SANITA'
Medici di famiglia: se 16 ore vi sembran poche ...

Al centro della nuova organizzazione i 'super studi' i cui si potranno fare anche gli esami e pagare i ticket e che garantiranno la 'staffetta' fra i madici per una copertura del servizio 6 giorni su 7. Novità anche per la Guardia medica.

– Sedici ore di cure no stop, che il medico di famiglia dovrà garantire al paziente sette giorni su sette. Il modello che era già partito in sordina in alcune regioni italiane (sono circa 800 complessivamente le aggregazioni tra professionisti ndr) ora dovrebbe estendersi a tutta la penisola. Un passaggio non di poco conto,  inserito nell’atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni di medicina generale,  approvato dalla Regioni e dal governo insieme ai professionisti.

UNA BUONA IDEA

Dovrebbero nascere, quindi, dei veri e propri “super studi” con lo scopo precipuo di garantire quella continuità socio assistenziale, che è uno dei cardini anche della riforma socio sanitaria approvata lo scorso agosto dal Consiglio regionale lombardo. “Si tratta di un’idea senz’altro positiva – spiega Danilo Mazzacane, segretario della Cisl Medici Milano Metropoli – come tutte queste misure, però, occorrerà testarla concretamente. Perché poi sono le persone a fare la differenza”. Rimangono in sospeso, infatti, una serie di interrogativi: i medici supereranno la loro storica ritrosia a fare gioco di squadra oppure no? Il modello sarà applicato a macchia di leopardo oppure in modo uniforme? Solo il campo darà il verdetto. Intanto, un altro plauso arriva da Emilio Didonè, segretario organizzativo della FNP Cisl Milano Metropoli. “Era ora – commenta Didonè – queste strutture intermedie sono fondamentali nel dare applicazione a quel concetto di ‘prendersi cura’ della persona. Oggi trovare un medico di famiglia nel fine settimana è un’autentica impresa con l’aggravante che ci si ritrova con lunghe code nei Pronto Soccorso e una marea di accessi impropri. E’ fondamentale, invece, avere queste strutture che facciano da filtro”.

I SUPER STUDI

Coi “super studi” collaboreranno anche le guardie mediche, inoltre, sempre qui si potranno fare esami e pagare ticket e prenotare visite, senza dovere recarsi in ospedale. Dunque, dei veri e propri ‘presidi di salute’ più vicini al cittadino. Come detto alcuni esempi virtuosi non mancano: le Case della Salute in Toscana ed Emilia, o gli UCP (Unità di cure primarie) nel Lazio.  “Dove sono state avviate queste esperienze hanno funzionato – conclude Didonè - adesso occorre passare dalla sperimentazione al modello a regime anche in Lombardia”.  Un aspetto saliente all’interno delle cosiddette "Aft" (Aggregazioni territoriali funzionali) sarà quello di aver a disposizione tutti i dati del paziente. “La condivisione della storia clinica del paziente che, gioco forza – aggiunge Didonè – passa da un ulteriore passo avanti per quel che concerne la digitalizzazione del sistema sanitario”."La staffetta consentirà di avere più dottori disponibili nell'arco della giornata, andando a coprire anche fasce orarie come quella dalle 8 alle 10 o nel primo pomeriggio dalle 14 alle 16, oggi meno coperte",  concorda il segretario del sindacato Fimmg, Giacomo Milillo. Chiaramente la ‘ratio’ del provvedimento è quello di mettere i medici a lavorare ‘sotto lo stesso tetto’. Purtuttavia, soprattutto nelle grandi città, potranno lavorare in gruppo anche senza essere fisicamente nello stesso studio. Sulla falsariga anche la riorganizzazione dei servizi di pediatria che saranno garantiti dalle 8 alle 20 per 5 giorni alla settimana.

15/04/2016
Fabrizio Valenti
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