CONTRATTAZIONE E WELFARE AZIENDALE
Un grande patto per rilanciare Milano

Anticipiamo l'editoriale che il segretario generale di Cisl Milano Metropoli Danilo Galvagni ha scritto per il numero di Job prossimamente in uscita.

di Danilo Galvagni

Ci sono argomenti che è difficile trattare anche perché, solo apparentemente, si ritengono riservati a pochi addetti ai lavori mentre, a ben vedere, riguardano direttamente tutti. Uno di questi è quello che chiamiamo CONTRATTAZIONE, ovvero quell’insieme di norme che regolano gli accordi tra le parti sociali (sindacati dei lavoratori e degli imprenditori) e tra queste, le istituzioni, a tre livelli: nazionale, territoriale e aziendale. Scontata l’importanza del livello nazionale (i contratti collettivi di lavoro) assumono sempre maggiore importanza i livelli territoriali e aziendali. Per diverse ragioni: perché ogni territorio ha sue particolarità specifiche; perché a livello locale è più facile monitorare l’andamento dei processi economici e sociali e intervenire per correggerli e valorizzarli. In altre parole è dal buon rapporto che si crea tra sindacati, imprenditori e istituzioni locali che dipende gran parte della difficile partita che si sta giocando per uscire dalla lunga crisi che ha devastato il nostro tessuto economico e sociale. Di più: dalla lungimiranza dei progetti che si riuscirà a mettere in campo, deriveranno gli effetti diretti “nelle tasche” dei lavoratori e dei cittadini in genere. A partire dal tema della fiscalità locale che pesa troppo, soprattutto sui redditi bassi: dobbiamo e possiamo reinvestire parte della produttività delle aziende che riprendono a crescere, nella defiscalizzazione e nella decontribuzione del lavoro. Anche la questione, oggi molto dibattuta, del reddito di cittadinanza (meglio ancora “reddito d’inclusione”) rientra a pieno titolo in questo ambito: ci sono a disposizione a livello nazionale, solo per il primo anno, 1,8 miliardi, per costruire un nuovo welfare che si prenda cura dei poveri non solo dal punto di vista del sostegno al reddito, ma soprattutto attraverso misure e servizi d’inclusione e di attivazione occupazionale. Il ruolo dei Comuni e dei corpi intermedi, come il sindacato, per vincere questa sfida sarà decisivo.

Per fare tutto questo ci vuole innanzitutto un po’ di buona volontà da parte di tutti. A partire dal Governo che dovrebbe evitare provvedimenti non coordinati tra loro, senza visione unitaria e obiettivi definiti. E poi ognuno ci deve mettere del suo, anche per quanto riguarda le risorse economiche. Un esempio concreto di relazioni industriali innovative che mette insieme contrattazione/ produttività/welfare e quello che sta accadendo a Luxottica. Del resto, che questa sia la nuova frontiera del rapporto sindacati/imprenditori è stato di recente sottolineato anche dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.

Quasi superfluo sottolineare come l’area metropolitana di Milano per le sue caratteristiche, la sua storia, la sua ricchezza sia il luogo ideale per sperimentare nuove forme di contrattazione in grado di consolidare e sviluppare i timidi segnali di ripresa (vedi la storia di copertina di questo numero di Job), redistribuire in modo equo il reddito disponibile, creare occupazione, elaborare un nuovo modello di stato sociale alla luce delle profonde modificazioni prodotte dalla crisi economica

03/06/2015
Danilo Galvagni - segretario generale Cisl Milano Metropoli
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