BANCA NETWORK
La banca malgestita chiude

Senza lavoro la rete dei 54 promotori finanziari. Fiba Cisl: aumenti di capitale mai versati.

Non vogliono pagare per gli sbagli dei “vertici”. I dipendenti di Banca Network Investimenti hanno manifestato questa mattina a Milano contro la messa in liquidazione dell’istituto e il conseguente licenziamento di 54 persone. La storia della società è piuttosto complessa e secondo i sindacati l’epilogo di queste settimane è il risultato di manovre ed errori degli amministratori. Istituita nel settembre 2007, dalla cessione di Banca Bipielle da parte della Banca Popolare di Lodi (per circa 104 milioni di euro), Banca Network Investimenti è controllata da un mosaico di soci, che non sono mai andati d’accordo fra loro: il 50% del capitale azionario è in mano a Petunia (società costituita da Sopaf e Aviva),  il 15% (direttamente) a Sopaf, un altro 15% a Dea Partecipazioni (De Agostini), il 20% restante a Banco Popolare Soc. Coop. Che l’impresa non fosse nata sotto una buona stella è parso chiaro da subito, tanto che l’autorizzazione ad operare sul mercato è arrivata dopo ben 14 mesi dalla richiesta inviata a Banca d’Italia. Banca d’Italia che è poi dovuta intervenire nelle vicende interne con due ispezioni (una nel 2008, l’altra nel 2011), fino a decretare il commissariamento e l’amministrazione straordinaria per una serie di inadempienze.

«Banca Network Investimenti – scrivono in una nota Fiba Cisl, Fisac Cgil, Fabi e Dircredito - ha visto più volte, nella sua breve storia, delibere di aumenti di capitale, quasi mai  effettivamente versati a causa dei continui dissidi tra i soci, che non riescono a sedere allo stesso tavolo da ormai diversi anni, prassi che nemmeno l’intervento dei commissari straordinari è riuscito a modificare malgrado le iniziali forti rassicurazioni in merito».

«Da un anno stiamo facendo pressioni sui soci – spiega Eros Lanzoni, segretario della Fiba Cisl di Milano -, abbiamo scritto tre raccomandate a tutti, e per conoscenza ad Abi, Banca d’Italia e Ania, ma non abbiamo mai ricevuto risposte. Noi chiediamo che si prendano la responsabilità civile e morale del disastro che hanno combinato. Gli amministratori hanno affossato l’azienda, ma gli amministratori sono stati scelti dai soci che, quindi, devono farsi carico del futuro di quasi 60 famiglie. Non possono pensare di cavarsela così».

Banca Network Investimenti è (era) una banca d’affari, che nel momento migliore è arrivata ad avere 890 promotori finanziari (oggi sono circa 200, tutti liberi professionisti). Attualmente l’organico conta 54 dipendenti (più tre dirigenti), 15 dei quali hanno un accordo di rientro al Banco Popolare, attivabile in caso di crisi occupazionale, che per il momento è rimasto sulla carta. Nei giorni scorsi l’azienda ha stipulato un accordo per la cessione dei diritti dei promotori finanziari e delle masse gestite con Consultinvest Sim che (a parole) ha dichiarato la disponibilità ad assumere 6 persone. In ogni caso 33 restano ancora sulla strada.

13/07/2012
Mauro Cereda - m.cereda@jobedi.it
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