SANITA' LOMBARDA
Cronicità, la rivoluzione della 'presa in carico'

I referenti dei pazienti non saranno più i medici di base ma gli Enti gestori. L'assessore "Un passo decisivo nell'attuazione della riforma". Soddisfatti i sindacati dei pensionati. I dubbi di Borghetti (Pd).

E' stata approvata dalla Giunta di Regione Lombardia una nuova delibera che completa la riorganizzazione avviata con la delibera dello scorso gennaio 2017 che ha innovato le modalità per l'assistenza alle persone con cronicità. Il nuovo provvedimento definisce nello specifico il ruolo del 'Gestore' ovvero di chi sarà titolare della presa in carico dei pazienti  e garantirà il coordinamento e l'integrazione tra i differenti livelli di cura ed i vari attori. Secondo l'Assessore al Welfare Giulio Gallera si tratta di un modello unico in Italia che migliorerà la qualità della vita ai cittadini lombardi garantendo nel contempo una maggiore appropriatezza.

I sindacati dei pensionati  si dicono soddisfatti:  “Siglata intesa con la Regione. Una piccola rivoluzione per 150.000 pazienti”
Sul piano per le cronicità messo in campo dalla Regione, Cgil, Cisl e Uil Lombardia e i rispettivi sindacati dei pensionati comunicano il raggiungimento di un accordo con l’assessore al Welfare, al quale lo scorso 14 aprile avevano consegnato le proprie richieste e proposte su alcuni aspetti del modello di presa in carico. “Il nuovo modello – spiegano i sindacati - coinvolgerà all’inizio 150.000 pazienti cronici, ma progressivamente si estenderà a una popolazione che oggi sfiora i 3 milioni di persone. Per loro il sistema sociosanitario regionale prevede una piccola rivoluzione, centrata su un'organizzazione nella quale il paziente venga costantemente accompagnato e affiancato nel piano di cura, integrando e pianificando tutte le prestazioni di cui avrà bisogno e creando presidi sul territorio in grado di garantire, per esempio, le cure in a seguito delle dimissioni sia a domicilio che in strutture dedicate, la riabilitazione, il monitoraggio”. “L’intesa raggiunta riguarda la campagna di informazione da destinare ai potenziali utenti, il rapporto con i gestori della presa in carico, cioè con le strutture pubbliche o private che realizzeranno gli interventi, e  le caratteristiche funzionali che queste strutture dovranno garantire”, afferma Ciro Capuano, segretario Uil Lombardia. “Si è condiviso - aggiunge Valentina Cappelletti, segretaria Cgil Lombardia - l’impegno a continuare il confronto, ancora da approfondire con un'agenda di incontri specifici, sulla rete dei servizi territoriali, compresi i posti letto per cure intermedie, post acuti e sub acuti, e sul monitoraggio degli esiti di salute che questo modello si prefigge di raggiungere”.
“Abbiamo concordato sul fatto che sarà necessario rendere operativa - sottolinea Pierluigi Rancati, segretario Cisl Lombardia  - la misura di riduzione delle rette nelle Rsa per le categorie Sosia 1 e 2 e Nuclei Altzheimer, con una specifica delibera da approvare entro la fine del mese di maggio”.

Assessorato al Welfare di Regione Lombardia, il commento dell'Assessore Giulio Gallera

