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Cetara, Sicet: “Occorre investire sulla manutenzione degli edifici popolari e servono interventi sul piano sociale”.
Il quartiere di case popolari di San Siro (Quadrilatero), nato tra gli anni ‘30 e ’40 del Novecento, era costituito di 6.000 alloggi a canone sociale. Con il crescere della città, da periferico è diventato semicentrale. Il Sicet, il sindacato degli inquilini della Cisl, lo ha analizzato in un Rapporto, presentato oggi in una conferenza stampa.
Nel tempo le abitazioni popolari sono diminuite, tra vendite (1.426) e valorizzazioni (600), tanto che oggi ne sono rimaste 3.991, di cui circa 700 sono sfitte.
“Il quartiere – osserva Roberto Cetara, segretario del Sicet di Milano - aspetta da decenni un piano di risanamento ed efficientamento generale per dare una casa e un contesto abitativo dignitoso ai suoi abitanti, mentre ALER e Regione hanno guardato da un’altra parte. Nel Quadrilatero l’emergenza sanitaria ha anche aggravato la pesante crisi economica e gli effetti più devastanti si sono avuti negli strati sociali più deboli, impoverendo un ampio settore che già prima era in difficoltà”.
Oggi la popolazione del quartiere è così composta: il 34% ha più di 66 anni, il 54% tra i 19 e 65 anni, il 11,8% meno di 19 anni; il 44% ha un reddito inferiore a 7.300 euro/anno e il 30% inferiore a 15.100 euro/anno.
“Per coloro che non riescono più a stare sul mercato privato delle locazioni – aggiunge Cetara - , la casa popolare rimane l’unica possibilità abitativa economicamente sostenibile. In questa fase ciò che può fare la differenza sono le ingenti risorse europee e statali che sono state movimentate per sostenere l’economia e in particolare il comparto dell’edilizia, di cui una parte dovrebbe essere destinata anche ai quartieri problematici. Ma le istituzioni sembra che si muovano su una logica che va in tutt’altra direzione, di cui il quadrilatero di case popolari di San Siro è un emblema, o come dicono alcuni esponenti istituzionali un ‘prototipo’”.
Dei finanziamenti previsti per il Quadrilatero, su un totale di 41 milioni di euro, 18 milioni sono per interventi sul patrimonio non abitativo, mentre dei 23 milioni destinati all’abitativo, 12,7 milioni sono teorici e dei restanti 10 milioni solo 7 andranno a ristrutturare le case popolari.
Il Sicet propone la costituzione di un Tavolo inter-istituzionale permanente per eseguire, con modalità partecipativa, gli interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento e di tipo sociale (Centro di aggregazione giovanile, una sede del Centro psico-sociale, il servizio di portierato in tutti i cortili...) di cui necessita il quartiere.