AL CONGRESSO CISL
Sala: “Milano è attrattiva per i giovani ma servono case. E verde”

Dove cresce, come cresce la Grande Milano. Al congresso di Cisl Milano Metropoli moderato dal direttore di Job, Piero Piccioli, istituzioni ed esperti a confronto.

Il post Expo, la Città della salute, gli scali ferroviari che dovranno diventare il fiume verde di Milano. La città, a due anni dall'Esposizione universale è in piena rinascita. Ma al congresso di Cisl Milano Metropoli, nel dibattito moderato dal direttore di Job, Piero Piccioli, sono emerse diverse criticità che la buona performance di eventi e turismo non possono cancellare.

“Sui temi dello sviluppo si confronta la città di Milano, che già negli ultimi anni è stata in evidenza ribalta non solo italiana, ma globale, per operazioni di recupero urbanistico”, ha detto aprendo il dibattito Danilo Galvagni, segretario generale di Cisl Milano Metropoli.

Ma all'interno dello sviluppo delle aree dismesse, dice il direttore Piccioli, “ci si confronta anche sull'idea di sviluppo che vuole adottare la città, socialmente e dal punto di vista del lavoro”.

Galvagni ha osservato che “complicato è costruire dove c'è già un tessuto, quello che vogliamo fare è riproporre le sinergie e attrattive di Expo, per una città che non va solo a dialogare con chi vuole investire nell'immobiliare di lusso, ma vogliamo parlare di una cultura inclusiva e aperta al mondo che cambia. Sono tutte aspettative che come organizzazione sindacale appoggiamo. Siamo carenti ancora di informazioni, abbiamo dei progetti ma non abbiamo la preparazione necessaria per capire come la città potrà cambiare. Noi rappresentiamo i pensionati e i lavoratori che saranno al servizio di questa nuova Milano, che l'abiteranno. Ma vorremmo esserne padroni nelle scelte fondamentali, quelle della politica”.

Una Milano che “è città principale d'Italia per nodo industriale importante e si deve far portavoce di un progetto che coinvolge tutti i settori produttivi, dalla finanza all'artigianato”, sottolinea il sindaco di Milano Beppe Sala, intervenuto al dibattito anche in veste di sindaco della Città Metropolitana.

Sala ha sottolineato quanto si debba lavorare assieme “per una Città Metropolitana che vive un momento di reale difficoltà perché nasce non completa”. Difficile svolgere il ruolo di amministratore di città metropolitana “non sapendo su quali finanziamenti del governo si possa basare l'operato, se non c'è soluzione a breve non ci saranno risorse per le strade, edilizia scolastica, ambiente, nel nostro caso dell'Idroscalo”.

Sala ha notato che anche con gli altri sindaci del mondo “si parla di confini metropolitani, non più comunali”.

Il sindaco ha assicurato che il completamento della M4 “sarà l'ultimo degli elementi della concentrazione sulla mobilità urbana, ora è arrivato il momento di considerare la mobilità metropolitana”.

Lo smog è un problema per la città per la scarsa ventilazione aggravata dall'ingresso di macchine in città. Da 1,7 milioni di abitanti era scesa a 1,3 e ora risale grazie alla scelta dei giovani, che vengono qui per le università. “Sono 200mila, 18mila dall'estero. Entro 4 anni al Politcecnico ci saranno metà degli iscritti stranieri”, dice Sala che non nasconde preoccupazione per le difficoltà di trovare casa. Ma poi rilancia sugli scali ferroviari delle FS in città che dovrebbero diventare il fiume verde: “Trovo naturale che il 60% dello spazio edificabile sia verde, chiediamo che ci siano abitazioni che vadano a un livello di prezzo accettabile, con servizi che si sviluppano attorno e le opportunità per tutte le fasce di popolazioni. Che fortuna che abbiamo ad avere spazio per costruire in maniera sana 3,5 milioni di mq tra Expo ed area ex Falck. Sarà lunga ma non mi pongo il problema di veder terminati gli scali. Piuttosto, sarebbe un disastro se finissi il mio mandato senza aver visto l'avvio del lavori”.

A 18 anni Beppe Sala era arrivato alla Bicocca per lavorare alla Pirelli. Ricorda alla platea dei delegati Cisl: “Nel 1983 questa era la città delle industrie, mi ricordo del nero fumo sulle macchine. Poi è arrivata l'illusione che la finanza potesse guidare le sorti della nostra città. E ora è arrivato il modello giusto: misto, con industria che c'è, settori della creatività moda e design, le università, turismo. Chi di noi 10 anni fa avrebbe pensato che a Pasqua 2017 la seconda meta turistica d'Italia sarebbe stata Milano?”

