grazie alla sua spiccata propensione all’internazionalizzazione e alla capacità delle imprese di inseguire la domanda e maggiori opportunità di crescita sui mercati esteri.

Durante la presentazione  del rapporto, lunedì pomeriggio in via Pantano, Assolombarda e Cgil, Cisl e Uil (erano presenti Gian Franco Imperiali per l’associazione degli imprenditori e Graziano Gorla, Danilo Galvagni, Walter Galbusera per i sindacati confederali)  hanno sottolineato come  non sono stati spettatori passivi dell’evoluzione in corso ma impegnati  in importanti in iniziative e sperimentazioni  che hanno lo scopo di intervenire sugli aspetti più critici del mercato del lavoro. Come ad esempio le iniziative  in materia di apprendistato che hanno avuto riscontro anche a livello nazionale. Si sta lavorando anche sul tema delle crisi occupazionali per individuare e condividere strumenti di gestione delle politiche attive del lavoro, dirette a migliorare l’occupabilità . Un impegno, questo, che sostanzialmente potrà consentire  di testare alcuni percorsi stabiliti dalla Legge Fornero

. “Il quadro che emerge – ha osservato il segretario generale della Cisl Milano Metropoli, Danilo Galvagni – è a luci ed ombre. Ci sono indicazioni negative, ma anche segnali positivi. Uno di questi è il dato sul premio variabile, frutto della contrattazione aziendale. Tra il 2010 e il 2011 le imprese manifatturiere che hanno adottato questo strumento di politica retributiva sono aumentate dal 56,5% al 63,4%. Per quanto riguarda i giovani, invece, va reso più stretto il rapporto tra scuola e mondo del lavoro, soprattutto sulle figure tecniche; bisogna valorizzare il contratto di apprendistato; occorre trasformare il progetto del ‘Ponte generazionale’ da sperimentale in uno strumento di politica attiva”.

Importante, soprattutto in prospettiva, è il sistema di rapporti tra imprese, sindacati, istituzioni, scuola e università  che si è riusciti a costruire a Milano. Tra i risultati più significativi – come ha ricorda il presidente di Assolombarda Alberto Meomartini- il cosiddetto Ponte generazionale, nato dalla collaborazione tra Assolombarda, organizzazioni sindacali, Ministero del Lavoro, Regione Lombardia e INPS: prima iniziativa del genere in Italia. L’iniziativa coniuga il part time volontario di chi si avvicina alla pensione entro tre anni, con lo sviluppo dell'occupazione giovanile.

19/03/2013
redazione