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Un'organizzazione con oltre 185mila iscritti, capillarmente presente con delegati e servizi nei 134 comuni che costituiscono il nuovo territorio. Oltre al segretario generale confermata anche la segreteria: Mariagrazia Bove, Gilberto Mangone, Giuseppe Saronni; Renato Zambelli e Giuseppe Oliva di Legnano, Magenta.
Nasce la Cisl Milano metropoli . Il primo congresso di Milano, Legnano e Magenta si è concluso con la nascita della nuova unione territoriale che, in pratica, coincide con la futura 'Area metropolitana' (134 comuni). La Cisl anticipa i tempi del nuovo assetto istituzionale e mette in campo un'organizzazione con oltre 185mila iscritti, di cui 130mila 'attivi', ovvero presenti, ogni giorno, nei rispettivi luoghi di lavoro. Una presenza capillare, dal basso, nelle aziende e nel territorio che - come ricordato dal segretario generale Raffaele Bonanni - sarà rafforzata aumentando il ruolo e il peso dei delegati sindacali.
A capo di Cisl Milano metropoli è stato eletto, di fatto riconfermato in quanto già segretario generale di Milano, Danilo Galvagni . Classe 1959, Galvagni ha iniziato la militanza sindacale nel 1983 nella Filca, la federazione degli edili e ha percorso tutto la trafila della miltanza nel sindacato: prima dlegato, poi operatore per poi diventare segretario generale Filca Milano nel 2001. Già nella segreteria confederale, è diventato segretario generale nel 2009 subentrando a Fulvio Giacomassi passato alla segreteria nazionale della Cisl. Quella di ieri è, quindi, la prima investitura congressuale. Oltre a Galvagni è stata confermata anche la segreteria uscente: Maria Grazia Bove , Gilberto Mangone , Giuseppe Saronni, Renato Zambelli a cui si aggiunge Giuseppe Oliva , segretario generale uscente di Legnano,Magenta.
In questo editoriale scritto per lo speciale congresso di Job, le linee guida della segreteria Galvagni per i prossimi anni.
Facciamo sindacato
Un congresso, per un’organizzazione di massa e democratica qual è la Cisl, è il momento massimo di dibattito fra gli iscritti e di confronto con l’esterno. Un’occasione per fare il punto sull’andamento di ogni settore produttivo o di servizio; un modo concreto per riflettere su cosa è stato fatto e si può fare. Il primo dato che emerge è la conferma del forte radicamento della nostra organizzazione nei luoghi di lavoro e nel territorio. L’aumento progressivo degli iscritti, soprattutto in una situazione come questa dove la crisi falcidia i posti di lavoro e incrina la fiducia nel futuro delle persone, è un indicatore importante di quello che può essere il ruolo del sindacato in una società confusa e instabile a partire dalla rappresentanza politico-istituzionale. Tutto questo ci conforta e ci spinge ad andare avanti nella consapevolezza che cambiando tutto, inevitabilmente anche il sindacato non può rimanere lo stesso.
Per dirla con il nostro segretario generale Raffaele Bonanni, non ci vuole un nuovo sindacato, ma un sindacato nuovo che sappia interpretare e rappresentare al meglio la richiesta di cambiamento che emerge forte anche nel mondo del lavoro. In casa nostra abbiamo già iniziato, avviando un processo di riorganizzazione che ha come obiettivo principale quello di riportare risorse, persone e idee nei luoghi del lavoro e nel territorio . Per questo primo congresso della nuova Unione Milano-Legnano-Magenta (primo segno tangibile del cambiamento interno) abbiamo scelto lo slogan “Il senso del futuro per Milano metropoli, per l’Italia del Lavoro, per il tuo Sindacato”. Al di là dei confini geografici e dell’assetto istituzionale l’Area metropolitana, la Grande Milano, è già nei fatti e da tempo, la nuova dimensione del nostro agire. Servizi, trasporti, reti materiali e immateriali, tessuto produttivo vanno ben oltre , come si dice a Milano, alle “mura del dazio” ed è all’interno a questa dimensione globale e locale al tempo stesso che bisogna calibrare gli interventi. Per questo è importante un sindacato confederale che vada oltre i ristretti interessi di categoria: il potere di acquisto dei redditi, i livelli di welfare, la qualità della vita (tempi di vita, tempo libero, cultura) non si difendono e si sviluppano solo sul posto di lavoro o nel confronto con la singola azienda o Istituzione. È necessaria una visione più ampia, mezzi, strumenti, mentalità, progetti per sviluppare nuove politiche per l’occupazione e il welfare a livello territoriale. In modo particolare sul mercato del lavoro ci vuole un intervento ad ampio raggio che entri nel merito della domanda di posti di lavoro e di riqualificazione. Un ruolo importante è quello della formazione che deve essere finalizzata agli effettivi bisogni del sistema produttivo, anche questo al centro di proposte di governo da parte della nostra Organizzazione. Si tratta perciò di trovare forme e momenti d’incontro fra domanda e offerta con istituzioni, aziende e sindacati. Non partiamo da zero: esperienze interessanti di collaborazione aziende-istituzioni-sindacato sono in atto da tempo nel milanese e da queste dobbiamo partire contando anche sul successo di Expo, che sta disegnando nuovi metodi di relazioni sindacali. L’unica, vera innovazione, quella che interessa alla gente, è quella che produce nuova occupazione o che non fa perdere la vecchia.
Altra questione su cui saremo fortemente impegnati nei prossimi tempi, è quella del welfare, il sistema di servizi pubblici e privati che deve garantire ai cittadini livelli dignitosi di assistenza e di vita. La crisi ci ha insegnato, e lo sostengono molti studiosi, che buone politiche di welfare non debbano essere per forza costose o a fondo perso. Certo le risorse ci vogliono, quelle attuali sono insufficienti e bisogna trovarne di nuove. Ma anche qui è il metodo che conta: vogliamo fare parte di un soggetto terzo che misuri il gradimento, l’efficienza e l’efficacia dei servizi erogati oltre a verificare continuità dei progetti che non possono essere realizzati con investimenti nel breve periodo di un mandato legislativo. Bisogna perfezionare il rapporto pubblico-privato e precisare il ruolo del Terzo settore. A Milano, da qualche anno, è attiva la Fondazione welfare ambrosiano, che noi della Cisl abbiamo fortemente voluto e vogliamo far crescere come modello di rapporto istituzioni parti sociali, ampliandone il raggio di azione oltre gli interventi d’emergenza per far fronte alle crisi, come esempi di welfare nuovo e responsabile.
Queste, insieme a molte altre, sono le sfide che impegneranno la Cisl milanese nei prossimi anni ma che grazie al confrontocon i nostri iscritti non ci troveranno impreparati.
Alla sezione SPECIALE CONGRESSO tutti i resoconti, i documenti, le foto e i video servizi di Mauro Cereda sul congresso dell'Unione e su quelli di categoria .