AEROPORTI AL RISPARMIO
A Linate l’handling è al ribasso. Rischiano il posto in 100

Tra il city airport e Malpensa i lavoratori dei servizi a rischio per passaggi di contratti.

C’era una volta il mercato in monopolio, anche per gli aeroporti e i loro servizi. A Milano comunemente si è propensi a pensare che sia Sea ad avere in gestione tutte le operazioni di terra. Invece no.

Dal 1991 c’è la liberalizzazione del mercato, con tutte le conseguenze positive e negative che comporta. Gli efficientissimi aeroporti milanesi sono nel mezzo di una guerra al ribasso di appalti e contratti. Riguardano società che fanno offerte alle compagnie aeree per gestione bagagli, check in e pulizie negli aeromobili. La guerra al ribasso, quella dove la spunta il miglior offerente, sta mietendo vittime. Tanto che tra Linate e Malpensa entro fine aprile qualcosa cambierà per almeno 100 lavoratori.

LA STORIA

“Oggi basta avere una certificazione da un ente nazionale , nel caso dell’Italia l’Enac per poter fare servizi di terra ai passeggeri” ci dice Paolo Lucca, coordinatore regionale trasporto aereo di Fit Cisl Lombardia.

La Wfs, azienda francese che ha rilevato la H Handling del gruppo Acquamarcia, opera nei servizi di terra in molti scali in Europa. A Milano seguiva tra le altre British Airways, Iberia, Air Lingus e Air Malta. Seguiva perché ora British Airways, Iberia e Air Lingus hanno fatto contratti di fornitura servizi con la più conveniente Avia Partner, una società belga. Che ne sarà dei lavoratori della Wfs appena passati alla proprietà francese? L’azienda aveva forza lavoro in due aeroporti e ora a rischio sono le attività e il contratto per il 95% dei lavoratori a Linate e il 20% a Malpensa. Più colpito lo scalo cittadino, dove ci sarebbero  83 dipendenti a rischio. In tutto, in 100 non sanno cosa sarà di loro da fine aprile, da quando partirà la nuova fornitura di contratti.

“Per ora continuano a lavorare – dice Lucca – e cerchiamo di scongiurare azioni che possano mettere a rischio il funzionamento dei servizi. C’è da dire che tutte le aziende che operano in questo settore hanno margini di guadagno ridotti e per questo tipo di attività oltre l’80% dei costi di esercizio sono per il personale. Quindi quando è tutto giocato al ribasso e non si guarda la qualità, è chiaro che le compagnie decidano di risparmiare”.

C’è però una norma nel contratto nazionale del trasporto aereo che vincola le compagnie, anche se decidono di cambiare fornitore, a non permettere il licenziamento dei lavoratori.

“I cambi di contratto sono molto frequenti da una compagnia aerea all’altra – dice Paolo Lucca - e la disdetta è molto ravvicinata come vogliono le regole internazionali. Infatti in questo campo vale la normativa Iata, il modello che prevede la disdetta a meno di sei mesi senza penale, e questa è una situazione molto frequente. Il vincolo che abbiamo in Italia stabilisce che ogni volta che c’è passaggio di attività ci sia equivalente passaggio di personale.

FUTURO

Avia Partner, la società belga che ha fatto l’offerta migliore, nel frattempo sta assumendo lavoratori precari, e questo non depone bene per chi aveva il lavoro e ora se lo vede “sfilare”. “La società ha fatto delle offerte a compagnie estremamente basse, al di sotto della somma delle ore che ci vogliono e al costo di lavoro minimo – dice il sindacalista -  e sta assumendo precari a tempo determinato per cercare di acquisire altri contratti. Secondo noi questo è distorsivo. Abbiamo scritto all’Enac che fra i suoi compiti ha anche quello di garantire che non solo tutte le normative aeronautiche vengano rispettate, ma anche quelle dei contratti”.

Al momento la lettera della Fit Cisl è rimasta senza risposta.

28/04/2016
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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