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Marchesetti, Fai Cisl: "Situazione difficilissima. Il prossimo Decreto ristori sostenga anche questo settore".
I lavoratori agricoli, con lo slogan “Zero sostegni, zero diritti”, hanno protestato sabato 10 aprile davanti alle Prefetture di tutta Italia per chiedere attenzione verso un settore colpito pesantemente dalla crisi economica innescata dalla pandemia.
A Milano una delegazione con i segretari di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, è stata ricevuta dal viceprefetto Fabrizio Donatiello.
“La situazione è gravissima – ha osservato il segretario generale della Fai Cisl milanese Alessandro Marchesetti – anche in un’area relativamente poco agricola come quella metropolitana. Ma questo settore comprende anche chi lavora negli agriturismi e nelle aziende florovivaistiche. Stiamo parlando di migliaia di persone che sono sostanzialmente ferme da un anno e che chiedono di non essere abbandonate. Dopo i bonus di marzo e aprile 2020, di 600 e 500 euro, ci si è dimenticati di loro, mentre agli stagionali di altri comparti sono state riconosciute diverse indennità in ogni decreto”.
Anche l’ultimo Decreto Sostegni, lamentano Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, ha discriminato gli stagionali dell’agricoltura, escludendoli da ogni tipo di ristoro e facendo precipitare le loro famiglie in una condizione economica difficilissima.
Il viceprefetto si è impegnato a far pervenire le istanze del sindacato al Governo.
La manifestazione è stata promossa per anche per rivendicare “la garanzia per il 2020, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale, delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019; il bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza; l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei consorzi”.
I sindacati chiedono, inoltre, di riconoscere la “clausola sulla condizionalità sociale” nella Politica agricola comune (PAC), per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali; ed esprimono la contrarietà al tentativo di semplificare ancora di più l’uso dei voucher in agricoltura, che porterebbe a gravi ricadute sulle tutele e sui diritti dei lavoratori.