DONNE
STORIE DI DELEGATE

'Da grandi impegni derivano grandi responsabilità'

Dopo la storia di Francesca,  presentiamo quella di Ornella delegata di un'azienda di assicurazioni nell'intento di presentare il sindacato attraverso le "storie" , l'attività, il lavoro, il sentimento delle donne che lo fanno, quale esempio di fatica, difficoltà, ma anche di bellezza del lavoro della delegata.

La richiesta di questo scritto parte dalla necessità della Responsabile del Coordinamento Donne della Cisl di Milano di raccontare la propria storia di delegata, quale esempio di impegno, di crescita personale, ma anche di difficoltà e quant’altro. Accolgo con un certo timore la richiesta, ma credo sia importate anche per il sindacato le lavoratrici e i lavoratori sapere quanto è bello, ma anche difficile fare la delegata sindacale.

Mi chiamo Ornella, sono delegata per la Fiba Cisl in un grande Gruppo assicurativo da 20 anni e dal  2010 sono delegata sindacale aziendale.

Perché solo adesso hai deciso di fare la delegata?
Dentro di me ho sempre avuto il desiderio di impegnarmi in azienda, dove lavoro da 20 anni. Conosco l’azienda e la sua evoluzione, ho seguito il lavoro e l’attività sindacale che qui si è svolta ed è per questa ragione che più volte mi è stato proposto di impegnarmi nell’attività sindacale. Ma negli anni passati non potevo dire di sì a questa proposta per la fatica della conciliazione del lavoro con la famiglia. Avevo due figli piccoli, usufruivo di un part-time al 75%, ero sempre impegnata e non vedevo lo spazio, né nel lavoro, né tanto meno a casa, per potermi dedicare ad altro. “Io sono una persona che se mi impegno voglio darmi tutta!” La mia priorità è sempre stata la famiglia e questo è stato un appuntamento rimandato… ma i figli sono diventati grandi, adesso faccio il tempo pieno, ho meno impegni, e nonostante i genitori anziani a cui mi sento di restituire il sostegno ricevuto negli anni passati, ho anche un po' più di tempo per guardarmi intorno. L’occasione di impegnarmi nella mia azienda è arrivata quando Elena, la mia sindacalista, ovvero la delegata che prima di me seguiva l’azienda per la Fiba, il sindacato dei bancari e assicurativi, andava in pensione. Arturo, l’altro sindacalista, mi ha chiesto di sostituirla e io ho pensato che forse era arrivato il momento di realizzare il mio desiderio. Ho accolto presto la sua proposta anche perché vedevo in ciò anche l’opportunità di una mia ulteriore crescita. Sapevo che impegnandomi nel sindacato avrei imparato tante cose, legate  sia al mondo del lavoro, sia alla storia del sindacato e anche alla legislazione politica, il tutto inserito nel contesto sociale,  ma vedevo anche un’opportunità per rendermi utile per gli altri, per le altre. Sentivo che era arrivato per me il momento di poter fare qualcosa di socialmente utile, anche perché io conosco bene, oltre ai colleghi, anche l’azienda e la sua storia.

Che cosa ti ha fatto decidere di diventare sindacalista aziendale in un momento così difficile?
La cosa che più mi ha affascinato è che facendo il sindacato si aiutano gli altri con un ruolo di responsabilità, un’assunzione di ruolo di rappresentanza dentro a un’organizzazione importante quale è la Cisl. Il sindacalista che mi ha scelta, ha visto in me la persona adatta per fare questo servizio in modo qualificante, la mia capacità di ascolto dell’altro e -  viste le mie esperienze e difficoltà della vita - ha ritenuto che io possa comprendere le difficoltà e le esigenze delle mie colleghe e dei mie colleghi. In questo momento così difficile comunque credo di aver trovato meno difficoltà dei miei colleghi più esperti a fare la sindacalista. Essendo nuova non avevo il problema di adattamento a una situazione di crisi generale: ho cominciato a fare sindacato già nella crisi! Vedevo i problemi e insieme alla Rsa cercavo di risolverli. Importante e di grande aiuto per me è stato seguire la linea della Fiba Cisl, questo mi ha aiutato molto per capire come risolvere i problemi che nascevano in azienda.
L’esperienza più importante e difficile è stata l’intesa per l’omogeneizzazione dei contratti di Gruppo. Lavoro, come dicevo, in un grande Gruppo assicurativo che ha vissuto varie fusioni, scorpori, acquisizioni, dove le lavoratrici e i lavoratori provengono da diverse realtà e io ho avuto modo di fare trattative di Gruppo fino alla ristretta della firma. Io unica donna che ha seguito tutta la trattativa, guadagnandomi la considerazione di tutti, compresi i sindacalisti di lunga data. E' stata una bella soddisfazione. Ho sempre avuto la stima dei colleghi sindacalisti e anche degli interlocutori aziendali e questo mi ha fatto un gran bene e mi è da stimoloper continuare. Fare il sindacato in azienda mi ha rafforzato molto anche per il contatto continuo con la categoria, Fiba e, soprattutto, con l’Ust di Milano, il suo coordinamento donne, che con le informazioni, i corsi formativi, la partecipazione continua, mi hanno dato gli strumenti che mi hanno permesso di costruire una cultura sindacale per contrattare in modo adeguato  rispondendo alle sollecitazioni che venivano dalle lavoratrici e dai lavoratori. Mi piace fare sindacato, mi piace il mio sindacato, perché la nostra contrattazione segue un  modello partecipativo e il contatto continuo tra lavoratori e Federazione di categoria, mi permette di arrivare alla soluzione dei problemi con la piena condivisioni di tutti.

