TELEVISIONE
Rai Milano: i sindacati aziendali scrivono al direttore generale

Le Rsu inviano una lettera aperta a Roma per risollevare l'attenzione sul "caso milanese". Finora tante promesse ma nessun progetto serio.

Al Direttore Generale della RAI


G.mo Direttore,


ci rivolgiamo a Lei (come abbiamo fatto, con esiti poco chiari e contraddittori, con i suoi predecessori) affinchè la questione Milano torni nell’ordine delle urgenze, data l’importanza primaria e strategica che dovrebbe avere per tutta l’Azienda RAI. La Lombardia ha forse più abitanti del Belgio, è la regione trainante dal punto di vista della cultura, del lavoro, dell’economia (25% del PIL) e della finanza del nostro Paese.
Il nostro non è sciocco campanilismo, ma la presa d’atto di una realtà, quella della RAI a Milano e in Lombardia, assolutamente ignorata dalle Direzioni centrali di questa Azienda che pure, ma solo a parole, ci hanno sempre dato ragione.


Dunque, nonostante il plauso che le nostre analisi hanno ricevuto (dai precedenti Direttori, dai membri del CdA, nonché dalle istituzioni lombarde, primi tra tutti il Sindaco di Milano e il Presidente della Regione Lombardia), i risultati sono molto modesti, quasi nulli: dopo la chiusura degli storici studi della Fiera, dove è nata la moderna Televisione italiana, e la faticosissima apertura dei costosi Studi di via Mecenate (ci volle addirittura l'interessamento dell’allora Presidente Petruccioli), provvisori per definizione, nulla ci pare si stia muovendo in questa direzione, anche se l'esigenza per Milano di avere un nuovo Centro di produzione è evidente a chiunque voglia avere un approccio imprenditoriale e non ideologico.


Prima di andarsene, l’ex DG Luigi Gubitosi promise a questa RSU un'azione che avrebbe reso irreversibile il processo decisionale per la costruzione di una nuova sede. L'avrà fatto? Non è ci dato di sapere. L'istituzione della "commissione immobiliare" per elaborare una strategia sugli insediamenti produttivi, non pare abbia prodotto risultati concreti.


Nel frattempo uno dei siti messi pubblicamente a disposizione dalle istituzioni lombarde (EXPO) sarà assegnato senza che la RAI abbia manifestato il benché minimo interesse (infatti uno dei problemi che i nostri partners istituzionali lamentano è la mancanza di interlocutori credibili dentro la RAI).
E i programmi? Siamo solo dei lavoranti per conto terzi (il “centro” romano o addirittura le case di produzione esterne) senza la benché minima possibilità di intervenire nel processo ideativo e produttivo.


A questo proposito l’ininterrotto turnover di Direttori di sede, con il contemporaneo inesorabile ridimensionamento della dirigenza locale, accompagnati dall'impoverimento di figure professionali fondamentali, dimostrano un disinteresse colpevole che non può più essere arginato dagli sforzi e dalla dedizione dei lavoratori (che hanno edificato a tempo record gli Studi di Mecenate prima e di Expo recentemente).


Ultimo atto in ordine di tempo, la designazione di un direttore del Centro di produzione di Torino con l'interim su Milano: ciò rischia di essere, lungi dalle capacità e dalle intenzioni messe in campo dal singolo, l'ennesimo, ultimo atto di un processo di disgregazione decisionale sulla sede Lombarda della RAI,  peraltro già vissuto e combattuto a più riprese, unitariamente, dalla compagine sindacale milanese Ci dicono che essendo stato appena nominato il CdA non è in grado di definire una strategia, un concetto ripetuto al rinnovo di ogni Vertice aziendale: sembra quel consulto tra medici che discutono sulla terapia per un malato che nel frattempo è morto.


A meno che la strategia sia proprio quella del ridimensionamento dei Centri di Produzione come sembra evidente da mille segnali. Noi non ci stancheremo mai di ripeterlo, l’Europa ci insegna che un Servizio Pubblico Radiotelevisivo, quello della RAI, forte e ben strutturato, in generale e sul territorio, costituisce un altrettanto forte volano anche per il settore privato, attualmente in sofferenza: ciò dovrebbe essere più che sufficiente a (ri)destare l’attenzione della nostra Azienda e delle istituzioni.


RSU RAI MILANO

08/10/2015
ALLEGATI
ae3c678c7065006e0952d4024c27e7ee
Twitter Facebook