E’ stato rinviato all’11 febbraio prossimo lo sfratto di Luigi e della sua famiglia dal loro appartamento in via Bullona 3, a Milano, dove vivono da oltre 40 anni. Si tratta di un nucleo seguito dai servizi sociali del Comune, composto da due anziani con gravi problemi di salute, uno dei quali invalido all’80%, che vivono della loro pensione, oltre a un figlio che dispone solo di un reddito precario. E’ uno sfratto per finita locazione e la proprietà non ha voluto in alcun modo rinnovare il contratto di affitto. Luigi ha presentato domanda di casa popolare, sia con i bandi ordinari, sia per un alloggio temporaneo in emergenza, ma senza fortuna.

Lo sfratto è stato evitato grazie alla mobilitazione del Sicet, il sindacato degli inquilini della Cisl. Nel frattempo il Comune ha trovato una sistemazione provvisoria in un alloggio gestito da un’associazione. Ma la gravissima situazione dell’emergenza sfratti continua ad esserci.

Secondo il Sicet serve un cambiamento radicale sul tema dell’offerta abitativa pubblica a canone sociale, da parte dell’amministrazione comunale. Queste le richieste:
•    si aumenti il numero di alloggi pubblici disponibili sul tema dell’emergenza abitativa da parte del Comune;
•    si blocchi ogni scelta di sottrazione di alloggi dall’offerta pubblica a canone sociale;
•    si diminuiscano radicalmente le tempistiche di istruzione e verifica delle domande di case pubbliche delle famiglie in emergenza (alloggi SAT e AUTE);
•    si definiscano soluzioni abitative d’emergenza per le famiglie sfrattate, in attesa di assegnazione, rispettose della dignità delle persone e compatibili con le fragilità che caratterizzano spesso questi nuclei famigliari;
•    il Comune si faccia parte attiva presso la Prefettura per riaprire un confronto fra tutte le parti che abbia per obiettivo la graduazione delle concessioni della forza pubblica agli sfratti, in modo da favorire il più possibile il passaggio da casa a casa delle famiglie sfrattate.

Il servizio di Milano Pavia TV