INTERVISTA A GIGI BONFANTI (FNP)
E ora diamo una sistemata alla Fornero

La riapertura del dialogo con il Governo e l'urgenza di mettere mano al sistema previdenziale; il rapporto fra generazioni; "noi sul territorio come le altre categorie sui posti di lavoro".  il ruolo dei pensionati nel processo di rinnovamento del sindacato. Botta e risposta con il segretario generale dei pensionati Cisl. Scheda: tutti i numeri della Fnp

Il tema delle pensioni e il ruolo dei pensionati è da tempo al centro del dibattito politico e sindacale.  I danni provocati  dalla legge Fornero e la necessità di ripararli urgentemente; i contraccolpi della crisi sul sistema previdenziale di oggi e soprattutto del futuro; la cesura fra vecchie e nuove generazioni ; il processo di rinnovamento in atto nella  Cisl. Di tutto questo e di altro abbiamo  parlato con Gigi Bonfanti, segretario generale della Fnp, i pensionati della Cisl. Sul numero da oggi in distribuzione di Job Il magazine pubblichiamo, per ragioni di spazio,  un’ampia sintesi dell’intervista mentre di seguito potete leggere la versione integrale

1) La ripresa del confronto del governo sulle pensioni è valutata positivamente. A parte il cambiamento di ‘clima’ , quali sono le questioni calde  oggi sul tavolo. Sicuramente ci sono le conseguenze della sentenza della corte costituzionale che toglie il blocco agli adeguamenti voluto dal governo monti. E poi?

Il recente incontro con il Ministro del Lavoro e le Politiche Sociali ha finalmente interrotto l’azione pervicace del Governo rivolta al superamento del rapporto e del dialogo con i corpi intermedi e, soprattutto, con il sindacato confederale. L’effetto di questo cambiamento di clima consentirà di poter affrontare le principali questioni del sistema previdenziale e di riaprire il tavolo di confronto fra le parti anche per concorrere a definire le necessarie modifiche al decreto 65\2015 in sede di conversione in legge per renderlo più equo e maggiormente coerente con la ratio della sentenza della Corte Costituzionale.

La ripresa del dialogo sociale riapre la possibilità di affrontare le problematiche dei pensionati e le questioni strutturali del sistema previdenziale, a partire dalla natura della pensione quale salario differito, che collega la previdenza con il mondo del lavoro ed integra la rappresentanza del sindacato dei pensionati nel contesto più generale del sindacato confederale. Rimane il problema delle conseguenze della Legge Fornero che sconvolse il sistema previdenziale per ragioni di emergenza sui conti pubblici del Paese, adottata con un largo consenso parlamentare e subita dalla rappresentanza sindacale. Ci vorrà sicuramente del tempo per riuscire ad ottenere le opportune e le necessarie modifiche, mantenendo la sostenibilità del sistema e reintroducendo appieno almeno una certa flessibilità in uscita dal lavoro per consentire di superare l’estrema rigidità delle scelte e di incrementare le attese opportunità di lavoro per i giovani. Infine prendiamo atto che anche il Governo si preoccupa, anche se in modo tardivo, di dialogare sulla condizione di povertà, che è diventata un problema drammatico per tutto il paese. Per affrontarlo servono strumenti universali che non devono e non possono pesare su una sola categoria di cittadini, ma richiedono il concorso di tutta la collettività, attraverso la fiscalità’ generale.

2) Cos’è che non va nei rapporti con il Presidente dell’Inps Tito Boeri?

Il protagonismo esasperato del Presidente dell’Inps introduce una variante inaccettabile nel metodo di governo del sistema previdenziale. Sia ben chiaro che non intendiamo proporre alcuna limitazione nell’azione propositiva che l’Inps può svolgere, ma essa deve essere rivolta al Governo e al Ministro delegante. Le scelte sono di competenza del Governo e della politica, dopo il necessario confronto con le parti sociali, senza alcun ribaltamento dei ruoli e senza inopportune ribalte mediatiche per annunciare indebite e soggettive prospettive future. A nostro avviso il ruolo naturale della Presidenza dell’Inps consiste nel promuovere il funzionamento ottimale dell’Istituto e nel gestire al meglio le risorse economiche versate dai lavoratori e dalle imprese, pur nel contesto della necessaria sollecitazione innovativa rivolta all’ istituzione delegante. In definitiva ognuno deve svolgere il proprio ruolo senza inutile ed inopportune invasioni di campo.