“Attraverso il riordino della rete di offerta e la definizione delle modalità di presa in carico dei pazienti cronici e fragili compiamo il passo decisivo per l'attuazione della legge di evoluzione del sistema socio sanitario regionale, un modello unico in Italia che migliorerà la qualità della vita ai cittadini lombardi garantendo nel contempo una maggiore appropriatezza delle cure e quindi della spesa”. Lo ha detto l'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera commentando l'approvazione della delibera 'Riordino della Rete di Offerta e modalità di presa in carico dei pazienti cronici e/o fragili' che completa la rivoluzione nell'assistenza ai malati cronici avviata con la Deliberazione approvata nella seduta del 30 gennaio 2017 scorso su: “ G overno della domanda: avvio della presa in carico di pazienti cronici e fragili. Determinazioni in attuazione dell'art. 9 della legge n. 23/2015” “Nel provvedimento - ha spiegato l'assessore -, che attua quanto previsto dal 'Piano nazionale della cronicità', siamo andati a definire nello specifico il ruolo del ' Gestore ' ovvero di chi sarà titolare della presa in carico dei pazienti cronici e o fragili e garantirà il coordinamento e l'integrazione tra i differenti livelli di cura ed i vari attori. Possono essere gestori, le strutture sanitarie e sociosanitarie accreditate e a contratto con il Ssr (Sistema sanitario regionale), le cooperative di medici di Medicina generale, il MMG singolo come co-gestore di una struttura accreditata e a contratto”. “Il gestore - ha sottolineato il titolare regionale della Sanità -, che nell'intento di valorizzare la prossimità territoriale non potrà superare la quota massima di 200.000 pazienti presi in carico contemporaneamente, sottoscrive il patto di cura con il paziente e redige il Pai (Piano assistenziale individuale); prende in carico proattivamente il paziente, anche attraverso la prenotazione delle prestazioni; eroga le prestazioni previste dal Pai, direttamente o tramite partner di rete accreditati; monitora l'aderenza del paziente al percorso programmato”. “Per consentire l'attuazione del Pai - ha proseguito - esistono alcune funzioni di assistenza dal quale il gestore non può prescindere e che deve garantire. Le funzioni sono ricomprese in due macro ambiti: organizzativo e tecnologico. Per quanto riguarda quello organizzativo deve essere dotato di figure professionali inquadrate tra personale infermieristico, assistenti sociali e personale amministrativo; sul fronte tecnologico, invece, deve garantire un accesso rapido e facilitato del paziente a tutte le prestazioni programmate ed effettuate; infine, deve permettere la condivisione di tutte le informazioni relative al percorso di cura tra i diversi utenti, quali erogatore, medici di medicina generale, medici specialisti, Rsa, centri diurni, eccetera”. “Come più volte ribadito - ha proseguito - la Regione ha sempre sottolineato l'importanza di attribuire un ruolo cardine al medico di Medicina generale, all'interno della riforma. Per questo motivo sarà lui a scegliere come aderire al nuovo sistema: in qualità di gestore, organizzandosi in forme associative, sotto forma di co-gestore, collaborando con i soggetti gestori, (in questo caso redige il Pai e sottoscrive insieme al gestore il 'Patto di cura'). Nel caso non intenda partecipare alla presa in carico, potrà, in ogni caso, ricevere il Pai dal gestore scelto dal suo paziente, sul quale è chiamato a esprimere il proprio parere”.
“Affinché chi si candida a diventare gestore possa avere contezza del servizio e prestazioni che dovrà garantire - ha aggiunto l'assessore - abbiamo introdotto lo strumento 'set di riferimento'. Si tratta dell'insieme delle attività correlate alla patologia cronica che contribuiscono a individuare la tariffa . Sulla base di questo 'set' le tariffe di presa in carico, all'anno, saranno: pari a 35 euro per i pazienti mono patologici (livello verde); pari a 40 euro per i pluri patologici (2/3 patologie - livello giallo; pari a 45 euro per i pazienti con più di 4 patologie (livello rosso)”. “L'idoneità dei gestori - ha rimarcato - viene valutata, dall'Ats territorialmente competente, sulla base della modalità di erogazione delle attività di presa in carico; sulla completezza della filiera erogativa per i livelli e le aree di patologia o set di riferimento per cui si candida; sulla copertura dell'area territoriale e sul coinvolgimento del MMG (medico di Medicina generale) e dei Pls (Pediatra di libera scelta)”.

