PRESENTATO IL VOLUME POST CRISI
La Caritas e i 30 milioni a chi non lavora

In 4 anni in Lombardia la Caritas ha raccolto la ragguardevole cifra grazie alle donazioni. Ma si tratta anche di qualità degli aiuti.

Sono cinque anni che la crisi morde in Italia come nel mondo. Solo che in Lombardia ci sono 10 diocesi che svolgono un'azione che, tirando le somme, è da considerare preziosa e "riempitiva", in campo di assistenza ai bisognosi e di sussidiarietà.

La considerazione su come la crisi economica ha cambiato il modo di operare stesso della Caritas è racchiusa nel volume “Crisi economica e Caritas Lombarde: progetti, storie e interventi”  presentato oggi a Milano che raccoglie le migliori prassi sperimentate nei propri territori dalle 10 Caritas diocesane della Lombardia. Solo i fondi diocesani nati per aiutare le famiglie che hanno perso il lavoro al 2013 hanno raccolto 31,1 milioni di euro per donazioni di fedeli e cittadini.

Nel volume sono rendicontati tutti i proventi e le loro destinazioni. Si va da Mantova a Cremona, da Bergamo a Milano, ogni città con la sua specificità e le sue esigenze. Che poi per il ceto medio caduto in disgrazia con l'avanzare della disoccupazione, sono pressocché uguali: ritrovare dignità per stare a galla.

Mons. Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi, presidente di Caritas Italiana e delegato per la Conferenza Episcopale Lombarda della Caritas si è detto convinto che l'azione delle Caritas deve essere sempre più inserita nella società civile: «Si deve anzitutto offrire occasione alla gente di pensare in maniera globale e on particolare, perché sono cambiati i tempi. Pensiamo al terzo settore, che però dovrebbe essere affiancato da un quarto che esiste già che è quello della solidarietà. Dalle esperienze degli sbarchi a Lampedusa poi si dovrebbe imparare la necessità di coordinare le leggi italiane con quelle europee. Insomma la crisi e quello che ne scaturisce ci fa pensare al bisogno di camminare assieme».

La società civile, per il prelato, è sempre più vicina: «Lo diciamo sempre: promuoviamo ad agire con impegno e sacrificio per gli altri, ma bisogna stare dentro la società civile per capirne le leggi e le risorse».

Egidio Riva , ricercatore presso il dipartimento di sociologia della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica di Milano, ha coordinato il report:«La Caritas, com’è noto, è stata voluta da papa Paolo VI per dire la testimonianza della carità ai poveri in modi consoni ai diversi tempi storici, con particolare attenzione alle emergenze che di volta in volta sorgono nei diversi territori, vicini o lontani, dove la Caritas è chiamata ad agire. Le Caritas lombarde hanno saputo, da subito, intercettare le famiglie colpite dalla crisi economica e hanno cercato di attuare nuovi progetti, capaci di “dire” una prossimità non solo assistenziale (come l’erogazione di buoni pasto, pagamento bollette, ecc.) ma anche promozionale. L’obiettivo comune infatti è stato quello di cercare di restituire dignità a famiglie così gravemente segnate nell’anima per la perdita di lavoro, con voucher lavoro, con la promozione di nuove occupazioni, con l’incentivazione delle assunzioni, ecc., oltre ad affiancamenti psicologici, etici e spirituali», scrive nell’introduzione il delegato delle Caritas lombarde, don Visconti.

16/10/2014
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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