3) Allarghiamo un po’ l’orizzonte. Dai pensionati di oggi a quelli di domani che, speriamo, ci saranno ancora. L’età dell’ingresso nel modo del lavoro, e quindi del versamento dei contributi, è notevolmente aumentata e per il prossimo futuro non si prevede che la tendenza sarà invertita. In più la precarietà contrattuale incide inevitabilmente sulla posizione previdenziale di un numero sempre maggiore di lavoratori. Insomma è saltato lo schema classico degli ultimi 60. Come sarà la condizione dei pensionati tra 20/30 anni? Cosa si deve fare ora perché domani il sistema previdenziale funzioni?

L’analisi svolta dalla Fnp tende a collegare il sistema previdenziale con il sistema produttivo. La crisi economica perdurante mette in luce però un progressivo squilibrio fra il flusso contributivo e la platea dei percettori dell’assegno previdenziale. Di conseguenza solo una robusta ripresa dello sviluppo economico connessa con l’aumento dell’occupazione consentiranno di superare la condizione di precarietà contrattuale dei lavoratori e di garanzia del sistema pensionistico, nel rispetto dei valori indicati dalla Costituzione.

Il superamento tendenziale del modello retributivo e l’introduzione del sistema contributivo richiedono uno sviluppo delle opportunità professionali di lavoro e il correlativo rafforzamento della previdenza complementare per consentire una prospettiva futura equa e sostenibile. Sul piano strutturale del sistema previdenziale occorre tuttavia risolvere due aspetti da sempre sollevati dalla Cisl e dalla Fnp, quali la separazione dell’assistenza dalla previdenza (che incide per 95 miliardi) e la ridefinizione del profilo fiscale delle pensioni (che incide per 70 miliardi). Questi interventi di razionalizzazione consentirebbero di considerare il costo della previdenza come allineato alla media europea e di rimediare all’ iniqua condizione della sempre più estrema tassazione dei pensionati, provvedendo inoltre all’ equiparazione della no tax area dei pensionati con quella dei lavoratori attivi.

4 ) In tempi di crisi economica, profonda e prolungata, quella dei pensionati è considerata una categoria ‘privilegiata’ per il fatto stesso di avere un reddito garantito. Immagino tu non sia d’accordo…..

Considerare la condizione dei pensionati come “privilegiata” appare come un’assurdità salottiera. Sul piano generale il welfare italiano deriva dalle scelte politiche del Paese, ma la sua fragilità in termini di equilibrio ha prodotto nel tempo azioni di manutenzione sempre più robuste, sino alla Legge Fornero. Il sistema previdenziale pertanto deriva un impianto di legalità che utilizza variazioni di parametri, dalla retribuzione alla contribuzione, che incidono sul sistema ma che, per il dovuto rispetto di coloro che a vario titolo vi partecipano, richiedono di non generalizzare situazioni che l’ordinamento ha previsto per delle condizioni del tutto marginali ed opinabili. Infine per chiarire ulteriormente luoghi comuni confezionati sulla condizione dei pensionati sarà bene considerare che le pensioni costituiscono anche una risorsa per la famiglia, un’opportunità per il lavoro di cura, un’occasione preziosa per gli impegni sociali. In questo senso i pensionati reagiscono alle sfide della società nel modo più ragionevole, efficace e responsabile, diventando essi stessi il vero welfare, in sostituzione dello Stato inadempiente.

5 ) “Si occupano più dei pensionati che dei giovani” è una delle accuse di arretratezza e di  conservatorismo che, negli ultimi tempi, sono rivolte al sindacato.  Una cesura generazionale, una difficoltà a parlare e organizzare i giovani e le nuove forme del lavoro indubbiamente esiste. Vi sentite un po’ colpa?

