IL CASO
Non si liquida così un' Euroimpresa

Dopo 17 anni di attività lì"incubatore" economico chiude, per volere dei Comuni dell'Alto Milanese che hanno deciso la messa in liquidazione della società. I sindacati si sono opposti e per il futuro tutto dipende dalla Città Metropolitana, che nob c'è.

LEGNANO – Lo scorso 18 marzo è stata scritta la parola fine sull’avventura iniziata ben 17 anni fa dell’incubatore Euroimpresa di via XX Settembre a Legnano , nato per lo sviluppo del territorio attraverso la raccolta dei fondi europei.

Durante l’assemblea dei soci, infatti, una delle parti maggioritarie, ovvero, la Provincia di Milano oggi Città Metropolitana (che detiene il 26%), ha preferito disertarla. Rendendola così nulla . Dall’altra parte i 14 Comuni dell’asse del Sempione (25% delle quote), hanno invece richiesto la messa in liquidazione della società Euroimpresa Legnano scrl . Finisce così un’epoca, quella di fine anni Novanta con l’idea di Ferruccio Ceccarelli di Ansaldo che fu il papà ‘ideale’ di Euroimpresa. L’ex manager, infatti, creò dal nulla questo soggetto che aveva il compito di essere una vera e propria fucina d’idee nell’ambito imprenditoriale. Quei ‘mitici’ anni fine Novanta ricordati anche da Giuseppe Maffezzoli, all’epoca segretario della Cisl Ticino Olona, nella sua lettera di dimissioni dal componente di  Consiglio di amministrazione di Euroimpresa.

LE ORIGINI

Una decisione che era nell’aria, formalizzata a fine febbraio, proprio prima dell’ultimo atto consumatosi settimana scorsa. Per capire cosa fosse e cosa significasse Euroimpresa per l’Alto Milanese prendiamo in prestito proprio le parole di Maffezzoli: “Tutto partì con la costituzione di una agenzia di sviluppo dell’Alto Milanese all’interno del programma europeo di reindustrializzazione di aree in declino industriale. Vi era allora una grande partecipazione dei sindaci del territorio, delle parti sociali, delle agenzia formative, della provincia di Milano, di enti di ricerca e di certificazione e di tanti altri…”. Euroimpresa ed Eurolavoro , in buona sostanza, erano come due vasi comunicanti che procedevano in stretta sinergia. “Coniugare politiche di sviluppo e politiche per il lavoro”. Questo è stato per molto tempo il “leit motiv”.

Senz’altro gli anni della crisi economica iniziata in modo pesante anche nell’area del Ticino Olona dopo il 2009 ha chiamato in causa la riqualificazione del territorio, l’utilizzo delle sue aree dismesse e, di risulta, la ‘mission’ medesima di Euroimpresa quale supporto tecnologico alle aziende, alla creazione di strutture per lo start up di nuove imprese. Purtroppo, poco alla volta, l’Agenzia di Sviluppo dell’Alto Milanese, intesa come Polo multiservizi a favore dello sviluppo e dell’occupazione, ha perso poco alla volta la sua incisività. In questo percorso, di “disimpegno” certo ha giocato un ruolo significativo la Provincia di Milano, poi divenuta Città Metropolitana che ha ceduto la propria quota. Un atteggiamento che da parte sindacale è stato considerato per certi versi “ambiguo”. Anche perché nell’accordo raggiunto per la fusione di Euroimpresa con Euro Lavoro (Afol, Agenzia per la formazione, orientamento e il lavoro) si subordina la cessione del ramo d’azienda ad intese che non sono state ancora del tutto definite.

UN’ESPERIENZA IMPORTANTE

“Euroimpresa è stata un’importante esperienza per il territorio dell’Alto Milanese, sia come ‘incubatore d’idee’, sia come strumento a sostegno delle politiche per il lavoro. Il voto contrario delle Organizzazioni sindacali alla messa in liquidazione, pertanto, deve essere visto come una sottolineatura, a nostro avviso necessaria, rispetto al nuovo percorso che si apre, il cui sviluppo non appare ancora ben definito, anche per quanto riguarda le garanzie del personale oggi in capo ad Euroimpresa” commenta Giuseppe Oliva,  segretario di Cisl Milano Metropoli la decisione di votare contro la decisione con cui l’assemblea dei soci, riunitasi, venerdì scorso, ha dato il via libera alla messa in liquidazione di Euroimpresa.

“Un’ esperienza avviata con entusiasmo negli anni Novanta, anche grazie ad una forte partecipazione di tutto il territorio, inteso sia come amministrazioni locali, sia come parti sociali e imprenditoriali che hanno colto questa come un’occasione di effettivo sviluppo. Purtroppo – aggiungono le Organizzazioni Sindacali – questo spirito con il corso degli anni è un po’ venuto meno, anche se è giusto sottolineare il prezioso lavoro di stimolo e di raccordo all’interno della Città Metropolitana  che sta portando avanti tuttora il Sindaco di Legnano Alberto Centinaio”.

Oggi più che mai diventa strategico definire con esattezza le prossime tappe di questo cammino. “Ciò che ci preoccupa non è stato la messa in liquidazione di Euroimpresa, quanto, il fatto che la cessione del ramo d’azienda ad Eurolavoro sia subordinata ad intese non ancora raggiunte con Città Metropolitana.   A questo proposito, inoltre, dopo un periodo di rodaggio, più che fisiologico, con il subentro della Città Metropolitana al posto della ‘vecchia’ Provincia di Milano, pare opportuno che la prima definisca al meglio la sua ‘mission’ anche riguardo alla valorizzazione delle diverse peculiarità territoriali. Sotto questo punto di vista – secondo Oliva diventa fondamentale – l’esaltazione della vocazione manifatturiera dell’Alto Milanese, attraverso uno strumento come ora dovrà essere EuroLavoro  dovrà essere colta in tutta la sua portata”.

“In questa prospettiva –conclude Oliva – dovrà essere sfruttata al meglio la decisione di costituire una Consulta dell’economia e del lavoro dell’Alto Milanese. Questo soggetto, partecipato da enti pubblici e Associazioni di categoria dovrà svolgere al meglio la propria funzione strategica di ruolo d’indirizzo. Noi come sindacato svolgeremo, pertanto, un ruolo di pungolo perché la Consulta possa svolgere quella funzione di raccordo indispensabile con le ‘forze vive’ dell’Alto Milanese, pena il fallimento sul nascere di questa nuova esperienza”.

30/03/2016
Fabrizio Valenti
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