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Disegni naive e ambientazioni "primordiali". Una mostra alla Galleria Giò Marconi fa luce sul lavoro della pittrice dell'est trapiantata a New York.
Fino al 23 marzo
Dasha Shishkin. Sammy
Galleria Giò Marconi -Via Tadino, 15 -tel.0277406302
Orario: 10-13/15-19 - Tel: 02 2940 4373
Ingresso libero
Ambientazioni fantasiose e colorate, un universo fatto di immaginario che riporta all’infantile e al primordiale. Un lavoro accattivante e particolare quello di Dasha Shishkin, l’artista moscovita in mostra in questi giorni alla galleria milanese Giò Marconi (via Tadino, 15 fino al 23 marzo – orario 10/13 – 15/19).
La mostra si intitola Sammy ed è la seconda personale della pittrice che è partita dal Moma di New York nel 2006 e si è fatta conoscere in tutto il mondo. La linea è la caratteristica di molti disegni, spesso anche in bianco e nero, che catturano per la cervellotica e fantastica spaziatura. Si alternano figure umane, animali, luoghi simbolo della nostra epoca. Mai violenta o macabra, l’arte di Shishkin è tuttavia difficile da decodificare, intrisa di humour nascosto e simbolismo alimentato anche da scritte e messaggi, a volte caricaturali, a volte apparentemente non-sense.
I lavori, che utilizzano anche una prospettiva inedita, sia su carta che sugli spazi che li supportano, sono di grande formato su tela e su mylar, una superficie semi trasparente. Un’occasione ghiotta per approfondire la conoscenza di un astro nascente nel panorama europeo, che è già stato apprezzato alla famosa Saatchi gallery londinese. Goya e Brueghel possono essere a ragione considerati dei punti di partenza di epoche lontane per la Shishkin, che però sembra fermamente piantata nel contemporaneo e nelle sue forme espressive. Ha infatti curato la realizzazione di progetti con artisti del rock.