MAURIZIO PETRICCIOLI - CISL
Tasse, finalmente si possono tagliare

Ecco le condizioni e i tempi per alleggerire il carico fiscale che grava sui redditi più bassi. Non è solo questione di equità e giustizia. E' la premessa per il rialncio dei consumi e per il consolidamento della ripresa.

“Soprattutto, oggi, è possibile ridurre la pressione fiscale nei confronti  di chi ha pagato maggiormente i costi della crisi. Lavoratori dipendenti, pensionati ma anche partite Iva. Non è solo una questione di equità e di giustizia sociale ma la condizione per far ripartire i consumi e gli investimenti, consolidando e sviluppando i timidi segnali di ripresa”. Maurizio Petriccioli, segretario confederale,  è il responsabile del Dipartimento fisco e previdenza della Cisl nazionale.  Il tema delle tasse è al centro, come si dice, dell’agenda politica e, da tempo, dell’iniziativa della Cisl: proprio il 2 settembre sono state consegnate le 500 mila firme (ne servivano 50mila) a sostegno di una legge di iniziativa popolare di riforma organica del sistema fiscale. “La nostra proposta – precisa Petriccioli - è ora nella disponibilità della politica che deve  fare la sua parte”. Politica, nella fattispecie il presidente del Consiglio,  che proprio sulla riduzione delle tasse ha impostato la sua campagna d’autunno: via le imposte sulla casa nel 2016, poi l’anno successivo quelle sulle imprese e infine, nel 2018 quando, se non ci saranno sorprese si tornerà a votare, quelle sui redditi da lavoro , l’Irpef per intenderci.  Sono condivisibili gli obiettivi e il programma di Renzi?  “Per il momento si tratta di annunci: i propositi sono buoni ma per esprimere un giudizio compiuto bisognerà attendere il varo del disegno di legge di stabilità per il 2016. Tuttavia ci sono delle  analogie tra la nostra proposta e le intenzioni del Governo. Se queste proposte si concretizzeranno in interventi normativi incontreranno certamente il nostro favore e sostegno”.

Un appunto, e non di poco conto, al crono-programma proposto dal Premier comunque c’è: “E’ sbagliato aspettare il 2018 per mettere mano alle aliquote e agli scaglioni Irpef. Anzi, proprio per sostenere la ripresa, è consigliabile e possibile intervenire  prima per ridurre le imposte sui redditi dei lavoratori e dei pensionati, contestualmente all’abolizione delle imposte sulla prima casa”.

Il problema è con quali soldi, perché tutti sono per pagare meno tasse ma per farlo ci vogliono le risorse. Petriccioli  elenca  le condizioni senza   le buone intenzioni rimarranno tali.

“ Prima di tutto va consolidata e sviluppata la ripresa. Le previsioni macroeconomiche parlano di una previsione di crescita del Pil al rialzo  dallo 0,7% all’1% (lo 0,1% di Pil vale più o meno 1,5 miliardi di euro); l’attestamento dello spread a 130 punti significa pagare meno interessi sul debito pubblico; la riduzione delle agevolazioni fiscali produrranno nuove entrate, ed ulteriori risorse arriveranno  dal rientro dei capitali dall’estero. Un contributo importante arriverà, soprattutto, dalla flessibilità sul deficit,  che dovrebbe passare dall’1,8  al 2,2%, così come dal consolidamento della lotta all’evasione fiscale ( che dovrebbe generare ulteriori 12/13 miliardi in 5 anni).

Insomma, se si vuole, se si va avanti nella politica delle riforme e si fanno bene i conti, se si realizzeranno le condizioni sopra sintetizzate, si potrà  effettivamente abbassare le tasse. Per sapere se c’è veramente la volontà di procedere in questa direzione non c’è da spettare molto: entro metà ottobre sarà presentata la manovra di finanza pubblica per il 2016 e lì si vedrà se le parole si concretizzeranno in fatti”.

Uno scatto della politica a cui dovrà corrispondere altrettanta responsabilità da parte del sindacato…

“Non c’è dubbio. – conclude Petriccioli – come Cisl abbiamo avviato una profonda riforma interna. Come sindacato siamo chiamati a definire un nuovo modello contrattuale,  al passo con i tempi , che realizzi un sistema delle relazioni sindacali con più partecipazione e meno conflittualità. Per quanto riguarda le politiche fiscali  la nostra proposta di legge è equa ed equilibrata, dunque, realizzabile. In fondo cosa chiediamo? Di dare un po’ di respiro a chi lavora, a chi ha subito maggiormente gli effetti della crisi e  a chi in questi anni sono stati richiesti i maggiori sacrifici. Per realizzare questo obiettivo occorre riscrivere un nuovo patto fiscale, chiedendo un piccolo contributo di solidarietà al quel 4% di italiani detentore di grandi ricchezze. Non ci sembra di chiedere la luna”. ( a cura di Piero Piccioli)

29/09/2015
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