di Maria Grazia Bove
Bisogna riconoscere che il nuovo Piano di Governo del territorio, approvato recentemente, ha apportato significative e positive modifiche all’analogo documento messo a punto dalla precedente giunta Moratti.
Innanzitutto si immagina una città che nel 2030 potrà crescere di 155mila abitanti a fronte di una previsione, poco verosimile, della precedente amministrazione, di 500mila nuovi milanesi. La prima conseguenza di questo ridotto incremento demografico, è che ci sarà meno cemento, attraverso una drastica riduzione degli indici e quindi della potenzialità edificatoria, abbattuta di oltre 4 milioni di metri quadrati, che, per chi non ha dimestichezza con le volumetrie , equivale a 124 Pirelloni!
A suo tempo le organizzazioni sindacali avevano depositato una serie di osservazioni al PGT della precedente amministrazione, in particolare in ordine al fabbisogno sociale dell’abitare: all’epoca tutte le osservazioni da noi proposte vennero respinte.
La nuova versione del PGT ha aumentato sostanzialmente la quota di edilizia residenziale sociale, nella sua accezione più ampia e cioè a canone sociale, convenzionato, concordato, moderato, residenza universitaria, vendita convenzionata agevolata, affitto con patto di futura vendita…Il problema della casa oggi coinvolge anche ampi settori del ceto medio che non è più in grado di sostenere mutui o affitti onerosi.
Il Comune quantifica in quasi 25mila alloggi il monte di edilizia sociale realizzabile, dei quali la parte più consistente è destinata all’edilizia convenzionata in vendita agevolata, e una parte residuale, di soltanto 3.686 alloggi, destinata alla casa popolare. Resta quindi ancora senza risposta adeguata la sterminata domanda di casa popolare: 21.500 le famiglie in lista d’attesa. Per dare una risposta appropriata alla reale domanda abitativa, serve programmare e realizzare urgentemente un’offerta adeguata di alloggi. È in corso in questi giorni un confronto sindacale con gli assessorati competenti per definire una politica della casa pubblica che individui aree di demanio comunale, immobili di proprietà del Comune e risorse economiche (anche Statali e Regionali) da destinare a interventi di nuova costruzione e di recupero del patrimonio esistente, anche per realizzare il pieno utilizzo degli alloggi sfitti. Il PGT deve ora essere pubblicato e in autunno potrà diventare operativo.
In questa crisi senza fine, come sindacato, auspichiamo che possano sorgere, proprio intorno all’urgenza abitativa, iniziative edilizie pubbliche e private di ripartenza.