Un grande ed effettivo rapporto fiduciario fra le generazioni rientra da sempre nella cultura e nelle prospettive della Fnp. Ciò implica un rapporto diretto con il mondo giovanile, integrando in tal guisa due fragilità per acquistare maggiore forza propositiva e relazionale. Certo si tratta di percepire percorsi di vita diversi, storie divergenti, rese possibili dalle regole che si sono susseguite nel tempo, certificate peraltro dai dati statistici. Ma i pensionati e gli anziani non traducono le contraddizioni e le diversità fra le generazioni in conflitto intergenerazionale, ma le imputano giustamente all’ inadeguatezza della classe politica che ha determinato nel Paese un basso livello di legalità, un’infima condizione di equità, una crescente disuguaglianza e un’assoluta mancanza di opportunità. Questa situazione penalizza i deboli e i marginali, soprattutto anziani e giovani. Per correggere questa deriva la Fnp cerca di elaborare delle risposte, di contribuire a creare una società a solidarietà espansiva, per recuperare la centralità della persona ed il valore della idea-lavoro come condizione per progettare il futuro. Ma per creare lavoro ed occupazione, per rimodulare il welfare, per sviluppare i legami sociali occorre una vera crescita economica e sociale, capace di riassorbire i giovani nella attività produttiva, nei servizi, nella attività di cura alla persona, nei sistemi di volontariato. Pensando a questa proiezione di futuro la Fnp si prepara a dare un contributo positivo ed originale al rinnovamento del sindacato.

6 ) Come una categoria come i pensionati possono contribuire al  necessario rinnovamento del sindacato?

La Fnp ritiene di dover offrire un contributo specifico per la prossima Assemblea organizzativa nel senso di aggiornare ai tempi moderni l’opera del sindacato. L’approccio naturale dei pensionati concerne il rafforzamento dell’identità, l’allargamento della rappresentanza e del campo di azione come contrasto alla percezione diffusa di una certa disaffezione e di un certo affievolimento nella fiducia. Il problema primario concerne la nozione di “confederalità” quale fattore discriminante in rapporto al mondo variegato dei sindacati autonomi che favorisce la frammentazione del lavoro, si caratterizza come espressione corporativa, spesso degenera nella ricerca del privilegio e nell’ assenza della solidarietà. La confederalità tende a coniugare l’interesse generale della società e della comunità con la legittima tutela degli interessi dei lavoratori dei pensionati, secondo una scala di valori orientata alla prevalenza del bene comune della solidarietà. La confederalità, per un sindacato costruito sulla pluralità della provenienza degli associati, diventa il sigillo della valenza della strategia rivolta alla cittadinanza, al rapporto intergenerazionale, al benessere dei pensionati, dei fragili, dei marginali, all’inclusione dei migranti, alla lotta alla povertà. La confederalità, che abilita l’organizzazione all’esercizio della rappresentanza, richiede a sua volta l’elaborazione di una visione complessiva di futuro, di un progetto di rapporto con la società’, di un disegno strutturale per valorizzare le persone e rafforzare la comunità di appartenenza.

Nel merito occorre rafforzare, all’interno del sindacato, il profilo democratico, superando la pratica della cooptazione e recuperando una diffusa ed aperta partecipazione dal basso, e all’esterno del sindacato, riavviando una progressiva tensione unitaria, basata però sui contenuti dell’azione e dei comportamenti sindacali. Servono scelte radicali, rifondative, rigeneratrici per rimodulare un’organizzazione tarata sul futuro, con il concorso di giovani ed anziani, con spirito solidale e capacità innovative. Dopo occorre affrontare la questione del “territorio”, non come entità geografica, ma come elemento costitutivo del Dna sindacale. La Fnp lavora nel territorio come le federazioni attive lavorano nel luogo di lavoro. Le due dimensioni non sono alternative, ma integrative per offrire il contesto di rifermento ad esercizio di diritto di cittadinanza e del diritto al lavoro, con particolare attenzione alle categorie meno o non tutelate. Nel territorio può avvenire un cambiamento di parametro rivitalizzando la periferia del sindacato, dove si innerva la rete delle sedi locali e dove si concretizza l’offerta politica del sindacato e dei servizi.