Il sindaco ha aperto poi al dialogo col sindacato: “Dobbiamo partire dalla condivisione, il sindacato ci richiami al dovere di avere lavoro sano e in regola. L'opportunità l'abbiamo, ma dobbiamo essere rapidi: mi confronto su investitori e aziende, non stanno a pensare sulla competitività o il costo del lavoro. Ma pensano alla lentezza e la burocrazia. Cercherò di far prevalere il mio pragmatismo”.

Da Sesto San Giovanni, uno dei comuni più grandi della Città Metropolitana, l'assessore al Bilancio Virginia Montrasio ha sottolineato altri aspetti: “La città metropolitana sconta vari problemi, bisogna riempirla di contenuti e farne una rappresentazione politica alta e portarci le migliori pratiche che portino sviluppo. Deve essere necessariamente inclusiva e policentrica. La grande differenza con l'ex provincia, è che non c'è più la periferia ma ci sono tanti centri e luoghi di eccellenza. Ci saranno benefici per tutti”.

Sesto San Giovanni sarà sede della Città della salute e della ricerca, su cui l'amministrazione punta molto. I lavori sono già partiti, le bonifiche sono state fatte fino a 16 metri di profondità, con particolari cautele, ed è un'opera di 1,4 milioni mq unica in Italia per dimensioni, investimenti tra pubblico e privato (50 milioni da privati) e nei prossimi 6/7 anni arriveranno 3 miliardi di euro la più grande rigenerazione di suolo inquinato in corso in Italia. “L'operazione è a zero consumo di suolo e ospiterà strutture pubbliche come l'ospedale neurologico Besta e l'Istituto dei Tumori. Abbiamo candidato Sesto per la Scuola di alta formazione di ricerca sulla salute con investimenti della Bicocca e Regione pensando allo sviluppo dell'indotto dell'eccellenza che possa portare sviluppo. Fare la health valley attrarrà investimenti, ci saranno settemila persone al giorno che usufruiranno di beni e servizi e bisognerà garantire la continuità assistenziale e welfare per i malati e famiglie che saranno ospitati”.

Già da adesso il comune azzera la fiscalità locale per imprese con almeno 3 dipendenti per i primi due anni. Ci sono 11 km di distanza tra l'ex area Falck, dove sorgerà la cittadella, e l'ex Area Expo. Il comune spingerà sull'interconnessione tra le due zone.

Giuseppe Bonomi, ad di ArExpo spa, la società che ha in mano il destino dell'area Expo rilancia: “La fortuna non basta, il sindaco ha espresso una sua visione e probabilmente è la visione giusta per disegnare grandi processi di trasformazione territoriale. Expo Dubai per il 2020 ha già progettato il dopo, noi un anno fa eravamo al buio per questo. Ora dalla visione si è passati a imprimere una vocazione all'assetto definitivo dell'area e si dovrà passare all'attuazione”.

I plus sono che l'area è bonificata, è tra le migliori aree infrastrutturate d'Europa, è stata utilizzata (e sarà anche quest'anno) per occasioni ricreative d'estate. “Abbiamo fatto analisi riferendoci a un modello di sviluppo dei parchi scientifici e tecnologici stranieri – dice Bonomi – e questo sarà il più grande campus di ricerca. Lo Human Technopole avrà un moderno campus universitario e un moderno ospedale con istituto ricerca di cura a carattere scientifico, le aziende del farmaceutico che abbiamo contattato hanno risposto bene”.

Secondo le proiezioni, ci saranno 240mila mq di superficie stimati e oltre 8mila addetti da sommare alle 20mila persone dell'università e 1500 ricercatori da tutto il mondo. “Utilizzando fondi di programmazione comunitaria rivolti a piccole imprese che progettano innovazione tecnologica potrà diventare una vera città che non chiude alle 18”, chiosa Bonomi.

“Il bilancio di una città dovrebbe essere fatto in maniera diversa – obietta l'urbanista Giancarlo Consonni, professore emerito del Politecnico di Milano – ricordiamoci che i 64 miliardi che gravano sul portafoglio delle banche derivano da edilizia che supera la domanda. Sono progetti di natura speculativa. Porta Vittoria , Santa Giulia anche Bicocca è un modo di costruire da agente immobiliare. A Bovisa ci sono 4 edifici terziari vuoti. Gli studenti scappano alle 6, bisogna inseguire un altro modello. Che è quello della coesione sociale e crescita collettiva del corpo sociale”.

Il professore valuta positivamente l'afflusso degli studenti negli atenei di città: “200mila studenti su 1,3 milione di abitanti sono un'energia strepitosa, ma gli diamo ospitalità? Al Politecnico non c'è manco la mensa, ci sono i baracchini”. Tanto per ricordarci che le città si costruisce il tessuto relazionare.

20/04/2017
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