.
Bove, Cisl Milano: "Bisogna favorire gli ingressi legali e combattere caporalato e lavoro nero".
In un mercato del lavoro ancora segnato dai postumi della crisi economica causata dal COVID 19, la partecipazione dei cittadini stranieri, tra i più colpiti nel 2020 dal crollo dei settori del turismo, della ristorazione e dei servizi alle imprese, torna ad avvicinarsi nuovamente ai livelli pre-pandemia, in parte per un decremento degli ingressi per motivi di lavoro, in parte per una maggiore disponibilità dei migranti alla mobilità da un settore all’altro.
Rimangono però tra le fasce più fragili, soprattutto se si guarda alle tipologie di avviamento, per lo più a tempo determinato e con una maggiore probabilità di perdere il posto di lavoro, e alla componente femminile, che continua ad essere penalizzata. Non a caso, si registra un aumento delle famiglie straniere che vivono al di sotto della soglia di povertà.
E’ quanto emerge dal XII Rapporto sugli stranieri e il mercato del lavoro in Italia realizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
“Da una parte – osserva Maurizio Bove, responsabile Dipartimento Immigrazione della Cisl di Milano - è necessario quindi intervenire sulla normativa, per favorire gli ingressi legali per motivi di lavoro e combattere con efficacia caporalato e lavoro nero; dall’altra bisogna però investire innanzitutto sulla formazione in riferimento alla sicurezza sul lavoro, perché è in aumento il numero degli infortuni tra i lavoratori stranieri, e in secondo luogo sulle competenze di chi arriva nel nostro Paese, favorendo una progressione di carriera che ad oggi viene preclusa e che costituisce uno dei motivi per lasciare l’Italia non appena possibile per cercare un futuro migliore in altri Paesi”.
In allegato una sintesi e il documento integrale del Rapporto.