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Inas Cisl e Anolf in prima linea per patrocinare le cause contro la discriminazione. E per il futuro "attenzione" verso la discipina dell'Assegno unico.
Con la recente sentenza del 2 settembre 2021, nella causa C 350-20, la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito che è illegittimo escludere i cittadini stranieri privi di permesso di lungo periodo (la ex carta di soggiorno) da alcuni benefici economici, quali il bonus bebè, istituito nel 2015, e l’indennità di maternità per le madri disoccupate. Si tratta di prestazioni volte al sostegno della famiglia.
L’esclusione è in contrasto con l’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione e con la direttiva 2011/98 che riconosce il diritto alla sicurezza sociale a tutti gli stranieri con un permesso di soggiorno anche breve, purché consenta di lavorare.
Si tratta di un risultato importante, che pone fine ad un lungo contenzioso promosso dall’Inas di Milano che ha assistito il ricorso al giudice di numerosi stranieri che si erano visti negare il beneficio del bonus.
Ciò che ha permesso di giungere a questo traguardo è stata la decisione dell’Inas di Milano di presentare le domande per tutte le persone prive del titolo preteso dall’Inps, con il supporto del legale, l’avvocato Silvia Balestro, e la corretta interpretazione delle norme da parte, in primis, dei giudici di merito ed oggi della Corte di Giustizia.
La lotta alla discriminazione è, del resto, sempre stata oggetto di attenzione della Cisl, dell’Inas e di Anolf (l’ufficio immigrazione) che hanno patrocinato e promosso diverse cause nel corso degli anni per far valere il diritto degli stranieri a beneficiare delle medesime provvidenze spettanti agli italiani (a parità di condizioni e requisiti).
L’attenzione, oggi, è rivolta al diritto al pagamento degli ANF per gli stranieri con familiari all’estero, le cui domande vengono presentate dall’Inas a seguito dell’intervento della Corte di Giustizia anche su questo tema.
E nel futuro occorrerà valutare il diritto degli stranieri all’Assegno unico, che dal prossimo gennaio sostituirà tutte le due prestazioni indicate: se il requisito del permesso di lungo periodo sembra essere eliminato, è stato però introdotto quello della permanenza dello straniero per almeno due anni al fine di ottenerne il pagamento, con una evidente ulteriore limitazione.
Le cause contro la discriminazione sono uno degli strumenti fondamentali che la Cisl utilizza da anni per intervenire anche sulla normativa italiana in materia di immigrazione e correggerne, "pezzo per pezzo", i cortocircuiti dovuti alla necessità di un urgente aggiornamento, affinché sia finalmente adeguata alla realtà che intende regolamentare.
La Cisl milanese, con i suoi Servizi (Patronato Inas, Anolf, Ufficio legale) e in sinergia con le Federazioni di categoria, è fortemente impegnato anche nelle “battaglie” di principio, a tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori e delle lavoratrici, a prescindere dalla loro nazionalità.