MANIFESTAZIONE
Tessile: dopo 18 anni, venerdì i lavoratori lombardi in piazza per il contratto 

Nella regione sono circa 150mila gli addetti, 32mila le imprese interessate dalla mobilitazione.

Dopo circa 18 anni i lavoratori del settore tessile abbigliamento delle aziende associate al Sistema Moda Italia di Confindustria tornano in piazza per rivendicare il rinnovo del contratto nazionale scaduto il 31 marzo di quest’anno.

Venerdì 18 novembre incroceranno le braccia per 8 ore per lo sciopero regionale proclamato da Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil della Lombardia e dalle 10  saranno in presidio davanti alla sede Smi-Confindustria, in viale Sarca 223 a Milano.

Sono circa 150.000 lavoratori e 32.000 le aziende lombarde interessate dalla mobilitazione, che a livello nazionale riguarda circa 450mila addetti.  “Nelle centinaia di assemblee svolte in queste settimane abbiamo illustrato alle lavoratrici e ai lavoratori la situazione e lo stallo del confronto e hanno giudicato irricevibili alcune proposte sul tema dell’orario, delle ferie, dello straordinario e delle flessibilità della prestazione lavorativa nel suo complesso, senza contare la diversa impostazione sugli aumenti salariali, erogati esclusivamente dopo la verifica di un eventuale aumento del costo della vita”, spiega Luigi Cannarozzo, segretario Femca Cisl Lombardia responsabile comparto Moda. “Ormai da molti anni – aggiunge - questi lavoratori vivono e hanno pagato pesantemente in termini occupazionali ed economici il perdurare di una crisi del settore tessile che continua comunque a far riconoscere in tutto il mondo la qualità del Made in Italy”.

La Femca Cisl, unitariamente alle altre sigle sindacali, ha già firmato rinnovi dei contratti nazionali, ma anche per lo stesso comparto con l’associazione industriale Confapi proprio per il tessile e la moda.  “Appare pertanto evidente – sottolinea Cannarozzo - come la posizione del Sistema Moda Italia e di Confindustria sia strumentale e funzionale ad altri obiettivi, politicamente miope e poco orientata ad entrare nel merito delle nostre proposte che vogliono invece far rilanciare il settore, migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’occupazione e far ripartire gli investimenti con una nuova e moderna politica industriale”.

Per questi motivi, venerdì mattina lavoratrici e di lavoratori arriveranno a Milano da tutte le provincie della regione per manifestare la loro indignazione, per essere protagonisti e far modificare una impostazione datoriale che non riconosce il valore del contratto nazionale, le professionalità e le capacità delle persone che lavorano in un settore così strategicamente importante per tutto il Paese.

16/11/2016
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