LOMBARDIA
Sanità, una riforma che stenta a decollare

A partire dalla cosidetta "presa in carico della cronicità" che la Regione vuol far partire in fretta nonostante le difficoltà e i numerosi ricorsi su cui si deve esprimere il Tar. Job clicca qui ha sentito anche il presidente dell'Ordine dei medici "Così viene meno la libertà di scelta del paziente".

Non è sicuramente compito facile esprimersi come sindacato sullo stato attuale della riforma sanitaria lombarda e sulla evoluzione del piano regionale della gestione dei pazienti affetti da malattie croniche.

Mi cimento comunque a farlo, sorretto dalle parole rivolte da Papa Francesco ai delegati della Cisl durante l'udienza loro concessa  a Roma il 28 giugno 2017.

In quella sede il Santo Padre  ha invitato la Cisl a giocare sempre il corretto ruolo sindacale a difesa dei lavoratori e delle giuste cause che li riguardano ,senza farsi distogliere dalle sirene della  politica o di chiunque altro abbia solo l'intenzione di sopprimere il vero spirito che anima il sindacato:aiutare il prossimo.

La riforma sanitaria lombarda allo stato attuale non ha ancora risposto adeguatamente ad una delle prime condizioni che ne hanno motivato la realizzazione :la valorizzazione e la ristrutturazione della medicina del territorio .

A tuttoggi abbiamo ancora gli ospedali sempre più in crisi per la diminuzione dei posti letto e con i Pronto Soccorso affollati  di codici bianchi e verdi .Il territorio non ha acquisito le condizioni per supportare anche le richieste dei cittadini affetti da  patologie non acute.

Sia a livello del territorio ,che dell'ospedale è sempre più penalizzante la carenza di organici in tutte le professionalità sanitarie .

Il livello del disagio degli operatori sanitari si è anche aggravato anche in virtù dell'accentuarsi delle varie forme di violenza esercitate nei loro confronti da assistiti decisamente “fuorigiro”.

In questo contesto sicuramente è da considerare che è giusta e benvenuta l'innovazione ,ma è anche da considerare fondamentale nel frattempo la manutenzione e la riparazione delle infrastrutture esistenti ,quelle che rispondono quotidianamente alle richieste dei cittadini.

Ed allora spesso il restyling è  preferibile e la fretta è cattiva consigliera.

Il piano per gestire i pazienti affetti da patologie croniche mi lascia alquanto perplesso perchè attuato troppo d'impatto, senza una verifica progettuale  , con numeri minori più facilmente gestibili.

La figura cardine del medico di medicina generale viene messa a margine dell'impianto innovativo e potenzialmente in conflitto con quelle degli altri colleghi medici specialisti per la prescrizione  di esami diagnostici e  di terapie per le malattie croniche.

L'impressione è che ci si preoccupi più di fissare gli appuntamenti che di eseguire prestazioni sanitarie utili ,efficaci ed con tempo idoneo a soddisfare le richieste degli assistiti.

Difficile per il paziente scegliere il migliore  tra i vari gestori  e qualora non lo scegliesse si troverebbe solo e disorientato, se non affiancato da un medico di medicina generale non aderente al piano cronicità.

Quante ore di lavoro verrebbero perse dai familiari per identificare  e scegliere il gestore più adatto?

E' immaginabile un aumento di spesa considerevole poichè verrebbero programmati esami e visite specialistiche magari non necessarie .

Il percorso dei pazienti non aderenti al piano cronicità diventerebbe  irto di ostacoli ,ma dobbiamo considerare che il tutto riguarda il 30% della popolazione lombarda .

E' ipotizzabile che il sistema sanitario regionale per la gestione dei pazienti cronici ,se in grado di reggere le richieste ,possa saturare l'offerta e pertanto spontaneo sorge chiedersi chi curerà il restante 70% di lombardi .

Difficile realizzare programmi di prevenzione in età lavorativa , proprio quella fascia di popolazione, che lavorando e producendo ,dovrebbe essere nelle migliori condizioni possibili di salute .

Il ruolo centrale pare assegnato più ai gestori che al paziente con un modello  sanitario  propenso più ad un sistema assicurativo che non ad un servizio pubblico.

Reputo pericolosa la concorrenza fra gestori per aggiudicarsi i pazienti “frequent users” . Potrebbe realizzarsi un eccesso di medicalizzazione ,già registrato negli USA,magari sfociando in una deleteria corsa all'automedicalizzazione.

Oltrettutto una buona rete di assistenza per le patologie croniche esiste già sia a livello territoriale che  ospedaliero,sia pubblico che  privato convenzionato ,quella che attualmente ha in cura i pazienti cronici quotidianamente .

Occorre regolarne i flussi e perfezionarne i percorsi ,assegnando la conseguente regia e responsabilità ai vari medici coinvolti.

Si tratta di ascoltare attentamente le esperienze e criticità degli attori che dispensano sanità :mmg,pls,specialisti ambulatoriali ed ospedalieri.

Solo allora ,collaborando tutti insieme ,si potranno superare difficoltà ed incomprensioni,migliorare l'informatizzazione ,curare  con saggia appropriatezza ,ecc.

Importante anche sarà da ricercare la collaborazione degli assistiti ,dispensando loro anche buone norme di educazione sanitaria ,facendo comprendere il valore delle prestazioni sanitarie offerte e programmando una efficace prevenzione sanitaria ed una buona cultura della salute sin dall'età scolare.

Non è da dimenticare in tutto questo contesto la programmazione di un necessario  ricambio generazionale delle professionalità sanitarie, che non può non tenere conto delle mutate esigenze maturate con il progresso della scienza medica e del necessario recupero dei valori sociali e morali che devono essere sempre presenti in qualsiasi società moderna ,ma sempre protesa al futuro.

La Cisl ,nella sua configurazione di federazione ,ha sicuramente a disposizione i mezzi per poter contribuire ad ogni operazione di miglioramento del sistema  sanitario ,potendo contare sui medici e veterinari,sulle altre professionalità sanitarie ,sui pensionati ,sui docenti scolastici e su tutte le categorie di lavoratori .

Può sicuramente contribuire  a realizzare  quanto predicato da Papa Francesco : aiutare il prossimo.

29/09/2017
di Danilo Mazzacane - segretario generale Cisl Medici Lombardia
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