Quali iniziative specifiche per la promozione del sindacato, della Fiba Cisl oltre che per favorire la contrattazione?
Mi sono impegnata nella comunicazione. Faccio informazione di aggiornamento sul dibattito sindacale intercorso nella settimana. Poi una newsletter domanda/risposta sui quesiti che mi pongono le lavoratrici e i lavoratori tramite rubrica on-line degli iscritti. Per esempio, se un lavoratore pone una domanda, la risposta viene data oltre che a lui personalmente, anche tramite e-mail a tutti gli iscritti con un linguaggio colloquiale. Questo serve per creare la Rete fra la Rsa e gli iscritti e ciò, oltre a essere utile a tutti, è stato utile anche all’organizzazione sindacale che ha visto aumentare gli iscritti. Queste novità sono state premiate dai colleghi con nuove adesioni anche in momenti come questi dove l’azienda concede sempre meno. Questo è un momento veramente duro. Nella nostra azienda, non unitariamente, solo come Fiba Cisl, abbiamo firmato con la direzione una Lettera d’Intenti basata su principi condivisi e rispetto nelle relazioni, che ci hanno portato a fare un percorso per arrivare e questo è l’obiettivo, a stipulare dei buoni accordi, soddisfacenti per entrambe le parti. Su tali principi si è firmato anche il primo Contratto Integrativo Aziendale di Gruppo che traccia il percorso di armonizzazione dei vari contratti senza perdita per nessuno. Anzi... Confesso che è stata dura mettere insieme diverse realtà aziendali confluite in un unico Gruppo, ma questo mi ha fatto crescere tanto nella conoscenza dei meccanismi contrattuali e nella loro evoluzione. Ho avuto l’umiltà di imparare, di capire la nuova realtà in cui mi trovavo. Mi sono trovata bene con i miei colleghi del Sindacato che mi hanno guidata. Le persone con cui mi sono trovata a operare sono persone ricche di valori, con sobrietà interiore e grande fiducia nell’Organizzazione. Entrando ho avuto subito molte responsabilità, ma mantenendo la linea dell’organizzazione, ho avuto sempre la conferma di percorrere la strada giusta. La mia fiducia nell’organizzazione è stata sempre premiata.

Come vedi la tua attività sindacale futura nella tua azienda?
Sul futuro? E’ un capitolo difficile. Oggi vedo molto individualismo, molta arroganza, e questo si ripercuote in tutte le situazioni. Ristabilire i rapporti e il riequilibrio nella relazione sindacale è un lavoro continuo ed estenuante. In questa crisi dei rapporti sindacali è importante mantenere la Rete con gli iscritti, da cui spesso arrivano le soluzioni, e potenziare l’unità sindacale anche se si fa molta fatica. In questa fase è necessario anche rafforzare la rappresentanza sindacale per lavorare al meglio per risolvere i casi personali che sempre ce ne sono, cercando di trasmettere alle persone la conoscenza dei diritti acquisiti e il ruolo fondamentale del sindacato, cercando di aumentarne l’adesione per una più forte e incisiva contrattazione. A volte sono stanca. Ho paura di non farcela. Spesso faccio fatica a gestire lo stress, i conflitti e le critiche, ma alla fine, penso di aver fatto la scelta giusta anche per me, per la mia crescita personale, e soprattutto sono veramente soddisfatta, perché vedo che questa scelta mi ha cambiato molto, ma in meglio. Grazie Cisl che mi hai permesso di incontrare tante persone, di alto livello umano, che mi hanno arricchito e ancora ti ringrazio! Ornella

06/06/2012
Luigia Cassina - Responsabile Coordinamento Donne Cisl