CGIL, CISL E UIL
Il Comune di Milano apre al confronto con i sindacati

Il sindaco Sala convoca Cgil, Cisl e Uil il 13 gennaio. Galvagni, Cisl: "Il tempo dei protocolli di carta è finito con Expo, ora servono decisioni condivise".

L’appuntamento è fissato. Il 13 gennaio il sindaco Giuseppe Sala incontrerà i vertici milanesi di Cgil, Cisl e Uil per discutere del piano per le periferie. Ma probabilmente sarà anche l’occasione per mettere sul tavolo il nodo dei rapporti tra l’amministrazione comunale e i sindacati. Soprattutto dopo le parole del segretario metropolitano della Cgil, Massimo Bonini, che ha pubblicamente lamentato la scarsa attenzione a suo giudizio manifestata dal primo cittadino per il mondo del lavoro. Le lettere di convocazione per il vertice del 13 gennaio sono state recapitate ieri. «Guarda caso», si mormora alla Camera del lavoro, alludendo alla concomitanza con la protesta del segretario. «Era in programma da alcune settimane — assicura l’assessore al Lavoro Cristina Tajani — ma le vicende degli ultimi tempi hanno rallentato le convocazioni. Il confronto con le parti — aggiunge — è uno degli elementi imprescindibili per la pubblica amministrazione E quello sulle periferie sarà un confronto nel merito». L’assessore Tajani esclude un atteggiamento negativo da parte del sindaco e dell’esecutivo di Palazzo Marino: «Da parte mia di sicuro no — dice — ma comunque questa amministrazione ha solo sei mesi di vita, Sala ha detto che avrebbe aperto il confronto con tutti e adesso arriva la prima occasione, che comunque era stata già decisa da tempo, non nasce oggi sulla scia delle proteste».

Proprio ieri, su queste pagine, il segretario della Cgil milanese Massimo Bonini ha contestato al sindaco Giuseppe Sala di non aver inserito il tema del lavoro nel Patto per Milano e di aver finora «trattato da spettatori» i sindacati, cioè di non averli coinvolti nella discussione dei piani per la città. Una posizione condivisa senza riserve dai leader delle altre due sigle confederali. «Bonini non ha torto a criticare Sala — commenta il segretario milanese della Cisl, Danilo Galvagni —. Siamo tornati in sei mesi alla terapia della giunta Pisapia, che convocava le organizzazioni sindacali quando era in difficoltà». E a proposito del nuovo fronte aperto con Sala, aggiunge: «Noi non abbiamo aspettato che finisse la luna di miele della città col sindaco, abbiamo indicato subito i limiti dell’azione della giunta che ha messo sul tavolo i grandi temi dello sviluppo della città in modo parziale, direi strabico, senza dare priorità a giovani, lavoro e welfare. E poi attorno a quel tavolo si è avuta l’impressione, in alcuni momenti, che a dettare l’agenda fossero alcune associazioni d’impresa. Intendiamoci, il Comune deve discutere con tutti ma se si dimentica chi rappresenta i lavoratori la strada si fa in salita». Un rapporto compromesso? «C’è tempo per recuperare. Ma il tempo dei protocolli di carta è finito con Expo, ora servono decisioni condivise. Noi ci attrezzeremo, anche perché le difficoltà del mondo del lavoro e di chi soffre crescono».

Anche il segretario della Uil Danilo Margaritella è critico: «La politica bussa dai sindacati soltanto quando ha bisogno. Sala è venuto a incontrarci in campagna elettorale e da allora non lo abbiamo più sentito. Ma spero che il piglio renziano che induce a snobbare le parti sociali, e i sindacati in particolare, non faccia proseliti a Milano». I fronti aperti con il Comune riguardano le case popolari e i dipendenti dell’amministrazione: «Sala ha vissuto un’esperienza positiva con noi all’Expo — aggiunge il leader Uil — quindi ci conosce e sa che se non ci sospinge al ruolo di controparti possiamo collaborare». Entra nella polemica anche la coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini: «Si è rotto qualcosa a Palazzo Marino, se il maggior sindacato della sinistra, la Cgil, che ha sostenuto Sala in campagna elettorale, ha sentito il bisogno di sottolineare che nel Patto per Milano si è dimenticato del lavoro».

( Giampiero Rossi, Corriere della Sera 29-12-16 )

29/12/2016
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