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Cgil, Cisl, Uil: si all'iniziativa ma solo se coerente con l’intesa nazionale e concordata anche in Lombardia con le parti sociali.
Apprendiamo oggi dell’ennesimo annuncio dato all’unisono dall’assessore Moratti e dal commissario Bertolaso, sulla prossima puntata virtuale del piano vaccinale lombardo.
Questo si aggiunge, creando ulteriori attese e preoccupazioni, alle evidenti difficoltà di un programma di vaccinazione messo in campo dalla Direzione Welfare, che apre ogni giorno nuovi fronti senza, ad oggi, avvicinarsi nemmeno lontanamente ai prioritari obiettivi di vaccinazione illustrati nell’incontro degli Stati Generali ai primi di febbraio di anziani, fragili, personale sanitario e socio-sanitario.
Questa volta si tratta di somministrare vaccini ai lavoratori direttamente nei luoghi di lavoro, all’interno quindi di fabbriche, capannoni, uffici, cantieri, di dimensioni diverse e con strutture diversificate.
Addirittura si ipotizza l’adozione entro settimana prossima di una delibera già operativa.
Vorremmo ricordare all’assessore e al commissario, da un lato che i lavoratori hanno una voce e si esprimono attraverso le loro rappresentanze sindacali, a partire da quelle presenti negli stessi luoghi di lavoro; dall’altro, che l’organizzazione, la gestione dei rapporti di lavoro, la salute e sicurezza dei lavoratori, compresa ogni forma di trattamento sanitario, sono regolate, oltre che dalle leggi, dai contratti e dagli accordi stipulati tra i sindacati dei lavoratori e le associazioni di impresa.
Informiamo l’assessore, se non ne fosse a conoscenza, che proprio ieri, con il ministro del Lavoro e della Salute si è aperto il confronto tra Governo e parti sociali per verificare e condividere le condizioni di praticabilità di un piano nazionale di vaccinazione nelle aziende, che richiederà la condivisione di una indispensabile preventiva integrazione dei protocolli anti-Covid sottoscritti nel 2020.
Per tutto questo pretendiamo che ogni iniziativa di carattere regionale, mirata a far partire una campagna vaccinale nei luoghi di lavoro, sia solo in attuazione e quindi pienamente coerente con le intese che il Governo nazionale e le parti sociali dovessero definire nei prossimi giorni sulla materia e con i nuovi protocolli integrativi che saranno eventualmente sottoscritti.
Così come chiediamo con forza che Regione Lombardia apra un preventivo confronto con i rappresentanti dei lavoratori e delle imprese per concordare e definire tempi, modalità, criteri, strumenti applicativi e informativi dell’attuazione, nel nostro territorio, di quanto sarà concordato e definito nel confronto nazionale.
Cgil, Cisl, Uil Lombardia