LA TANGENZIALE ESTERNA MILANESE
Tem, ecco perchè va bene

Dopo 10 anni di attesa  è stato inaugurato il primo cantiere della Tem, la tengenziale esterna milanese che dovrà essere realizzata per l'Expo del 2015. Renato Zambelli, segretario della Cisl di Milano, spiega  come si è arrivati ad ottenere il consenso di gran parte delle comunità interessate e come siano stati sottoscritti tutti gli accordi necessari a garantire la sicurezza del lavoro e la trasparenza degli appalti.

“Un’ opera che mette a posto tutta la circolazione intorno a Milano”. Questa, almeno secondo il ministro Corrado Passera, dovrà essere la Tem (tangenziale sterna milanese), il gigante d’asfalto che dovrà essere completato entro il 2015, in tempo per l’Expo,  e che, secondo le stime, sarà in grado di accogliere oltre 70mila veicoli. Prima tappa il cosiddetto 'Arco Tem' lungo 7,3 chilometri da completare entro dicembre 2013. Tutta l’arteria dovrebbe essere completata entro l’1 maggio 2015: in pratica 1.053 giorni, da impiegare per realizzare i 33 chilometri del progetto. La Tem sarà finanziata da istituti bancari - tramite prestiti ponte, di cui il primo di 120 milioni è stato erogato a marzo - e soci privati, che in cambio avranno una concessione di 50 anni. «Il 70 per cento delle quote arriverà dalle banche, il 30 dai soci che cercheremo da qui ai prossimi tre anni», ha spiegato Podestà: la Provincia è difatti azionista di maggioranza della concessionaria, di cui detiene il 57 per cento.

Ma non tutti sono d’accordo, anche ieri in occasione del ‘battesimo’  comuni e ambientalisti  si sono fatti sentire.  Secondo Tangenziale Esterna spa (la concessionaria per la realizzazione dei cantieri) l’opera creerà 18.173 posti di lavoro nelle costruzioni e 10.045 nell’indotto.

“ Tem è l’esempio – commenta Renato Zambelli della segreteria Cisl Milano – che le grandi opere si possono fare con il consenso sostanziale di tutte le comunità interessate. Un passaggio impegnativo ma necessario che, per i comuni dei territori attraversati dalla nuova arteria e per quelli vicini, avrà ricadute non solo per quanto riguarda l’impatto ambientale. Gli accordi sottoscritti prevedono finanziamenti a favore di opere pubbliche e servizi sociali. Anche sul fronte della sicurezza e della legalità sono stati firmati tutti i protocolli necessari a garantire il regolare svolgimento dei lavori. E’ chiaro che le parole, come i documenti, da soli non sono sufficienti e quindi sarà compito nostro vigilare sull’applicazione degli accordi.

Non ultimo – conclude Zambelli- l’aspetto occupazione: la costruzione di nuove infrastrutture è una delle condizioni per creare nuovi posti di lavoro e mettere il sistema produttivo nelle condizioni di crescere”.

01/01/1970
redazione - info@jobedi.it
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