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Si chiama 'medicina di genere' e comprende una serie di disturbi ricorrenti nel mondo femminile. Depressione e stress sono le patologie più diffuse ma ce ne sono anche altre. Ecco 'come stanno' le donne italiane in rapporto a quelle straniere e agli uomini.
“Come stai?”. È una delle domande che facciamo più spesso. Così tanto spesso che il più delle volte nemmeno ascoltiamo la riposta. E anche quando lo chiedono a noi, abitudinariamente rispondiamo “Bene” anche quando proprio bene non è. Che poi, non è che stiamo male davvero in effetti. Di frequente si tratta più che altro di alcuni disturbi più o meno significativi. A parlare con colleghe e amiche si scopre che, sì, alla fine un po’ tutte dormiamo male la notte, soffriamo di disturbi allo stomaco e altre cose di questo tipo. Attribuiamo, forse giustamente, la cosa allo stress, ai ritmi di vita sempre meno sostenibili. Ma noi e le nostre conoscenze in fin dei conti non sono un campione significativo, mica stiamo tutti così…. o sì? Insomma noi donne italiane come stiamo? La relazione del Cnel presentata a febbraio di quest'anno sugli stati generali del lavoro delle donne in Italia, fornisce alcune risposte, molte delle quali inaspettate. Innanzitutto scopriamo che, con i nostri 84 anni e più di attesa di vita, siamo fra le più longeve d’Europa accompagnate da francesi e spagnole. E questa è già una buona notizia. L’indagine afferma, ma lo sapevamo già, che viviamo più a lungo degli uomini. Però, e questo forse non lo sapevamo, viviamo sempre meno a lungo degli uomini; se nel resto d’Europa la differenza sulla durata della vita media fra uomini e donne è di 6 anni, per le italiane è di soli 5,4 anni maggiore dei loro connazionali uomini. Ma soprattutto il divario nel corso degli anni si sta riducendo. La cattiva notizia, tuttavia, è che a questa longevità fra le più alte in Europa non si accompagna uno stato di buona salute.
LE ASPETTATIVE DI VITA
Le donne italiane vivono in buona salute un numero di anni inferiore alla media delle donne d’Europa. Inoltre sono al di sotto della media degli uomini italiani che, invece, a loro volta sono sopra la media europea. Il dato sulla disabilità è preoccupante. Le donne vivono di più ma sono fortemente colpite dalla disabilità soprattutto se anziane. La percentuale della popolazione femminile disabile, pur restando inferiore alla media europea, è doppia rispetto a quella maschile. Quindi complessivamente le donne italiane vivono più a lungo degli uomini italiani, ma decisamente meno bene. Cosa mette maggiormente a repentaglio la salute delle donne? Innanzitutto i problemi cardiovascolari. Infatti dall’indagine risulta che la prima causa di morte per le donne sia costituita principalmente da ictus e infarti, la cui incidenza in vent’anni è cresciuta del 15 per cento. Nella spiacevole classifica delle cause di morte femminile, solo secondi sono i tumori. Differenze notevoli, però, si registrano fra il Nord Italia, dove la prima causa di morte femminile è data dai tumori, e il Sud Italia, dove la morte per malattie cardiovascolari è sensibilmente più alta. La classifica risulta, invece, invertita per gli uomini per cui la prima causa di morte sono i tumori e le malattie cardiovascolari sono seconde. Tuttavia il tasso di mortalità per malattie cardiovascolari e per cancro nelle donne risulta il più basso d’Europa, ma è comunque più alto di quello degli uomini italiani. Questo si accompagna, non casualmente ad uno stile di vita migliore rispetto alla media europea; le italiane sono meno obese e meno fumatrici ma si registrano preoccupanti consumi di alcool soprattutto fra le giovani nella fascia 14-17 anni. Questo per quel che riguarda la salute fisica, ma qual è il quadro sulla salute psichica? Il 7% delle donne soffre di depressione contro il 3% degli uomini ma, nonostante questa maggiore sofferenza, sembrano reggere meglio le difficoltà tanto che arrivano alla decisione di suicidarsi meno degli uomini di quasi un quarto. Va aggiunto anche che in Italia l’incidenza dei suicidi femminile è fra le più basse d’Europa. Quindi le donne italiane hanno più problemi di salute, stanno peggio ma sono molto brave a “tener duro”. Forse perchè sanno che su di loro spesso si regge un sistema di welfare familiare che diversamente non sarebbe sostenibile.
Le donne italiane, inoltre, stanno molto più attente alla prevenzione e assumono meno farmaci rispetto ai loro connazionali. Insomma, fortunatamente, si prendono cura della loro salute. Il consumo dei farmaci da parte delle donne è superiore a quello degli uomini fino a 54 anni. La tendenza si inverte dopo questa età e in particolare dopo i 65, fascia d’età che assorbe il 60% della spesa per farmaci. Soprattutto nelle regioni del Centro-Nord le donne si sottopongono regolarmente agli screening mammografici e pap-test, molto meno nelle regioni del Centro-Sud. Fra i dati evidenziamo anche che si è registrato un aumento nel numero degli aborti spontanei ma si riduce quello delle interruzioni volontarie di gravidanza che riguarda per un terzo le donne straniere. Per quel che riguarda, invece, l’incidenza degli infortuni sul lavoro per le donne è notevolmente più bassa rispetto agli uomini che generalmente svolgono lavori più rischiosi ed è anche inferiore alla media europea. Però stanno aumentando gli incidenti che avvengono nel tragitto lavoro-casa. Al contrario le donne sono più esposte agli incidenti domestici occupandosi maggiormente delle attività di casa. Tuttavia fra i giovani la classifica si capovolge: in casa si fanno più male i ragazzi/bambini rispetto alle ragazze/bambine. I dati spesso sono asettici, i numeri sono freddi, ma questa indagine ci dice una cosa molto significativa e ossia che, benché la fisiologia, genitalità a parte, sia la stessa fra uomini e donne, i problemi di salute siano realmente differenti. La medicina sembra apparentemente una materia neutra, il corpo è lo stesso, gli organi sono gli stessi, ma i dati mostrano chiaramente che così non è, che, invece, esistono notevoli differenze anche mediche fra le problematiche femminili e quelle maschili (escludendo ovviamente quelle scontate relative alla riproduzione). Per questo ha senso parlare di medicina di genere, territorio ancora in gran parte inesplorato e che richiederebbe maggiore interesse e approfondimento.