METALMECCANICI
La Fim Cisl chiede più pluralismo in televisione. Basta ai monologhi Fiom

Il sindacato dei metalmeccanici della Cisl sollecita attenzione anche alle altre sigle. Nei talk show si sente solo la voce del leader della Fiom Cgil, Maurizio Landini.

Era ora che un componente della la Commissione Vigilanza della Rai, Michele Anzaldi, ponesse rilievo sulla totale assenza di pluralismo nei talk show televisivi. Ci auguriamo un analogo intervento del presidente della medesima Commissione.

Il fatto che non esista una normativa sulla “par condicio” per i soggetti sociali diversi dai partiti, sta consentendo la totale negazione di ogni minimo pluralismo. Nei programmi di approfondimento si ripete un monologo sindacale rigorosamente privo di un qualsiasi contraddittorio da parte delle altre organizzazioni dei metalmeccanici: è un dato costante che in questi ultimi anni caratterizza i palinsesti e le presenze nei talk show di alcune Tv private e della Tv pubblica.

I metalmeccanici non hanno una sola voce, tantomeno quella del segretario della Fiom, la cui esposizione mediatica supera il minutaggio televisivo di tutto il sindacalismo italiano e che è seconda solo a quella del presidente del Consiglio.

Si è lavorato di più quasi esclusivamente alla costruzione del personaggio, utile solo alla notorietà dei singoli, come già accadde con Renata Polverini, che all’approfondimento delle vertenze e delle tematiche del lavoro. Ciò è inaccettabile, chiediamo pertanto il rispetto di tutte le posizioni sindacali e la garanzia di un minimo di pluralismo che preveda il contradditorio su questioni controverse che riguardano il lavoro e i metalmeccanici, assicurando una adeguata presenza delle altre organizzazioni sindacali rappresentative.

In Fiat, Alcoa, Ast, Indesit e in molte altre aziende la Fim Cisl è il primo sindacato (in Ilva la Fiom è quarta), ma le scelte concrete dei lavoratori non sembrano costituire un valore da rappresentare nello show mediatico.

Riteniamo che il diritto-dovere d’informazione debba tener conto del pluralismo e della correlazione tra audience e consenso reale, perché altrimenti nei salotti si rappresentano mondi sempre più distanti da quelli reali.

Ufficio stampa Fim Cisl nazionale

20/02/2015
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