Sono 81 i comitati di cittadini che operano nelle zone della città e molti sono attivi da più di 10 anni. I partecipanti non sono giovanissimi. Inquinamento sicurezza e ordine pubblico sono le priorità.
Il senso civico è una delle caratteristiche ha fatto grande Milano. Nel tempo sono cambiate le modalità di partecipazione ma il radicamento rimane lo stesso: sono 81 i comitati di cittadini presenti a Milano, di cui circa un terzo ha più di 10 anni. Oltre il 20% si concentra tra Porta Ticinese e Porta Genova da un lato, e Viale Monza e Viale Padova dall’altro. Chi ci partecipa non è più giovanissimo (1 su 2 ha tra i 45 e i 64 anni), in quasi 1 caso su 2 è laureato e donna, e soprattutto è radicato nel suo quartiere: in 3 casi su 4 ci risiede da più di dieci anni, e così ancor prima di sentirsi italiano (66,5%) o milanese (64,1%), si considera un abitante del suo quartiere (68,4%). Si preoccupano soprattutto per il traffico (67,9%) e per il degrado del proprio quartiere (dall’inquinamento ambientale, alla questione della micro-criminalità, al rischio periferizzazione), vorrebbero essere più ascoltati dalle istituzioni (nel 46,1% dei casi). Partecipano per difendere la qualità della vita del posto in cui vivono, per dare un contributo alla città e per l’opportunità di restituire qualcosa alla società. E si impegnano attivamente in più attività: dalla creazione di momenti di socialità (come organizzare feste e/o momenti di aggregazione nel quartiere: 47,1%), alle attività di volontariato caritatevole e di beneficenza (37,5%), a forme di mutuo aiuto tra famiglie come l’accompagnamento dei bambini a scuola (24,9%). Ma non mancano poi la fornitura di veri e propri servizi pubblici, come le attività legate alla manutenzione al verde pubblico (19,3%) e quella della pulizia delle proprie vie (17%). Sono questi alcuni dei dati che emergono dal rapporto “I comitati dei cittadini a Milano” della Camera di commercio di Milano in collaborazione con il Consorzio AASTER.
Diffusione dei comitati dei cittadini
Quanti sono. Sono 81 i comitati di cittadini presenti a Milano, concentrati soprattutto tra Porta Ticinese e Porta Genova (9 comitati: l’11,3%), Viale Monza e Viale Padova (10%), Corso Magenta e Corso Sempione (8,8%) e Barona e Ronchetta sul Naviglio (8,8%). Sebbene quasi il 70% dei comitati milanesi sia stato costituito nel corso dell’ultimo decennio (l’età media dei comitati milanesi è infatti di 9,3 anni), circa un terzo dei comitati cittadini ha più di dieci anni e il 13,9% è stato costituito prima del 1990.
Chi partecipa. Ma come è l’identikit di chi partecipa nei comitati milanesi? Sia uomini che donne (circa la metà), non più giovanissimi (1 su 2 ha tra i 45 e i 64 anni, mentre meno del 10% ha una età inferiore ai 34 anni), con una alta istruzione (il 43,8% ha almeno un titolo universitario), generalmente lavoratori dipendenti (il 47,9%, in particolare impiegati nel 15,8% dei casi, docenti e dirigenti per il 10,5%), ma non manca una forte presenza di liberi professionisti (13,4%) e di pensionati e casalinghe (26,6%), fortemente radicati nel loro quartiere (nel 76% dei casi risiede ci risiede da più di 10 anni). E così non sorprende che chi partecipa ancor prima di sentirsi italiano (66,5%) o milanese (64,1%), si considera un abitante del suo quartiere (68,4%).
L’agenda dei problemi del quartiere. La questione che costituisce maggiore motivo di disagio per il proprio quartiere è quella legata al traffico (67,9%), seguita dall’inquinamento ambientale (56,1%). Il 46,1% sottolinea poi la poca attenzione per il quartiere da parte delle istituzioni, il 42,9% il problema del costo della vita, mentre la forte presenza di immigrazione extracomunitaria è al sesto posto (32,2%) seguita dalla questione sicurezza in relazione allo spaccio/prostituzione (25,2%).
Di cosa si occupano. Le aree tematiche per eccellenza di cui si occupano i comitati dei cittadini milanesi sono due: da un lato le tematiche ambientaliste (inquinamento, traffico, verde, ecc.: nel 45,1% dei casi un comitato agisce su questa tematica), dall’altro la lotta al degrado del proprio quartiere (scarsa manutenzione urbana, vita notturna rumorosa, ecc.: 43,9%). I comitati sono però attivi anche nei confronti nelle tematiche legate alle trasformazioni urbanistiche e alle grandi infrastrutture (costruzione di nuovi parcheggi, sviluppo immobiliare, ecc.: 36,6%), di quelle collegate alla legge e all’ordine (sicurezza, immigrazione, prostituzione, microcriminalità, ecc.: 22%) e alla periferizzazione dei quartieri (crisi scuole di quartiere, mancanza di servizi, ecc.: 20,7%).
