SUCCEDE A MILANO
Sfrattato a 86 anni. Vergognoso

Domenico, 86 anni, nella tarda mattina di ieri, rientrando a casa, si è ritrovato la porta chiusa, la serratura cambiata e l’ufficiale giudiziario a consegnargli la notifica dell’esecuzione dello sfratto. Senza nemmeno il telefono, con tutte le sue cose chiuse nell’alloggio, anche le medicine, si è recato nel pomeriggio presso la nostra sede. Il Sicet ha informato il settore Assegnazione alloggi del Comune che ha concesso una sistemazione provvisoria in albergo. Questo succede nella Milano dell'Expo. Le chiacchere e le dechiarazioni di solidarietà per fatti del genere sono semplicemente ipocrisia. Non doveva succedere e invece è successo eppure il tempo per fare, a partire dal Comune, c'era ma nessuno si è mosso.

Già il 20 marzo scorso, grazie al presidio promosso dal Sicet (il sindacato inquilini di Acli e Cisl)  e alla presenza di diversi mezzi d’informazione, lo sfratto per morosità era stato rinviato. L’Ufficiale giudiziario, pur conoscendo le condizioni di salute dell’inquilino, non aveva indicato una data precisa, bensì, “in prosieguo dal 31 marzo” ed è ritornato insieme con la proprietà e il fabbro, ieri, martedì 13 maggio, senza avvertire l’inquilino, riuscendo così ad evitare un nuovo presidio e a restituire l’immobile alla proprietà.  Domenico, pensionato e in carico al Servizio sociale del Comune di Milano, da aprile 2012 non era più riuscito a sostenere i costi dell’affitto, che per 25 anni aveva pagato e la proprietà aveva incassato regolarmente. Il 20 marzo, contestualmente al presidio, il Comune aveva accolto la richiesta di assegnazione di un alloggio popolare presentata da Domenico, che da quel momento aspetta l’offerta dell’alloggio. Purtroppo, quella dell'anziano signore, non è una vicenda isolata.  Ad oggi a Milano sono oltre 300 le famiglie sfrattate con l’assegnazione sulla carta che aspettano, in mezzo alla strada o in sistemazioni di fortuna, l’offerta di un alloggio; circa 12.000 famiglie vivono il dramma dello sfratto, mentre vengono lasciati vuoti 7.000 alloggi pubblici di proprietà di Comune e Aler. Quanto tempo Domenico dovrà rimanere in albergo prima che gli venga offerta una casa? Fatti come questo sono inaccettabili e indegni. I diversi livelli istituzionali devono assumersi la responsabilità di affrontare e risolvere una condizione di emergenza abitativa sempre più drammatica per migliaia di famiglie.  Il Prefetto faccia immediatamente un provvedimento di graduazione della forza pubblica e di sospensione delle esecuzioni delle famiglie in possesso di un titolo di assegnazione di alloggio popolare;  Il Comune destini tutta l’offerta abitativa pubblica disponibile per fronteggiare l’emergenza. Regione e Comune stanzino le risorse necessarie per rendere assegnabili, con procedure veloci e trasparenti, le migliaia di alloggi sfitti pubblici.

14/05/2014
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