RAPPORTO AMBROSIANEUM 2012
Sempre meno giovani e occupazione

Secondo la ricerca della fondazione si stava meglio nel 1991: un giovane guadagnava 3mila euro in più all'anno. Ma la popolazione over 65 può avere un ruolo attivo nella società.

Una Milano degiovanalizzata, dove gli anziani superano i giovani e dove la componente immigrata ha sempre più peso. Il Rapporto sulla Città redatto da Ambrosianeum, la fondazione culturale che da 20 anni monitora lo stato demografico della città, quest’anno è inevitabilmente figlio della crisi che morde.

Anche a Milano tutti gli aspetti del cambiamento demografico sono accompagnati dall’allarmante mancanza di lavoro. Alcuni numeri: nei prossimi 15 anni a questi ritmi la fascia di 15-29enni passerà da 320 a 170mila unità e alla contrazione demografica si unisce la diminuzione ella partecipazione al mercato del lavoro. Attualmente poi, in città il tasso di occupazione degli over 50 è tra i più bassi d’Europa.

FIGLI DELLO STESSO TEMPO

E così vecchi e giovani si ritrovano a essere uniti nella stessa pericolosa spirale di povertà. Tra i 15-24enni solo il 29% lavora. Questo significa che la bassa qualità delle opportunità di impiego offerta ai giovani ha un’influenza notevole e sicuramente bisogna intervenire su questo, dicono gli esperti illustrando il rapporto. E gli anziani? Almeno quelli che attualmente sono sopra la soglia dei 65 anni in città, un primato ce l’hanno: sono (quasi al 70%) proprietari di una casa. Il rapporto fa anche una mappa dei quartieri invecchiati (Quinto Romano, Barona e Trenno) e quelli ringiovaniti (Ortomercato, Lambrate). Ma la casa non è tutto: l’80% degli anziani è convinto che la sua condizione economica sia deteriorata rispetto al recente passato.

OLD CITY?

Secondo Rosangela Lodigiani, che ha curato la parte dedicata agli anziani, forte della sua esperienza da sociologa all'Università Cattolica, dice: «Non c'è concorrenza tra ricerca di lavoro dei giovani e anziani. Chi prolunga la sua vita lavorativa avrà anche maggiore incidenza su ambiti diversi, su se stesso e sulla propria famiglia o rete sociale allargata». Il rapporto esamina anche il fenomeno degli anziani attivi, il loro impegno nell'associazionismo e le prospettive di scambi intergenerazionali che sono già realtà in città. Insomma, l'invecchiamento della società non è tutto male.

VENT’ANNI FA

Visto che è giunto alla ventesima edizione, il Rapporto non fa altro che rafforzare l’idea che i tempi d’oro anche per la città di Milano sono andati. Dice il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, che ha contribuito alla realizzazione della ricerca: «Se confrontiamo a parità di potere d’acquisto le aspettative di guadagno di un 20-30enne milanese nel 1991 con un coetaneo di oggi, scopriamo che il primo avrebbe guadagnato in un anno 13mila euro, il secondo è vicino ai 10mila». Già questo la dice lunga su come si è evoluta la società, tenendo conto che mediamente i giovani oggi sono più istruiti (al 20% il tasso dei laureati nella fascia under 30) e più “interconnessi” con il mondo.

Dopo aver analizzato la ricerca, il sindaco Giuliano Pisapia si dice però ottimista: «La città ha superato momenti difficili come il dopoguerra e gli anni 70 e ce la farà anche questa volta. Sono aumentate le situazioni difficili e c’è bisogno di vedere la realtà con sano ottimismo ma anche con realismo». Come esempi da perseguire e azioni concrete, Pisapia ha detto che «non ci sarà evoluzione finchè non si cambia la legge sulla cittadinanza che ora non risponde agli interessi delle persone». Per alleviare i lavoratori il sindaco ha ribadito il suo impegno «a mantenere l’Irpef solo per chi guadagna sopra i 33.500 euro annui e interpretare la necessità delle imposte secondo un criterio di equità. Non tutti possono pagare allo stesso modo quindi noi faremo dei distinguo». Come ne hanno fatti per i buoni dei libri scolastici, riordinando le gratuità per le scuole superiori, e cercando di mantenere equa l’attribuzione dell’Imu. «Le case degradate saranno esenti, e l’Imu per la prima casa non è stata aumentata rispetto alla vecchia Ici». Il sindaco ha poi ricordato l’iniziativa che ha lanciato con l’assessore al Welfare Piefrancesco Majorino, Una finestra sui diritti, volta a sensibilizzare i cittadini stranieri sui propri diritti e doveri.

L’arcivescovo di Milano Angelo Scola ha invece commentato il momento di crisi della città facendo riferimento ad altre responsabilità: «Nasciamo con un debito verso Dio, ma anche con un debito pro capite di 33mila euro appena abbiamo la vita in questo Paese. E non è un peso semplice da portare per la vita».

25/06/2012
Christian Dantonio - c.dantonio@jobedi.it
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