GOVERNO-SINDACATI
Previdenza, le carte in tavola

Il punto del Dipartimento economia, previdenza e fisco della Cisl sulla trattativa in corso e l'agenda per i prossimi mesi.

Il lavoro prodotto dal tavolo tecnico sulla previdenza ha trovato un primo momento di sintesi politica in occasione del confronto del 29 luglio u.s. fra il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, e quelli di Cgil, e Uil. Si è cercato, finora, di trovare un equilibrio accettabile fra sostenibilità finanziaria e sostenibilità sociale degli interventi possibili, separando il lungo elenco delle questioni trattate fra quelle che verrano affrontate con la prossima legge sulla stabilità e quelle di prospettiva, sulle quali potrebbe essere assunto un impegno di politica economica e sociale formale, con l’annuncio di interventi da realizzare su un periodo temporale di medio termine, da qui alla fine della legislatura.

La pausa estiva costituisce l’occasione per un lavoro informale e di riflessione sulle diverse ipotesi di soluzione emerse e sull’agenda delle priorità da affrontare con la legge di stabilità, sapendo che gli impegni assunti in sede europea dall’Italia ed i vincoli di finanza pubblica rappresentano una condizione data che limita gli spazi di manovra possibili.

L’intenzione è quella di affrontare con la legge di stabilità i seguenti temi:

  • cumulo dei periodi retributivi e dei contributi  maturati presso gestioni pensionistiche diverse;
  • lavori usuranti e particolarmente faticosi e pesanti;
  • uscita anticipata dal lavoro mediante il ricorso all’APE (prestito pensionistico);
  • misure di intervento a favore dei lavoratori e delle lavoratrici precoci;
  • completamento delle salvaguardie (esodati);
  • tutela delle pensioni, estensione della platea dei beneficiari della quattordicesima mensilità, equiparazione No tax area e miglioramento degli strumenti di perequazione al costo della vita.

Gli argomenti sui quali, invece, continuerà il lavoro del tavolo tecnico, al fine di  costruire delle ipotesi di soluzione sulle quali chiedere al Governo un impegno politico di prospettiva sono:

  • eliminazione dell’automatismo dell’aumento dei requisiti pensionistici all’incremento dell’aspettativa di vita e diversificazione in base alle diverse categorie di lavoro;
  • revisione dei criteri e delle modalità di calcolo e adeguamento dei coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione contributiva;
  • rilancio delle adesioni alla previdenza complementare, investimento nell’economia reale e parificazione della tassazione sulle prestazioni dei dipendenti pubblici al livello di quelli privati;
  • previsione di strumenti di indicizzazione delle pensioni al costo della vita, che tengano maggiormente conto delle specifiche abitudini di consumo dei pensionati;
  • valorizzazione del lavoro di cura e della genitorialità nel sistema contributivo;
  • valorizzazione dei contributi versati e delle posizioni previdenziali maturate nella gestione separata INPS;
  • Lavoratori e lavoratrici precoci

Al tavolo sono emerse numerose  ipotesi per agevolare l’accesso al pensionamento anticipato dei lavoratori precoci tramite: una maggiorazione contributiva figurativa in grado di valorizzare i periodi di attività lavorativa svolta fra i 14 ed i 18 anni di età, al fine di consentire l’anticipo degli attuali requisiti minimi contributivi previsti attualmente; l’eliminazione delle penalizzazioni in caso di accesso al pensionamento prima dei 62 anni; l’eliminazione dell’automatismo dell’aumento del requisito in base all’incremento dell’aspettativa di vita, allungando la periodicità dell’adeguamento (con un  tetto massimo) e  diversificando l’aspettativa di vita in base alle diverse attività lavorative. Queste soluzioni potranno essere assunte in modo alternativo o complementare, in relazione alle disponibilità finanziarie

Ape

Per quanto concerne la reintroduzione di possibilità ulteriori di accesso anticipato al pensionamento rispetto ai requisiti vigenti, il Governo propone tre modalità di intervento differenziate per l’uscita anticipata dal lavoro tramite  il ricorso al prestito pensionistico (APE):

  1. accesso al prestito pensionistico (APE) volontario per categorie disagiate;
  2. accesso al prestito pensionistico (APE) volontario su base collettiva, nei caso di ristrutturazione e crisi aziendale;
  3. accesso al prestito pensionistico (APE) volontario su base individuale.

Il Governo ha confermato il proprio orientamento ad individuare misure fiscali per ridurre l’impatto degli oneri associati alla restituzione del prestito pensionistico nei casi di disoccupazione di lunga durata senza più la possibilità di usufruire di ammortizzatori sociali o nel caso di svolgimento di attività lavorative particolarmente usuranti. In questi casi l’onere non dovrebbe superare un importo pari all’1% del trattamento pensionistico maturato, per ciascun anno di anticipo richiesto. Ancorchè ridotto nelle sue effettive potenzialità dai limiti di finanza pubblica e dagli impegni assunti in sede europea, l’APE consente di  recuperare una maggiore flessibilità di uscita, fino a 3 -4 anni prima rispetto agli attuali requisiti pensionistici, consentendo una più efficace gestione delle crisi aziendali e ai soggetti in condizioni maggiormente critiche di accedere senza penalizzazioni allo strumento.

