DOPO BREXIT
Facciamo di Milano la capitale della Eurozona

Il comitato spinge per il trasloco delle attività finanziarie europee da Londra. E mette in campo richieste al Governo. Ce la faremo? Il presidente Bepi Pezzulli ci spiega come.

C’è qualcuno in questo momento, che nell’ambito finanziario italiano sta cercando di unire e non dividere. È questo, in sintesi, l’obiettivo di Select Milano, il comitato di esperti finanziari che lavora per il sistema-paese dal gennaio 2013. Era la data in cui il primo ministro britannico David Cameron promise un referendum sulla permanenza nella Ue.

Da allora, e soprattutto dopo i risultati di quest’anno, si è parlato di distanza dalla City di Londra. Ma Select Milano punta a trarre benefici dalla Brexit. E candida Milano come centro finanziario dell’Euro zona.

Un’operazione di “diplomazia economica” che il presidente, l’avvocato Bepi Pezzulli sta portando avanti. Anzitutto con partner istituzionali, poi con la Camera di Commercio Britannica per l’Italia, trovando nel suo presidente un propositivo alleato.

Abbiamo incontrato il presidente di Select Milano per capire meglio le ragioni e le problematiche del progetto.

Ci spiega quando è partita la candidatura di Milano come centro finanziario europeo?

Il progetto è stato accelerato dalla Brexit, l’idea di costruire un ponte commerciale permanente tra Londra e Milanoè sempre esistita. Sono cambiate le dinamiche ora, perché è una grande opportunità di sviluppo per Milano perché alcune aree di business, per ragioni regolamentari, dovranno lasciare la Gran Bretagna ed essere ri-domiciliate nell’Euro zona. Da questo punto di vista crediamo che Milano abbia l’infrastruttura di mercato perfetta per accogliere questi flussi.

Perché puntate su Milano? Cosa la rende appetibile?

Motivo più importante è che la Borsa e le società collegate sono già in mano britannica, in quanto fanno parte del London Stock Exchange Group. La competizione per poter vincere è contro avversari che non hanno le stesse carte da giocare. Parigi, Francoforte, Dublino e Lussemburgo in questa fase non ci sembra che possano offrire le stesse modalità di mercato che abbiamo qui a Milano.

La dimensione del mercato italiano è un ostacolo o un’opportunità di sviluppo?

In Italia in questo momento non c’è una finanza, un Paese bancocentrico e in questa fase storica le banche non hanno nemmeno le risorse per poter finanziare l’economia reale. Quindi costruire a Milano una cittadella finanziaria che sviluppi un mercato dei capitali e la capacità delle imprese di finanziarsi attraverso la partecipazione del capitale di rischio è fondamentale per rimettere in moto la ripresa e fare sviluppo. Gli strumenti ci sono.

E le risorse?

Pensi alle università di eccellenza, infrastrutture notevoli di mercato, un tessuto industriale forte. Si produce qui il 10% del Pil nazionale, c’è tanta innovazione. I problemi ci sono, ovviamente, ma si riferiscono più all’Italia che a Milano. La formula che individuiamo è quella del rischio-paese: infatti per questo abbiamo formulato delle proposte per arginarlo.

E quali sono?

La pervasività del diritto amministrativo e la lentezza della giustizia sono i due target. La cittadella finanziaria potrebbe diventare un consorzio, che funziona benissimo altrove. Abbiamo chiesto l’abolizione della tobin tax, la modifica della capital gain tax, l’aggiornamento del decreto sul rientro dei cervelli. Si potrebbe pensare a un aumento del valore dell’arbitrato per la conciliazione finanziaria e ricorrere a questo strumento che non aggrava il carico di lavoro della giustizia milanese.

Che risposte avete avuto a livello governativo?

La Commissione finanza della Camera la settimana prossima presenterà degli atti di indirizzo al Governo per andare avanti su questa strada. Il nostro progetto è a beneficio del Paese, che parte da Milano come capitale finanziaria e può essere locomotiva dello sviluppo ancora una volta.

Provocazione: senza Expo sareste arrivati a questo punto?

Sono iniziative non paragonabili. Expo è stato esempio di capacità organizzativa italiana ed è stata un successo. Era certamente circoscritta nel tempo, Select Milano è permanente, vuole mettere in moto lo sviluppo e quindi cambiare il tessuto economico-finanziario del Paese. Siamo un’iniziativa che parte da operatori economici che hanno segnalato un’opportunità, hanno stabilito un rapporto di dialogo con le istituzioni per mettere il turbo a tale iniziativa.

Si tratta comunque di mercato…

Certo, sono forze autogestite. Ma sono anche forze capaci di proporre istanze che possono incidere sulle leggi ed è un esempio di un metodo di matrice anglo-sassone che può funzionare. Chiediamo di considerare le iniziative che abbiamo studiato per la ripresa.

Il periodo cruciale qual è?

Subito. Queste sono misure che possono essere realizzate tempestivamente. Perché poi dobbiamo aver tempo di presentarle alla sede di Londra e agli investitori come segno tangibile della serietà e della capacità dell’Italia di fare sistema. Il negoziato per la Brexit durerà due anni e in questo periodo dobbiamo essere pronti per accogliere a Milano la City dell’Euro zona.

Dove sarà?

Milano e l’area metropolitana. Noi la cittadella non la concepiamo in maniera territoriale ma in maniera consortile. Tutti gli operatori bancari, gli intermediari, i gestori del risparmio e i gestori dei mercati di scambio parteciperanno e questo sarà il distretto finanziario di Milano.

Il premier Renzi che vuole portare le Authority europee a Milano può accelerare i tempi?

Qualunque tipo di iniziativa che aumenti la consapevolezza che Milano è una sede credibile di istituzioni europee secondo noi è benvenuta, perché mette l’Italia sulla mappa. Ed esserci in questo momento è molto importante.

Mi dice una cosa che andrebbe però migliorata in città?

Guardi che Milano in questo momento è un’isola felice. Siamo in Italia e funziona tutto. bisogna capire quali saranno gli esiti dei processi in corso e poi si capirà se si dovrà fare qualche intervento infrastrutturale. Ma Milano ha sempre dimostrato di saper rispondere alle esigenze e presumibilmente lo saprà fare anche in questa situazione.

Il prossimo passo di Select Milano?

Attendere che le normative vengano trasfuse in provvedimenti legislativi. E poi fare un roadshow nella City di Londra, per illustrare il progetto. A Milano continueranno le iniziative quotidiane e il dialogo con i nostri partner della finanza e delle istituzioni. Che poi culmineranno con le decisioni esecutive.

12/10/2016
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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