In questo senso, nell’esperienza della Fnp, la sede locale diventa il luogo dove si lavora, dove ci si incontra, dove si ascolta, dove si tesse la trama dell’accoglienza, si realizzano i percorsi formativi, si concorre a costituire ed a selezionare la futura classe dirigente, si produce quel lavoro collettivo che collega ed integra il quotidiano alla visione strategica della Cisl e della Fnp. Nel territorio si localizza la “comunità” che rappresenta l’obiettivo primario della contrattazione sociale che, nei fatti costituisce l’anima dell’attività elettiva della Fnp ma che, nel prossimo divenire, dovrà assicurare la partecipazione diretta delle federazioni attive e delle strutture territoriali, congiuntamente alla complessa attività del volontariato. L’ Assemblea organizzativa potrà costituire in tal modo la piattaforma di lancio per rigenerare la contrattazione sociale, in modo aperto e partecipato, sollecitando confronti nella comunità, svolgendo anche una funzione surrogatoria alle assenze delle istituzioni e al silenzio assordante dei partiti.

CHI E'

Ermenegildo Bonfanti Medico cardiologo, dirigente medico dell’Unità di terapia intensiva  cardiologica del presidio ospedaliero della Ausl di Parma, già vice Presidente del Consorzio socio-sanitario di Fidenza (Pr), consulente del Dipartimento della programmazione del Ministero  della sanità e componente del Comitato di Programmazione sanitaria quale esperto per le  analisi tecniche economiche e sanitarie per la predisposizione del Piano sanitario nazionale. E’ stato il Segretario generale della Cisl Medici. Ha diretto la Segreteria del Segretario generale  della Cisl con funzioni di direzione del personale e referente degli Organi  Collegiali.

Eletto successivamente Segretario generale della Fisos Cisl (Federazione degli Operatori della  Sanità), è divenuto al Congresso costituente della Fist  Segretario generale della più consistente  Federazione del pubblico impiego che associa gli operatori e i dirigenti della sanità e delle autonomie  locali.

Eletto nel 1999 nella Segreteria confederale nazionale, assume un ruolo di significativa valenza   nella  Organizzazione in diversi  dipartimenti. Dal 30 ottobre 2009 è Segretario generale della Federazione nazionale dei pensionati, Fnp Cisl,   che rappresenta 2.200.000 soci e costituisce l’area strategica  del personale in quiescenza  che origina da una pluralità di provenienze dei settori della rappresentanza attiva  del lavoro. In relazione all’espressione complessiva di un’esperienza esistenziale interamente rivolta alla rappresentanza e alla tutela dei lavoratori e dei ceti marginali della società, nel 2010 è stato  nominato Consigliere per la IX Legislatura (2010-2015) del Consiglio Nazionale dell’Economia e  del Lavoro (Cnel). Fra gli eventi più innovativi del 2012 avviati da E. Bonfanti va menzionato il Festival delle  generazioni  ( Firenze 12\14 ottobre), dando concretezza alla necessità di un incontro della  rappresentanza anziana con la componente giovanile per stimolare l’avverarsi di un flusso  relazionale fra due aree di marginalità e di irrilevanza sociale nella composizione della società  civile.

LA FNP IN NUMERI

·         ISCRITTI ALLA FNP CISL 1.911.213

·         TOTALE SEDI INTER/REGIONALI E TERRITORIALI 85

·         SEDI INTER/REGIONALI 19

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·         DIRIGENTI COMPONENTI SEGRETERIE 300  (circa)

·         DIRIGENTI, COLLABORATORI, AGENTI SOCIALI oltre 10.000

·         DONNE ISCRITTE FNP CISL 55% (circa)

·         DONNE IMPEGNATE ATTIVAMENTE oltre il 40% dei dirigenti e degli operatori

09/07/2015
a cura di Piero Piccioli
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