Usuranti

Per quanto riguarda il lavoro usurante sono emerse più ipotesi di soluzione:

  • eliminazione delle finestre mobili di 1 anno;
  • accesso al beneficio dal 2017, avendo effettuato l’attività pusurante per la metà dell’intera vita lavorativa oppure avendo svolto una o più attività usuranti per un periodo di sette anni negli ultimi dieci di attività lavorativa (senza il vincolo di aver svolto l’attività usurante nell’anno precedente la decorrenza della pensione).
  • Eliminare l’aggancio del requisito degli usuranti all’aumento dell’aspettativa di vita;
  • r iconoscimento di un bonus contributivo (contributi figurativi aggiuntivi) per ogni mese lavorato oltre i 40 anni di contributi.

Le Organizzazione sindacali hanno, inoltre, presentato unitariamente:

  • indicazione, accanto al numero minimo di giorni di lavoro (64) effettuati nel periodo notturno, del corrispondente riferimento in termini orari, utile ai fini dell’accesso al beneficio (384 ore corrispondenti a 64 giorni per 6 ore di lavoro giornaliere convenzionali);
  • riconoscimento della disponibilità notturna sul luogo di lavoro come lavoro notturno a tutti gli effetti;
  • possibilità che la documentazione necessaria per provare lo svolgimento dell’attività usurante possa essere sostituita da altra documentazione equipollente,  specie nel caso di certificazioni di periodi lavorativi svolti in aziende fallite o cessate;

Cumulo gratuito

La Cisl al tavolo ha individuato nel “cumulo gratuito  (sul modello di quello previsto dalla legge 233/90, attualmente utilizzabile dai lavoratori autonomi)  lo strumento preferenziale di soluzione al problema del computo dei periodi assicurativi maturati in diverse gestioni pensionistiche.

Il cumulo gratuito sul modello di quello dei lavoratori autonomi consente, ai fini dell’accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata, di poter utilizzare tutti i periodi non coincidenti per il conseguimento di un’unica pensione, anche nelle ipotesi in cui sia stato già maturato un autonomo diritto a pensione presso una singola  gestione pensionistica. La pensione verrebbe liquidata secondo il meccanismo “pro quota”, con le regole di calcolo previste da ciascuna gestione e sulla base delle rispettive retribuzioni e/o reddito di riferimento (in base ai rispettivi periodi di iscrizione maturati in ciascuna gestione). Il tavolo ha registrato un’ampia convergenza su questa ipotesi di soluzione.

Tutela dei trattamenti pensionistici in essere

Per quanto riguarda i pensionati sono emerse alcune  ipotesi di soluzione per completare la parificazione della No tax area dei pensionati under 75 al livello di 8125 euro (attualmente prevista per i dipendenti) e l’aumento della somma aggiuntiva (cosiddetta “quattordicesima”) e della platea dei pensionati beneficiari della stessa. Il tavolo consegnerà al Governo la richiesta di inserire, già nella legge di stabilità per il 2017, un impegno per gli anni successivi diretto a:

  • ricostituire il montante previdenziale dopo la sentenza della Corte Costituzionale 70/2015, per fare in modo che le pensioni correttamente perequate al 2013 possano essere assunte come base di calcolo per la perequazione degli anni successivi;
  • confermare il ritorno alla legge 388/2000 per la rivalutazione (perequazione) dei trattamenti pensionistici in essere (con il meccanismo di perequazione per scaglioni e non per fasce).

Salvaguardati (esodati)

Sugli esodati le Organizzazioni sindacali hanno posto la necessità di adottare una soluzione definitiva che consenta di dare una risposta ai lavoratori rientranti nelle tipologie già previste dalle ultime salvaguardie ma che matureranno i vecchi requisiti ante Fornero nei prossimi anni, utilizzando tutte le risorse finora risparmiate e destinate a tali scopi. La Cisl ha ottenuto dal Governo l’impegno a valutare la possibilità di inserire nella platea dei salvaguardati  i lavoratori del settore agricolo e i lavoratori con qualifica di stagionali  che rientravano nella sesta salvaguardia ma rimasti fuori dalla settima.

Misure di prospettiva (dopo settembre)

Modifiche al sistema contributivo, con il riconoscimento previdenziale del lavoro di cura e valorizzazione della genitorialità,tramite contribuzione figurativa;

Sviluppo della previdenza complementare, tramite: misure di stimolo alle adesioni (riapertura di un periodo dedicato al “silenzio – assenso” o previsione di meccanismi di adesione semi – automatica) e rilancio dell’educazione previdenziale; la riduzione strutturale della tassazione sui rendimenti maturati dai fondi pensione in caso di investimenti nell’economia reale e l’equiparazione della tassazione dei dipendenti pubblici al livello di quella dei dipendenti privati;

Automatismo speranza di vita, c on l’applicazione di aspettative di vita diverse a condizioni di lavoro diverse e l’liminare della revisione automatica dei coefficienti di trasformazione in base all’aumento dell’aspettativa di vita;

Tutela dei trattamenti pensionistici in essere tramite l’individuazione di un diverso paniere di riferimento per la perequazione al costo del lavoro che tenga maggiormente conto delle abitudini di consumo dei pensionati;

Previdenza e assistenza monitoraggio e revisione della contabilità del bilancio previdenziale, ai fini del completamento del processo di separazione fra previdenza e assistenza, anche per rendere comparabile la spesa sociale fra i diversi Paesi europei.

Con queste premesse il tavolo tecnico riprenderà il giorno 7 settembre mentre è stato già individuato un ulteriore momento di confronto politico, convocato per il giorno 12 settembre p.v., data a ridosso della nota di variazione del Def che consentirà di avere una maggiore certezza delle risorse che il Governo intende impegnare.

02/08/2016
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