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I sindacati hanno incontrato online il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi.
"La scuola ed il sistema-formazione sono il volano della crescita del Paese. Con il patto per l’istruzione e la formazione dobbiamo aprire una stagione di innovazione partecipata su comparti fondamentali dei nostri giovani e del Paese”.
Lo dichiarano in una nota congiunta il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, e la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, presenti oggi al tavolo di confronto sulla scuola convocato dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.
“Abbiamo condiviso il metodo e l’impostazione che il ministro Bianchi ha voluto proporre oggi ai sindacati. E’ stato un incontro importante per dare continuità e profondità a un percorso concertato di riforme che veda nella scuola e nelle filiere della conoscenza dimensioni fondamentali per il futuro della comunità nazionale. L’obiettivo deve essere un Patto per l’istruzione e la formazione fondato su forti investimenti , sul protagonismo del lavoro, sulla valorizzazione del capitale umano, della formazione, delle competenze”.
Per la Cisl e la Cisl Scuola, l’impegno al dialogo costante, responsabile, partecipativo, deve trovare adeguato spazio nel rafforzamento delle relazioni sindacali a tutti i livelli.
“Bisogna aprire la stagione negoziale - sottolineano Sbarra e Gissi - e rimettere al centro le relazioni industriali e sociali per riallineare le condizioni di lavoratrici e lavoratori in termini di salari e di nuove tutele e organizzazione del lavoro, valorizzando contrattazione decentrata e ruolo degli organi collegiali. Per tutti i profili, va introdotto il principio della formazione come diritto soggettivo. Da subito e con urgenza vanno definite insieme le azioni per una conclusione sostenibile dell’anno scolastico e su una riapertura al 1° settembre in condizioni di massima efficacia e sicurezza, necessità fortemente avvertita dagli operatori della scuola, dagli studenti e dalle famiglie. Occorre un grande investimento nella stabilizzazione del precariato, sia docente che ATA, per dare al lavoro una stabilità che è condizione necessaria perché le scuole possano programmare e gestire in modo ottimale le attività. C’è da mettere mano ad investimenti veri, per risolvere sedimentate criticità di sistema che la crisi ha notevolmente peggiorato. L’Italia resta tra i Paesi che investono meno in istruzione, anche in termini di manutenzione edilizia e delle infrastrutture, fornitura dei servizi e trasporti dedicati, informatizzazione e medicina scolastica. Gli squilibri geografici sono laceranti: in molte aree del Mezzogiorno, ma non solo, la didattica a distanza è di fatto preclusa a causa di connessioni e reti digitali inesistenti. Il clima di coesione politica e le nuove, formidabili energie che ci arrivano dal Recovery Plan mettono finalmente il Paese di fronte all’opportunità di affrontare con successo questa svolta. Non possiamo perdere questa occasione. Dobbiamo mettere insieme responsabilità e competenze, orientare progettualità e politiche in modo concertato per declinare e realizzare riforme coerenti e all'altezza del ruolo strategico del Sistema dell’Istruzione e della Formazione per il presente e per il futuro del Paese".