STORIA DI COPERTINA DI JOB NOVEMBRE
Cooperazione è solo partecipazione

In Italia sono oltre 67mila, la gran parte è in regola e ben organizzata. Ma ci sono anche i furbetti che non rispettano i contratti e se ne fregano della mutualità.

Tutto il mondo è cooperativa. Ci capita di andare al supermercato o a visitare ospedali e scoprire che i servizi e i dipendenti sono “appaltati” a soggetti esterni. Che danno lavoro a tante persone in forma di cooperazione”. Visto che anche recenti episodi di cronaca hanno gettato ulteriore confusione su questo universo, vale la pena capire cosa si muove in questo mondo, chi rispetta lo ‘spirito delle origini della cooperazione’, soprattutto chi rispetta e chi no le regole (leggi). Le cooperative sono in alcuni casi un porto franco, spesso con la compiacenza dei grandi gruppi che esternalizzano servizi o dove la forma societaria serve solo a garantire sgravi fiscali, il costo del lavoro basso, mettendo in secondo piano, o addirittura andando agli antipodi, del mutualismo alla base della cooperazione.

I NUMERI - Partiamo dalle cifre: nel 2013 il valore della produzione in Italia di questo settore (che totalizza oltre 67mila società) ha superato i 108 miliardi. L’economia cooperativa rappresenta l’8,5% del Pil. Negli anni della crisi, 2008-2013, la cooperazione ha messo a segno una crescita del 14%, pari, in valori assoluti, a circa 10 miliardi. Quindi, mentre crollava l’occupazione, le cooperative sono cresciute e hanno continuato ad assumere creando nuovi posti di lavoro stabili. Il 68,1% delle posizioni attivate nel 2013 erano infatti di tipo dipendente a tempo indeterminato. La percentuale sale al 76,8% se si considerano le posizioni attive nel mese di dicembre 2013, secondo i dati Euricse che dal 2011 pubblica un rapporto dedicato al mondo della cooperazione. Finora il fenomeno era specialmente conosciuto come “recupero” di attività in via di fallimento. La storia economica italiana ci ha abituato a osservare il fenomeno delle imprese  recuperate in forma cooperativa dai lavoratori dagli anni ‘80 in poi, che conta in Italia 252 casi, di cui gran parte concentrate nel settore manifatturiero (60%). C’è anche un risvolto etico. In totale sono 448 le organizzazioni che in Italia hanno in gestione beni confiscati alle mafie, per un valore dei beni immobili stimato in 362 milioni di euro. Di queste organizzazioni, 123 sono cooperative sociali e hanno registrato nel 2013 un valore della produzione complessivo (incluse anche altre attività) superiore ai 130 milioni di euro e più di 4.200 occupati totali. Poi ci sono gli indicatori di trend che ci fanno capire come l’impresa cooperativa assecondi anche alcuni domande di occupazione e impresa. Come quello di tornare ai lavori legati alla terra, di cui tanto si parla in questi anni. Secondo i dati dell’osservatorio Nomisma, l’agricoltura dopo il grande balzo tra il 2012 e il 2012 (fatturato cresciuto del 5,2%) nel 2014 ha visto cooperative crescere in fatturato dello 0,4%. Queste coop realizzano il 17% del fatturato all’estero, grazie a vino, ortofrutta e fiori e latte e derivati.

CONTROLLI - Eppure il settore resta preda di speculazione da parte di molti sconsiderati che mascherano profitti con false cooperative. Tanto che anche la Cisl è scesa in campo con la campagna “Stop alle false cooperative”, la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall’Alleanza delle Cooperative Italiane per chiedere misure più severe contro chi sfrutta l’immagine della buona cooperazione, aggira regole e controlli. La proposta di legge, depositata in Cassazione prevede: la perdita della qualifica di cooperativa per le imprese che non siano state sottoposte a vigilanza; la definizione di un programma di revisioni per i settori più a rischio; la tempestiva comunicazione dello scioglimento delle cooperative all’Agenzia delle Entrate; la creazione di una cabina di regia al Ministero dello Sviluppo economico che coordini i soggetti chiamati a vigilare.

Per la consultazione dell'articolo completo in pdf: http://www.jobnotizie.it/giornale/job-magazine-novembre-2015/34678

12/11/2015
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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