CONVEGNO SIMED-CISL
Mediazione, molto piu' di un'opportunita'

Una panoramica sui mali e le difficoltà della giustizia italiana e un dibattito serrato sul ruolo che ha e che può avere nel futuro lo strumento della mediazione civile, commerciale e familiare.  Scarica i contributi di Pompilio, Buffone e Colombara

  1. In un clima politico e sociale sempre più litigioso, l’istituto della mediazione in Italia è al momento un punto cardine ancora inespresso dello snellimento della giustizia. È quanto è emerso dal convegno Simed Cisl, presso la sede milanese dell’organizzazione di via Tadino, intitolato “Mediazione, prospettive ed opportunità”.

    I problemi dell’apparato italiano sono quelli che tutti conosciamo: alta litigiosità, tempi lunghi di risoluzione dei contenziosi e ingolfamento della macchina della giustizia. La mediazione, partita nel 2010 nel nostro paese e operativa dall’anno successivo, è quell’istituto per cui un terzo che non è né giudice né avvocato, porta le due parti del contenzioso ad accordarsi in tempi brevi, anche per contenziosi già in essere. Un’opportunità che la Cisl ha voluto cogliere accogliendo la costituzione di un sindacato dei mediatori civili commerciali e familiari, il Simed. “La Cisl non ha paura del nuovo – ha detto il segretario generale di Cisl Milano Metropoli, Danilo Galvagni – e tutti gli aspetti della vita sociale sono presi in considerazione dalla nostra azione. Non vogliamo solo concentrarci sulla rappresentanza dei lavoratori ma vogliamo sensibilizzare i cittadini alla partecipazione e gli operatori specializzati a essere consapevoli del proprio ruolo e valore professionale. Partecipare al cambiamento della società è stato sempre un nostro interesse. Per cambiare in meglio abbiamo bisogno di partecipazione ampia”.

    Francesco Pompilio, segretario generale Simed Cisl  ha sottolineato come la “mediazione familiare è in potenziale crescita e può contribuire alla deflazione del processo. La mediazione è il tocco etico del processo civile perché non è solo ricerca della soluzione mediana del conflitto. Infatti tiene conto di un perfetto equilibrio tra le parti”.

    Parlando degli obiettivi del neonato Simed, Pompilio dice che “bisogna professionalizzare la figura del mediatore, un aspetto già affrontato dal sindacato con la creazione di un ente di formazione che fa corsi specializzati in base alle varie materie della mediazione. Vogliamo passare a un aggiornamento annuale e chiediamo più controllo da parte del governo affinché la mediazione sia valorizzata e utilizzata per evitare la deriva elitaria della giustizia”.

    MAGISTRATI  - Al dibattito, moderato dal direttore responsabile di Job, Piero Piccioli, ha parlato anche Giuseppe Buffone, magistrato del tribunale di Milano, illustrando le differenze tra l’uso della mediazione in Italia e all’estero. “L’Italia è molto litigiosa e quando si dice che ci sono troppi avvocati si dice un falso. La conoscenza della figura professionale del mediatore è cruciale per superare questa idea di lentezza e sfiducia che si ha della giustizia. Si litiga su tutto, in ambito familiare poi abbiamo coppie che per vari aspetti nello stesso anno intentano cause su cause. L’efficienza dei sistemi giudiziari europei, però, rilevata da un recente studio ci dice che i magistrati italiani sono quelli che smaltiscono più cause”.

    La mediazione, secondo Buffone, potrebbe anche evitare dispendi ingenti di risorse economiche. “Da quando l’Italia ha aderito alla Convenzione dei diritti europei è entrata in vigore la norma dell’indennizzo per il giusto processo. In pratica se il processo in 3 gradi dura più di 6 anni, il cittadino, sia ritenuto colpevole che non, è titolato ad avere un rimborso. Attualmente giacciono 1000 ricorsi per veder riconosciuto questo rimborso, che per ora ammonta globalmente a 340 milioni di euro. Una crescita esponenziale rispetto ai 34 milioni che si contavano 10 anni fa”.

    Il fatto è che lo Stato non riesce a pagare e questa forma di debito pubblico arriverà a un miliardo nel 2020 ed è da tutti ritenuta insostenibile. “Il diritto del cittadino alla mediazione – dice Buffone – dovrebbe anche essere sostenuto a livello locale. Le poche esperienze di avvicinamento tra cittadini e mediatori offerte dai comuni si sono rivelate di successo. C’è ancora la percezione che se si deve pagare, si va dall’avvocato. Invece la sperimentazione gratuita di questo istituto crea consapevolezza della sua buona riuscita”. Anche in ambito di cause di lavoro? “Beh, il mondo dei contenziosi sul lavoro è da sempre improntato agli accordi e non esitiamo a dire che per questo quei tipi di processi riescono meglio. Quindi non vediamo perché la mediazione non possa essere applicata con successo anche a quel tipo di contenziosi”
07/12/2014
Christian D'Antonio
ALLEGATI
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