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Parit� di diritti: Italia al 20� posto del WeWorld Index

Serviranno 30 anni per diventare un Paese con pari condizioni per tutti i cittadini, in particolare, per donne e bambini.

E' questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge dal "2° WeWorld Index - Bambini/e adolescenti e donne: il mondo degli esclusi", il rapporto che valuta ogni anno quale sia la situazione di milioni di bambine, bambini, adolescenti e donne.

Il dossier misura l'inclusione di questi soggetti in 168 Paesi del mondo sulla base di 34 indicatori, associando a ciascuno di essi una breve intervista a uno stakeholder esperto del tema: nell'edizione di quest'anno, presentata a Roma, alla Farnesina, ed il 16 marzo a Milano, all'ISPI - Istituto per gli studi di politica internazionale, per l'indicatore che misura la disoccupazione, con attenzione specifica al tema migranti, è stato intervistato Maurizio Bove, presidente Anolf e responsabile Immigrazione CISL Milano Metropoli.

Nonostante l'adozione dell'Agenda di Sviluppo Sostenibile 2030 il rapporto ci restituisce una classifica che conferma la necessità di un cambio di rotta: oggi ancora troppi sono esclusi dalla possibilità di vivere in un ambiente sano, con opportunità formative, economiche e sociali, sicuro, al riparo dalla violenza e dalla corruzione, aperto al pluralismo e alla parità di opportunità tra uomini e donne.

In particolare, l'Italia si posiziona al 20° posto, con un lieve miglioramento rispetto allo scorso anno, dovuto essenzialmente agli indicatori relativi alla partecipazione politica delle donne. Il WeWorld Index sottolinea che il nostro Paese avrebbe bisogno di almeno 30 anni - il doppio di quelli necessari al 1° Paese della classifica: la Norvegia - per raggiungere il valore target 2030, che è quello raggiunto da un Paese ideale che abbia sempre ottenuto il primo posto nei 34 indicatori del WeWorld Index.

L'Italia dovrebbe da subito, quindi, varare politiche per favorire l'inclusione di bambine/i e donne ed avviare pratiche inclusive in molteplici ambiti quali: la salute, l’educazione dei cittadini under 18, l’ambiente, la politica, l’economia, la parità di genere, la violenza contro le donne.

WeWorld Index 2016 è composto da 34 INDICATORI, derivanti da fonti accreditate a livello internazionale, come WHO, Unesco, World Bank, UNDP, etc., raggruppabili in 17 DIMENSIONI e 3 CATEGORIE. Ogni dimensione afferisce ad un aspetto della vita considerato determinante per l’inclusione di bambine/i, adolescenti e donne. Nel 2016, rispetto all'anno precedente, si è allargata del 4% la forbice che misura il divario di inclusione tra il paese migliore, la Norvegia, e quello peggiore, la Repubblica Centrafricana. Più della metà della popolazione mondiale vive in paesi in cui il livello di inclusione di bambine/i e donne è insufficiente o addirittura esistono forme gravi o gravissime di esclusione. Oltre all’Africa Sub-Sahariana, sono Nord Africa, Medio Oriente e Asia Meridionale le zone in cui bambine/i e donne non godono delle medesime opportunità dei maschi adulti.


Leggi il testo integrale del Rapporto

17/03/2016
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ALLEGATI
Leggi l'intervista a Maurizio Bove
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