I 70 ANNI DELLA RESISTENZA
Fondata sul lavoro, l'attualità della Costituzione

Inevitabili gli agganci con l'attualità economica e politica. Ci vorrebbero il coraggio e la lungimiranza del dopoguerra per uscire dalla crisi.

La Carta Costituzionale e suoi valori a partire da quello del lavoro, come elemento di coesione per la nostra società ma, più ancora, tratto identitario nella storia del nostro Paese. Nella  sede milanese di via Tadino della Cisl Milano Metropoli, è andato in scena il secondo dei due appuntamenti organizzati dal magazine di casa Job , in occasione del settantesimo anniversario della lotta di Liberazione. Dopo l’appuntamento legnanese dello scorso 16 aprile, infatti – in cui si era posta l’attenzione sull’importante ruolo svolto all’interno della Resistenza dai cosiddetti ‘ partigiani senza fucile’ – oggi i fari sono stati puntati sulla Costituzione e, in particolar modo, sul suo primo articolo dedicato al lavoro come elemento fondante del nostro modello costituzionale.

In apertura della tavola rotonda le testimonianze di due protagonisti della Resistenza: don Giovanni Barbareschi, medaglia d'oro e Giusto fra i giusti e Franco Castrezzati, ex segretario della Fim di Brescia.

“E’ necessario – ha detto in apertura il segretario generale della Cisl Milano Metropoli Danilo Galvagni portando il suo saluto – recuperare quelle grandi idealità che caratterizzarono quel periodo storico. I padri costituenti seppero affrontare in modo concreto i problemi della quotidianità, a partire dal lavoro”. Galvagni ha quindi evidenziato il ruolo quanto mai attuale del sindacato: “Questi non sono semplici corpi sociali come qualcuno li vorrebbe ridurre, bensì hanno una funzione importante rispetto sia al diritto, sia al dovere del lavoro”.

Giuseppe Oliva, della segretera della Cisl milanese ha aggiunto: “Questo è un percorso che non si esaurisce qui. A settembre realizzeremo delle pubblicazioni, inoltre, è nostra intenzione coinvolgere le scuole così da portare questa preziosa testimonianza al di fuori di queste mura”.  “Oggi – ha sottolineato Oliva – affrontare i temi del lavoro e dell’occupazione è assai complesso. Veniamo da una crisi spaventosa che non si è ancora conclusa. Ci troviamo quindi in un contesto totalmente diverso da quello del secondo dopoguerra”.

L’economista Alberto Berrini , a questo proposito, ha subito sgomberato il campo da facili illusioni: “Indietro non si torna, questa non è stata una crisi congiunturale ma una vera e propria rottura. Se non comprendiamo che il modello è cambiato non supereremo mai da questa situazione” .  Per Berrini il quadro occupazionale continua ad essere drammatico: “ Se tutto dovesse andare per il meglio confermando una crescita del PIL a livello europeo di 2 punti percentuale da qui al 2017, avremo comunque un tasso di disoccupazione fisiologico del 10 cento. Ciò significa abituarsi al fatto di avere milioni di persone senza occupazione. In altre parole, il rischio è quello di accettare la stagnazione secolare”. “L’obiettivo – ha rimarcato l’esperto di materie economiche – è costruire un nuovo modello di sviluppo che sia sostenibile  ed inclusivo. Ma perché ciò sia attuabile, è necessario avere una classe politica con un progetto di Paese, cosa di cui oggi siamo totalmente sprovvisti”.

Giovanni Bianchi, presidente dell’associazione partigiani cristiani , ha enfatizzato il lavoro “ inteso come fondamento del concetto stesso di cittadinanza. Senza di questo salta tutto. Dobbiamo – ha detto - ricostruirci come popolo e per farlo serve un idem sentire. La Resistenza in questo senso deve tornare ad essere patrimonio di tutti, per troppo tempo in passato c’è stata una corsa soprattutto a sinistra a mettere il cappello su un fenomeno popolare e condiviso com’è stata la lotta di liberazione partigiana”. Bianchi si è quindi soffermato sul percorso che portò alla nascita della nostra Costituzione: “All’interno della Carta c’è il prevalere del ruolo della persona. L’esatta antitesi di ciò che fu il fascismo in cui la persona veniva schiacciata dallo Stato”.

Ha chiuso i lavori Luigi Sbarra, segretario della Cisl nazionale , che ha riportato l’attenzione su libertà e lavoro, ovvero, le due architravi di tutto l’impianto costituzionale. “ Se abbiamo raggiunto questi risultati – ha evidenziato – lo dobbiamo al sacrificio di tanti che persero o misero a repentaglio la propria vita nel corso della lotta di liberazione”. “E’ per questo – ha concluso – che oggi la mancanza di occupazione così come ogni attacco alle tutele del lavoro, debbono essere viste come una ferita per la democrazia. Per noi della Cisl il lavoro è libertà”.

14/05/2015
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