INDAGINE
La crisi si fa ancora sentire. Aumentano i poveri

Presentato il Dossier sulla povertà della Caritas Ambrosiana. Crescono gli italiani in difficoltà. Problemi per lavoro, reddito, casa.

La crisi ha colpito duro. Dal 2008 ad oggi sono aumentate le persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese. E tra esse, sono gli italiani a mostrare il disagio più acuto e la minore capacità di resilienza. A dirlo sono i dati del XV Rapporto sulla povertà presentato dalla Caritas Ambrosiana. Oggi gli utenti che si rivolgono alla rete dei 370 centri di ascolto diffusi in tutta la diocesi (la più grande al mondo, con un territorio di 5,4 milioni di abitanti e 1.107 parrocchie), sono per il 37% italiani e il 63% stranieri, ma la quota di connazionali è in costante crescita (nel 2008 erano il 24%). Lavoro, reddito e casa sono i problemi principali.

“I dati che emergono dal Rapporto -  evidenza il segretario della Cisl milanese, Giuseppe Oliva – sono davvero preoccupanti. La crisi non ha ancora finito di fare sentire i suoi effetti e, per quanto riguarda l’occupazione, colpisce le categorie più deboli: i lavoratori maturi e i giovani. I primi si trovano in mezzo al guado, sono lontani dall’età pensionabile, ma hanno molte difficoltà a ricollocarsi; i secondi hanno lavori precari, spesso sottopagati, e fanno fatica a costruirsi un progetto stabile di vita. La politica sta cominciando a dare delle risposte, ma non bastano. Serve anche un grande sforzo sulle politiche attive per il lavoro”.
I centri di ascolto sono le “sentinelle” della Caritas sul territorio. I volontari che li animano intercettano le domande e cercano di offrire delle risposte: direttamente (ad esempio con il  confezionamento di pacchi-cibo o pacchi-vestiti) o indirettamente (come quando indirizzano le persone che cercano un impiego). Questo il profilo tipico dell’utenza: straniero (63%, ma era il 74% nel 2008), donna (56,8%), tra i 25 e i 44 anni (49,8%), coniugato (43,4%), con scolarità bassa (55,1%), con problemi di lavoro (56,2%), in difficoltà economiche (53,4%).

Il bisogno rischia comunque di generare tensioni tra italiani e stranieri, su cui c’è chi specula in chiave elettorale.

“La crisi è stata un terremoto sociale - sottolinea il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti -; ha aperto una faglia dentro la quale sono finiti gli ‘equilibristi’, quelli che stavano sospesi sulla soglia delle povertà. Oggi sono loro, in genere italiani ultracinquantenni a fare più fatica a risalire dal baratro. Se si abbandonano le persone in stato di povertà, cadranno nel tranello di chi dice loro che c’è qualcun altro che gli ha portato via il poco che avevano. La Chiesa vuole stare accanto a chi soffre, ma da sola non può farcela: bisogna che la politica dia le risposte; predicare la guerra tra i poveri serve solo a far esplodere le tensioni, specie nei quartieri periferici più difficili”.
Uno dei bisogni più forti è la casa. Dal 2008 al 2015 le persone che hanno espresso richieste legate all’abitazione sono aumentate del 64,2%.

“Secondo i dati del rapporto 2015 del ministero dell’Interno – nota il segretario generale del Sicet Lombardia, Pierluigi Rancati - la nostra regione è quella che presenta il maggior numero di sentenze di sfratto, il 19% del totale nazionale, ed è anche la regione con il maggior numero di sfratti eseguiti con l’intervento dell’ufficiale giudiziario (il 17,6% del totale nazionale). Si tratta di un numero che non tiene conto dei rilasci spontanei, a fronte delle 61.268 richieste di esecuzione presentate dalla proprietà agli ufficiali giudiziari (il 18% in più rispetto al 2014)”.

Il disagio abitativo è particolarmente avvertito nella fascia di età compresa tra i 15 e i 34 anni: 1 giovane su 5 tra coloro che si sono rivolti alla Caritas ha presentato questo problema; tra gli ultra65enni il dato scende al 13,6%.

17/11/2016
Mauro Cereda - mauro.cereda@cisl.it
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