IMMIGRATI
A casa loro e a casa nostra

L’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sull’immigrazione si concentra, compresibilmente, sull’emergenza rifugiati che provengono da paesi in guerra  o dove, comunque, le libertà individuali e collettive sono compromesse. Per quanto riguarda l’Italia, si tratta di circa 170mila persone a fronte di altri 5milioni di stranieri (1,5 milioni dai paesi Ue e il resto extracomunitari) che vivono e lavorano stabilmente nel nostro paese. Sono due facce della stessa medaglia, che richiedono uguale attenzione. L’emergenza ha bisogno di risposte concrete e immediate a livello locale, nazionale ed europeo.  Per chi vive e lavora stabilmente e regolarmente in Italia bisogna intervenire di più sui processi d’integrazione culturale e sociale.

La questione dei tempi è essenziali: per avere la risposta a  una richiesta d’asilo devono passare 12 mesi durante i quali l’immigrato è sostanzialmente parcheggiato, inattivo. Anolf e Fisascat Milano partecipano un bando europeo con un progetto che interviene proprio sui richiedenti asilo che, dopo due mesi dalla presentazione della domanda, possono lavorare: corsi d’italiano, formazione professionale: le condizioni minime per poter vivere e lavorare in un paese straniero.   E’ importante che le istituzioni, le parti sociali (imprenditori compresi), il volontariato facciano la loro parte. Come Cisl mettiamo a disposizioni anni d’esperienza sia nel campo dei servizi (Anolf, Colf, formazione, Sicet, assistenza legale) che della contrattazione (nell’edilizia, nei servizi, nell’agricoltura  la presenza di lavoratori stranieri è consistente). Sarebbe opportuno che anche a Milano il Comune promuovesse un coordinamento permanente per occuparsi delle emergenze e ‘normalità’ dell’immigrazione, coinvolgendo chi ha veramente competenza e esperienza in materia.

Il prossimo numero di Job sarà dedicato proprio al tema dell’immigrazione: dati, analisi ma soprattutto storie e proposte.

10/10/2016
Danilo Galvagni - segretario generale Cisl Milano metropoli
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