SAN PELLEGRINO CAMPUS
Expo e Made in Italy: la forza (e il pericolo) è sempre all'estero

L’Italian sounding copia cibo e moda. Ma per Expo dice Galli (direttore eventi): c’è più entusiasmo fuori. L'acqua minerale partner dell'evento assegna i premi ai giovani.

Ce ne eravamo accorti ma se a confermarlo è un esponente prestigioso di Expo 2015, la verità è quella: per Expo c’è più entusiasmo all’estero che in Italia.

Lo dice Piero Galli, direttore generale grandi eventi della società che porterà a Milano «fra 191 giorni» i famigerati 20 milioni di turisti. Questo succede perché, in sostanza, la tutela del nostro patrimonio culturale e globale è scarsa.

L’occasione per fare il punto sul concetto di italianità e sulla grande manifestazione milanese del 2015 è stata oggi all’Università Statale, la presentazione di una ricerca commissionata da San Pellegrino, l’acqua minerale bergamasca che è partner ufficiale dell’evento.

Dalla ricerca (condotta su 10.556 tra laureati e studenti universitari italiani per capire desideri, aspettative professionali e proposte nei confronti del Made in Italy e le loro attese su Expo 2015) si evince che per oltre un giovane su 2 (54%) il Made in Italy è un fattore importante per lo sviluppo dell’intero Paese e non a caso ben un giovane su 3 (41,5%) sogna di trovare lavoro nel “Made in Italy” e nello specifico nell’agro-alimentare (29%). Eccellenza (22%), qualità ( 21% ) e creatività (17,5%) sono le caratteristiche che permettono al Made in Italy di fare la differenza nel mondo. Tuttavia ben un giovane su 3 (34%) ritiene che l’Italia non sa sfruttare le sue eccellenze. Per valorizzarle il 25% degli universitari propone di trasformare il Made in Italy in un’esperienza da vivere, sviluppare una riforma dell’istruzione (18,5%) per insegnare nelle scuole il vero valore delle eccellenze italiane, potenziare il digitale per permettere alle aziende più piccole di affacciarsi su altri mercati (13%). E con l’Expo 2015 ormai alle porte, il 20% degli studenti italiani ritiene che questa manifestazione possa dare più fiducia anche all’Italia.

La vera cosa che preoccupa è l'eredità dell'evento: vuole esserne informato un giovane su 4. Galli dice che «già è un bene il fatto che Expo non pesi sull'economia italiana, perché il miliardo e 800 milioni messoci dallo stato è stato ampiamente ripagato dall'investimento degli stranieri. Ma il turismo digitale è ancora arretrato, anche se come smart city siamo messi bene a livello europeo». E tutto il made in Italy come reagisce? «Siamo sotto assedio per le copie che ci fanno all'estero usando dei marchi "italian sounding" che sembrano italiani ma che non lo sono. Questo testimonia quanto lavoro c'è da fare ma anche che sete di italianità c'è nel mondo».

IL PREMIO - Stefano Agostini , amministratore delegato e presidente del Gruppo Sanpellegrino dice: «Noi come Sanpellegrino siamo impegnati da sempre nel diffondere i valori del Made in Italy nel mondo e abbiamo fortemente voluto essere partner di Expo 2015 per cogliere l’opportunità di parlare di Made in Italy proprio nel nostro Paese». L’acqua italiana più famosa all’estero dice di essere partita con una campagna di comunicazione «che fa bene a tutto il made in Italy, perché all’estero non vogliono solo bere, mangiare e vestirsi come noi, ma vogliono capire come viviamo noi qui e farlo anche loro».

Si può ben capire che questo tentativo di export “emozionale” è la vera sfida di Expo: «Si parla di eredità della manifestazione – dice Galli – ma se il turismo è l’11% del Pil nazionale attualmente, quale miglior eredità se non quella turistica! Però non possiamo far finta che tutto vada bene. abbiamo scontato dei ritardi, certo, ma anche delle assenze. Io in prima persona son dovuto andare in giro per il mondo a far capire cos’è l’Italia. E non era mio compito. Il mio dovere è fare un evento nella maniera giusta».

Siamo alle solite: non si fa sistema. Galli dice di aver promosso nel mondo la manifestazione e aver venduto oltre 6 milioni di biglietti finora. Solo un milione se lo sono accaparrato i cinesi, che a onor del vero non arrivano a frotte da noi (230mila nel 2013). Quindi il potenziale c’è ed è enorme.

San Pellegrino, di contro, da quando ha superato la crisi (che Agostini colloca tra il 2007 e il 2009) ha trovato nuovo vigore esportando molto e facendo leva anche sulle altre bibite a marchio italiano (quelle con gli agrumi, ad esempio).

E per questo l’azienda, per il secondo anno, ha istituito il premio San Pellegrino Campus che cerca «il merito e il talento tra i giovani, per accrescere la conoscenza in settori strategici per l’Italia, avvicinarli al mondo del lavoro e delle aziende» die l’ad. Il premio sono tre borse di studio associate a tre stage, che sono andati a Giulia Forace , che ha fatto una tesi di laurea sul tema acqua e benessere, Mara Gasparini , che si è espressa sul Made in Italy, e Stefania Zenucchi , che ha esaminato la comunicazione della sostenibilità per le aziende.

23/10/2014
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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