Perché si partecipa. Lo si fa soprattutto per via del legame che si prova con il territorio (per difendere la qualità della vita del posto in cui si vive: voto 8,96 su una scala tra 1 e 10, per reagire al degrado delle condizioni di vita: 8,49, per dare un contributo al quartiere e alla città: 8,13, per difendere l’identità del posto in cui si vive: 7,11), ma anche per effetto di un senso di civismo etico (l’opportunità di restituire qualcosa alla società: 6,91, un senso del dovere: 6,66, per portare avanti un cambiamento sociale: 6,49). Meno rilevanti le ragioni di autorealizzazione (per il piacere di incontrare altre persone: 6,26, per soddisfazione personale: 5,45, perché utile per la mia attività lavorativa: 2,64).
Le attività dei comitati. Tra le attività portate avanti dai comitati dei cittadini milanesi, al primo posto c’è la creazione di momenti di socialità (come organizzare feste e/o momenti di aggregazione nel quartiere: 47,1%), seguita da attività di volontariato caritatevole e di beneficenza (37,5%). Un quarto dei partecipanti (24,9%) poi partecipa a una forma di mutuo aiuto tra famiglie per l’accompagnamento dei bambini a scuola. Ma non mancano poi la fornitura di veri e propri servizi pubblici, come le attività legate alla manutenzione del verde pubblico (19,3%), quella della pulizia delle proprie vie (17%), e quella dell’accoglienza e scambio culturale con gli immigrati insediati nel quartiere.
Le priorità per Milano. Per gli attivisti dei comitati cittadini, la prima priorità su cui intervenire per Milano è l’inquinamento (44,9%), seguito però a stretto giro dal tema della sicurezza e dell’ordine pubblico (43,7%). Al terzo posto il traffico (32,3%), seguito dalla richiesta di potenziare i servizi per la famiglia (scuole materne, ecc.) che permettano di meglio conciliare i tempi di vita e i tempi di lavoro (26,5%) e la necessità di ridurre il costo della vita in città (26,5%).
Temi su cui agiscono i comitati (risposte multiple, % superiori a 100)
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-legge e ordine (sicurezza, immigrazione, microcriminalità, prostituzione, ecc.) |
22,0 |
-tematiche ambientaliste (inquinamento, traffico, verde, ecc.) |
45,1 |
-degrado ambientale e movida (scarsa manutenzione urbana, vita notturna rumorosa, ecc.) |
43,9 |
-periferizzazione (crisi scuole di quartiere, mancanza di servizi, ecc.) |
20,7 |
-trasformazioni urbanistiche e grandi infrastrutture (parcheggi, sviluppo immobiliare, ecc.) |
36,6 |
Motivazioni personali per la partecipazione alle attività del comitato (valore medio; range 1-10).
Le attività dei comitati: partecipazione di attivisti e simpatizzanti in attività di produzione diretta di beni pubblici (% di chi vi ha partecipato “spesso” o “qualche volta”).
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Attivisti |
Simpatizzanti |
Totale campione |
-piantare alberi, fare volontariamente piccola manutenzione al verde pubblico |
37,3 |
12,3 |
19,3 |
-autogestire la pulizia delle proprie vie/piazze, manutenzione di piccoli monumenti |
38,1 |
9,6 |
17,0 |
-organizzare piccola manutenzione di case popolari |
8,5 |
6,9 |
7,3 |
-organizzare feste e/o momenti di aggregazione nel quartiere |
76,4 |
35,4 |
47,1 |
-gestire corsi di alfabetizzazione italiana per immigrati |
13,2 |
6,9 |
8,7 |
-organizzarsi con altre famiglie per accompagnare i bambini più piccoli a scuola |
15,6 |
28,4 |
24,9 |
-organizzare il presidio serale del proprio quartiere, di un parco, ecc. per sottrarlo al degrado urbano |
19,3 |
12,1 |
14,1 |
-organizzare attività di beneficienza (raccolta fondi, vestiti, cibo) per i bisognosi del quartiere |
40,0 |
36,5 |
37,5 |
-organizzare iniziative di accoglienza/scambio culturale rispetto a comunità di immigrati insediate nel quartiere |
26,5 |
12,3 |
16,2 |