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Faccio la differenza, sono la Cisl

di Danilo Galvagni*

Giorni fa, a Roma, ho partecipato al Festival delle generazioni, organizzato dalla nostra Federazione dei pensionati che mette a confronto le esperienze e le culture di diverse classi di età. Sono state proiettaten le cinque puntate della web serie “Quelli che il 2000” che proprio come Cisl di Milano abbiamo prodotto. E così in viaggio, è capitato più volte che mi frullasse nella testa la dichiarazione di un giovane docente italiano, Riccardo Manzotti, che nelle puntate è tra i protagonisti con la sua esperienza lunga un anno di ricerca e studi di filosofia a Boston al prestigioso Mit (Massachusetts institute of technology). La prima considerazione che fa seduto di fronte l’università americana è come una disciplina tipicamente umanistica come la filosofia sia materia d’insegnamento in uno dei regni mondiali della tecnologia, “perché certi steccati nostrani qui non esistono”. Ma il messaggio più indelebile che la mini serie web lancia attraverso le parole emozionate del professore è: i colleghi Usa, sia studenti sia docenti, arrivano all’Università ogni giorno pensando che quotidianamente loro potranno fare la differenza e avere un ruolo positivo per se stessi e per i loro Paese. Insomma, sono convinti e consapevoli che ognuno di noi fa la differenza, di essere il motore e la speranza del futuro.

Mi piacerebbe molto che questo atteggiamento fosse fatto proprio, ognuno nel proprio ambito, anche qui da noi. Per questo mi è parso naturale questo motto: “Faccio la differenza, sono la Cisl” per trasformarlo poi in uno slogan molto “operativo”. Il voler fare la differenza non è un atto di presunzione, nel credersi migliori degli altri. Al contrario, è un atto di fiducia e di speranza in quello che uno fa personalmente, sul posto di lavoro, nella comunità in cui vive. La mia comunità è, da sempre, la Cisl con quella educazione che ha segnato me e molti prima di me. Ciò che voglio dire è che appartenere a un’organizzazione che ha un sua storia, con migliaia di persone che credono in quello che fanno, aiuta ad essere positivi, a vedere il futuro con fiducia senza, ovviamente, far finta che le difficoltà non esistano. Ce ne sono, eccome. La crisi di questi anni ha messo in discussone certezze che credevamo granitiche sull’economia, il lavoro, la convivenza civile in genere. L’importante è saper reagire, personalmente e collettivamente, alle difficoltà con spirito positivo e speranza nel futuro. Una speranza concreta dove più che le parole contano i fatti. Che è poi quello che i nostri giovani vogliono, a partire dal lavoro e, prima ancora, dalla scuola. Affrontare la realtà senza preconcetti ideologici, contrattare con pazienza e costanza le condizioni migliori di vita e di lavoro. È questo che fa la differenza, che mi fa sentire protagonista attivo di un processo di cambiamento. E stare nella Cisl, ve lo garantisco, aiuta.

17/03/2015
segretario generale Cisl Milano Metropoli
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