IMMIGRATI-RICONGIUNGIMENTI
Stranieri, più di 2 anni per rivedere la famiglia

Milano e Monza, tempi più lunghi che altrove. La Cisl scrive ai ministri Cancellieri e Riccardi.

“Il tempo medio di attesa per una pratica di ricongiungimento famigliare destinata allo Sportello Unico della Prefettura di Milano ( Monza non ha la dotazione di personale e dunque è sprovvisto del servizio) sfiora ormai i due anni, a fronte di una legge che prevede l'evasione della pratica in 180 giorni”

Inizia così la lettera che Cgil, Cisl e Uil di Milano e Monza e Brianza hanno inviato al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri per denunciare i tempi dei ricongiungimenti familiari di cittadini stradieri che qui sono più lunghi rispetto ad altre provincie anche vicine. “La situazione – si legge ancora nella lettera-  rappresenta un gravissimo pregiudizio del diritto all'unità famigliare, rasentando –in particolare nei casi riguardanti i minori – la violazione di normative nazionali e internazionali . Durante l'anno e mezzo di attesa può accadere di perdere i requisiti fondamentali di reddito o di alloggio richiesti, sussistenti invece al momento della presentazione dell'istanza. Nel caso di ricongiungimento di figli minori, la lunga attesa interferisce, quando non impedisce, il corretto inserimento dei minori stessi nel percorso scolastico, acuendo così disparità che andrebbero invece trattate con la massima cautela.

Lo sforzo dello sportello unico nell'evadere le pratiche in arretrato (il 100% delle pratiche presentate) ha fatto venir meno anche la possibilità di richiedere la procedura d'urgenza per i familiari che la necessitano per motivi di salute, obbligando i richiedenti a cercare altri canali per portare il famigliare in Italia. I nuovi cittadini residenti nelle provincie di Milano e di Monza e Brianza, scontano quindi uno svantaggio enorme sul diritto all'unità famigliare rispetto a quelli residenti in provincie limitrofe dove i rispettivi SUI riescono ad evadere le pratiche in tempi certi e nei termini di legge”.

il video commento di Maurizio Bove, Dipartimento immigrati Cisl Milano

13/06/2012
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