Carlo Borghetti (Pd)

-Quello della presa in carico della cronicità è  un nuovo sistema che potenzialmente può interessare 1 lombardo su 3, perché tanti sono coloro che soffrono almeno di una malattia cronica (cardiopatie, diabete, malattie respiratorie o neurologiche, ad esempio), malattie che rappresentano oltre l'80% delle cause di decesso e impegnano quasi il 70% della spesa sanitaria. Cosa succederà? In pratica il paziente non si rivolgerà più al proprio medico di famiglia per tutto quello che riguarda la sua cronicità, ma sceglierà un "ente gestore" (col quale dovrà firmare un Patto di Cura) che lo seguirà nella prescrizione di visite, esami e terapie al posto del medico. L'ente gestore potrà essere scelto all'interno di una lista di enti gestori che si saranno accreditati, e che riceveranno, dalla Regione, unbudget economico per ogni paziente che si prenderanno in carico, in base a un Piano Assistenziale Individuale (PAI).

Non voglio qui entrare in dettagli troppo tecnici (seppur fondamentali), tralascio qui il problema di chi debba costruire il Piano Assistenziale e la questione della necessità di non escludere il medico di famiglia (che già conosce il paziente), e mi soffermo solo su alcune questioni problematiche: in primis, non si può ridurre l'assistenza al cronico a una sequela di esami e prestazioni senza curare la persona "intera" (come viene insegnato ai medici). Tutti sanno che bisogna curare la "persona", e non la "malattia"…

E poi: chi suggerirà ai pazienti a quale ente gestore rivolgersi? Come faranno i cittadini a decidere a quale struttura o ente gestore rivolgersi? Gli enti gestori saranno in maggioranza privati, con tutta probabilità: e se un paziente volesse restare nel suo territorio con la struttura pubblica a cui abitualmente si rivolge da anni, e in quel territorio si candidano solo enti privati, come entra il paziente in questo nuovo sistema? Deve abbandonare la struttura cui si è sempre rivolto? Chi garantisce nel tempo il corretto aggiornamento e svolgimento del Piano Assistenziale quando il paziente peggiora? Come fa un paziente, nel momento che ha un nuovo disturbo, a sapere se si deve rivolgere al proprio medico di famiglia, o se deve andare dall'ente gestore che ha scelto per la sua cronicità? In base a quali elementi la Regione ha deciso che i medici di famiglia non sono più adatti a curare i pazienti cronici? Non bastava dare più supporto ai medici di famiglia? Non c'è forse il rischio diospedalizzare ancora di più il sistema sanitario lombardo?...

Ai sensi della riforma sanitaria (presentata nel 2014) dovevano essere costituiti per la cronicità iPresidi Ospedalieri Territoriali (POT) e i Presidi Socio-Sanitari Territoriali(Presst): sono passati ormai due anni e quella previsione è rimasta inattuata... ora, perché la Regione vuole partire con il nuovo sistema degli enti gestori -entro fine anno- se non ha ancora realizzato i POT e Presst pubblici? Perché la Regione vuole consentire agli enti gestori di subappaltare prestazioni fino al 10% (e anche oltre) ad altri enti chenon sono ancora stati inseriti a contratto nell'attuale sistema pubblico?

Noi vediamo il rischio di una gestione delle prestazioni che metterà in competizione i gestori sulla base della loro capacità di attrarre i pazienti più remunerativi risparmiando sulle prestazioni. Non siamo certo contrari ai cambiamenti, se sono migliorativi, e c'è bisogno di governare finalmente meglio la spesa sanitaria per i cronici in questa Regione... ma questa novità ci preoccupa. Se a queste domande arriveranno, da Maroni e soci, risposte concretee convincenti la rivoluzione potrà avere delle chances di riuscita, altrimenti intravediamo un esito triste:il sistema sanitario pubblico lombardo perderà ulteriori pezzi. Noi siamo a favore di un servizio che cammini sulle due gambe di cui oggi è dotato, quella pubblica e quella privata, ma rilanciando il pubblico, non sostituendolo ulteriormente col privato.

E la monetizzazione della cronicità metterà a serio rischio la appropriatezza e l'efficacia delle prestazioni che saranno offerti ai pazienti…

*Per saperne di più leggi la delibera allegata di Regione Lombardia, approvata dalla Giunta lo scorso 4 Maggio

15/05/2017
ALLEGATO SFOGLIABILE
DGR_presa_in_carico_malati_cronici_maggio_2017
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